AI: un nuovo concetto di spiritualità?

“Neuromante”: nel mondo cyberpunk di William Gibson

In un mondo in cui la tecnologia raggiungerà livelli oggi impensabili, seppur operante in una struttura sociale feudale – come “Guerre stellari” ha anticipato –, ci sarà posto per il Sacro? Si discute molto di I.A. ed etica, di nuove frontiere della vita e dell’instaurazione di una singolar tenzone con la morte, lasciandoci presagire un certo senso di immortalità. Ma l’uomo sedentario, fisicamente rattrappito su una sedia e con le dita che scorrono veloci sulla tastiera, viaggiando con la mente ormai soltanto nella rete – il “Neuromante”, nuova figura sociale anticipata nel 1984 da William Gibson e dal film “Total Recall” del 1990 –, percepirà la sfera della spiritualità? O diventerà la rete stessa un’immensa estensione di un nuovo Dio e di un nuovo concetto di spiritualità? Domande e risposte anticipate dalla fantascienza (“Dune” insegna) ma che trovano delle avvisaglie sorprendenti ad esempio nella realtà di un paese come Israele. Una nazione con una tecnologia avanzatissima, elaborata da uno sparuto manipolo laico, si ritroverà tra qualche anno a condividerla con quella che sarà la nuova maggioranza, ovvero gli ultraortodossi “haredim”: i primi fanno un figlio o due, tra gli haredim è un continuo prolificare. Fatte voi i conti. E si ritorna nuovamente a “Guerre Stellari”.

Però il Sacro non è solo una dimensione spirituale, è anche una dimensione sociale che, attraverso riti, cerimonie, liturgie e culti, pervade il quotidiano. L’infinito, l’impercettibile, l’entità mistica, il “non chiamato per nome” si materializzano nella condivisione collettiva (ecclesia/assemblea). La frammentazione sociale, l’individualizzazione spinta, il rapporto univoco uomo/macchina trovano, probabilmente, nel mondo virtuale la replica, il clone e la ripetizione dell’assemblea spirituale. La macchina svelerà il Nome divino, il sistema della rete penetrerà nei più intimi recessi del sacro raggiungendo obiettivi inimmaginabili. E il Dio senza nome si chiamerà “Rete”, l’I.A. non avrà limiti e il dio Terminus sarà abbattuto. Rispettando l’antica espressione deus ex machina, il Divino sarà una delle tante visioni che l’I.A. ci predisporrà. In tal modo, nuovamente, dopo la mortale strada della storicizzazione e scientifizzazione delle religioni, verrà distrutto ancora una volta il senso del Sacro, di ciò che non si può né nominare né vedere, di ciò che si può solo sussurrare, di quello che camminando da pellegrini si cerca. Al suo posto prevarranno molteplici religioni, tutte individualizzate, affiliate alla scienza e all’I.A., soddisfacendo i bisogni spirituali dell’uomo, il suo bisogno di infinito, di ricerca della sapienza celeste e di un dio incomprensibile e misterioso. Sempre rimanendo seduti. Per gli atei, basterà spegnere l’interruttore.

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Pubblicato da Fiorenzo Degasperi

Fiorenzo Degasperi vive e lavora a Borgo Sacco, sulle rive del fiume Adige. Fin da piccolo è stato catturato dalla “curiosità” e dal demone della lettura, che l’hanno spinto a viaggiare per valli, villaggi e continenti alla ricerca di luoghi che abbiano per lui un senso: bastano un graffito, un volto, una scultura o un tempio per catapultarlo in paesi dietro casa oppure in deserti, foreste e architetture esotiche. I suoi cammini attraversano l’arte, il paesaggio mitologico e la geografia sacra con un unico obiettivo: raccontare ciò che vede e sente tentando di ricucire lo strappo tra uomo e natura, tra terra e cielo, immergendosi nel folklore, nei miti e nelle leggende. fiorenzo.degasperi4@gmail.com