“Stregherie” (anche trentine) a Bologna

La preparazione del filtro. Eugène Le Roux

Donne accusate di essere troppo autonome o di avere un qualche genere di potere. Un potere che i maschi e la Chiesa non volevano riconoscere. La mostra, che ha argomenti di grande attualità come quello della violenza sulle donne, si chiama “Stregherie” ed espone tra le varie opere, anche quelle dell’artista trentino Benvenuto Maria Disertori e del grandissimo pittore tedesco Albrecht Dürer al quale in Val di Cembra è intitolato il famoso omonimo sentiero.Bologna è tanta roba, come si dice. La grassa e l’umana, prendendo in prestito le parole che il Maestrone Francesco Guccini ha dedicato alla città nella sua canzone omonima. Bologna ombelico di tutto quindi, città nella quale dopo aver visitato il Santo Petronio, le basiliche di San Lorenzo e San Domenico e lo straordinario Teatro dell’anatomia con le statue in legno degli “spellati”, magari ti ritrovi di sera in Piazza Maggiore insieme ad altre cento persone a cantare le canzoni di De Andrè suonate dagli studenti universitari e del Conservatorio. Ma Bologna in questo periodo è anche la città delle streghe. Infatti nelle splendide sale del quattrocentesco Palazzo Pallavicini c’è la mostra: “Stregherie. Iconografia, fatti e scandali sulle sovversive della storia” il cui sottotitolo è “una storia vecchia e nuova di streghe, tra conoscenze antiche, cerimonie nascoste, sacralità ed erotismo, per raccontare una figura di donna rimossa dalla cultura e dalla vita”.

Benvenuto M. Disertori (1887-1969)

Vi sono esposte la collezione di stampe e incisioni del “collezionista dell’occulto” Guglielmo Invernizzi ma anche opere d’arte provenienti da collezioni private e oggetti legati al mondo della stregoneria prestati dal Museum of Witchcraft and Magic in Cornovaglia e la straordinaria collezione di amuleti in argento ottocenteschi, utilizzati dalle varie donne definite streghe o più spesso contro di loro, del Museo delle Civiltà di Roma. Ma ci sono anche delle cose più pop come i manifesti dei film di Dario Argento o la copertina del vinile “The Eye” del cantante Metal King Diamond. E c’è pure un pizzico di Trentino perché vi sono esposte le riproduzioni de “La nicchia” dell’artista trentino Benvenuto Maria Disertori e “La strega a rovescio sul caprone” del pittore tedesco Albrecht Dürer al quale nella Val di Cembra che lo ha “adottato” è intitolato il famoso sentiero. La visita a questa mostra è davvero emozionante non solo per l’argomento trattato che è interessante di per sé ma anche per una serie di temi correlati riguardanti l’universo femminile che sono purtroppo di grandissima attualità. Ci sono dieci stanze che mettono in scena un diverso aspetto della vita delle streghe e mentre le visiti sei accompagnato da sussurri e grida strazianti che evocano antichi rituali, ma anche da sottofondi musicali come quelli delle colonne sonore di “Inferno” e “Suspiria”, i due film di Dario Argento oltre che dalla voce della drammaturga Magdalena Barile che impersona le streghe stesse mentre raccontano della loro prima vocazione fino alla piena realizzazione di sé grazie all’uso della magia. Ed arriviamo al motivo dell’attualità di questa mostra sulle streghe. Lo facciamo con le parole del curatore Luca Scarlini che è scrittore, drammaturgo per teatri e musica, narratore, performance artist e “raccontatore d’arte” per musei e mostre. Quello che dice Scarlini è quanto mai attualissimo in questo periodo nel quale le donne sono spesso considerate meno degli uomini sul luogo di lavoro, nella vita sociale e in alcuni casi purtroppo anche nella loro famiglia con i casi di violenza domestica se non di femminicidio di cui si sente sempre più spesso parlare. Ma eccole le parole di Luca Scarlini: “Con il marchio infame di Strega, nei secoli spesso si bollava una donna semplicemente più desiderabile delle altre, più libera, guerriera, colta e riservata, portando a persecuzioni ed esecuzioni violente di donne innocenti, roghi, impiccagioni, decapitazioni che servivano ad instaurare nel popolo una paura reverenziale della giustizia divina contro il paganesimo, il satanismo, il sesso ed eresie di vario genere. La caccia alle streghe è uno dei fenomeni più oscuri della storia occidentale, alimentato da diversi motivi, politici, religiosi, economici, sessuali e in primo luogo dalla volontà nefasta della Chiesa di limitare la libertà della donna, che nel mondo medievale aveva saputo trovare nella vita in comunità una possibilità di esprimere sé stessa”. E non poteva mancare la giusta critica al mondo maschile: “vivere così vicino allo scatenarsi della natura, lontano dal controllo della civiltà operato dai maschi, rendeva la donna un bersaglio della pubblica riprovazione, a cui spesso seguivano pettegolezzi, dicerie, manifestazioni di critica violenta nelle occasioni sociali e poi, immancabile, una denuncia alle autorità, sostenuta da molte testimonianze tanto generiche quanto perfette per essere manipolate e per inaugurare un momento terribile di repressioni”.

La strega a rovescio sul caprone. Albrecht Dürer

Sembra poi incredibile al giorno d’oggi che, come riportato da Scarlini, esistessero certe pratiche di discriminazione anche simbolica come lo charivari, una sarabanda grottesca che aveva come bersaglio le vedove che si risposavano, segnate da manifestazioni di pubblico disprezzo. Per non parlare dell’infame uso continuo della tortura che per due secoli è stato mezzo per estorcere confessioni dove le accusate venivano sottoposte a supplizi orrendi. E Scarlini conclude con il dato dei numeri delle donne perseguitate che variano secondo gli storici: “alcuni studiosi parlano di ventimila uccise sul rogo, dopo processi-farsa, tra Cinquecento e Seicento, ma i numeri possono salire di molto, inclusi linciaggi e aggressioni che l’autorità non perseguiva e anzi favoriva in ogni modo, dando licenza al popolo per esecuzioni efferate che rimanevano impunite. Gli attacchi alle signore della notte continuano fino all’attualità”. E su quest’ultimo tema ho chiesto un commento a mia figlia Emily, che è Dottoressa in psicologia clinico-dinamica: “La strega è un essere mostruoso e il mostro, che è tale perché sfugge alla comprensione e alla possibilità della conoscenza, spaventa perché è fuori dal nostro controllo ed è più potente di noi. Una donna in passato veniva considerata strega e quindi perseguitata e uccisa quando utilizzava la sua sapienza in modo indipendente, senza accettare di sottomettersi a un dio o agli uomini. Oggi invece, una donna viene oppressa e maltrattata fino a venire uccisa soprattutto quando è libera, indipendente e sfugge al controllo. Quindi fa paura sempre, ora come allora”.

La Nicchia. Benvenuto Maria Disertori
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Pubblicato da Paolo Chiesa

Scrittore, giornalista e autore comico. Vive in Trentino con una moglie, una figlia e un gatto. Il diploma di geometra gli è servito per capire di voler fare altro, infatti lavora come educatore in una Cooperativa Sociale per persone diversamente abili. Gioca a calcio nella squadra dei "Veci Fuoriclasse" dell’oratorio. La sua passione per la scrittura lo spinge, ormai da qualche anno, ad alzarsi la mattina presto prima del lavoro per mettersi davanti alla tastiera del computer. Ha pubblicato racconti su periodici e quotidiani, collabora con riviste tradizionali e online ed è autore di testi per il cabaret e la televisione. Anima eclettica, spazia tra racconti noir, satira politica e comicità del quotidiano.