3. Una terra di italiani (parte seconda)

La presentazione al Circolo Trentino di Toronto è terminata ed è il momento dei saluti. Dovevo parlare per mezz’ora ma nel crescente interesse del pubblico siamo volati oltre l’ora e mezza. Mi si avvicina la signora Gabriella di Spormaggiore, con l’aria di dovermi confidare qualcosa di importante. “Lei è un prescelto”, mi dice. “Non faccia così, la prego”, sorrido. Però non sto ridendo, la mia è una smorfia di preoccupazione. 
Ma facciamo un passo indietro. 

Al mattino, assieme a David, sono al 496 di Huron Street, dove si trova l’Istituto Italiano di Cultura. È ospitato in una bella costruzione storica “molto antica” (che qui equivale alla fine dell’Ottocento). 

Ad accoglierci troviamo la direttrice Veronica Manson che, dopo averci presentato il suo staff, mi chiede di raccontarle per filo e per segno dei miei libri e del perché mi trovo in Nordamerica, la Meneghina, la tragedia del Cermis, Alcide Degasperi e tutto il resto. Mi pare molto interessata. Mentre parlo continua a rigirarsi il libro tra le mani, come se da un momento all’altro – grazie ad suono o ad una vibrazione – quello potesse confermarle alcune mie affermazioni.

Quindi la conversazione si sposta sulla terra che ci ospita. Il Canada è clamorosamente ricco e poco popolato. Ha un densità di popolazione da deserto del Sahara. “Ma lei lo sa – mi dice la direttrice – che ci sono intere zone della nazione ancora inesplorate? Inesplorate, capisce cosa voglio dire?” Sì, lo capisco. Significa potenziale immensità di risorse: gas, ma soprattutto acqua.

L’Istituto di Cultura accoglie ogni anno circa mille studenti per le certificazioni di lingua italiana e collabora attivamente con il governo canadese con frequenti e proficui scambi culturali. Un bel posticino, insomma. Quasi quasi, anziché uscire, potrei provare a nascondermi in una delle molte stanze e mettere radici. No, non posso. Anche perché al Club Trentino ci stanno aspettando “loro”. I veri protagonisti che trovo vocianti mentre conversano allegramente nel loro amato dialetto d’origine. Fa uno strano effetto. Ma non eravamo in Canada?

Decine e decine di storie, alcune avventurose, altre costellate di dolore e delusioni. E poi tanto, tantissimo lavoro che ha coinvolto mariti e mogli.

I visi sono segnati dal tempo, ma in molti l’entusiasmo è lo stesso dei primi anni. Toronto e dintorni li hanno praticamente costruiti loro. Un contributo fondamentale per l’economia e lo sviluppo di questo grande Paese.

E il Trentino? Beh, quello ce lo portiamo nel cuore. E al Circolo.

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Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.