Alla “Haydn” lo Steinway di Bruno Frizzera

Il presidente della Fondazione Paul Gasser, il direttore artistico Giorgio Battistelli, la vicepresidente Chiara Zanoni e Monica Loss, segretaria generale, con la signora Fiammetta Frizzera Stefenelli

La Fondazione Orchestra Haydn di Bolzano e Trento ha recentemente acquisito il pianoforte Steinway appartenuto a Bruno Frizzera, illustre fiscalista che privatamente coltivava anche la passione per la musica. Lo strumento è stato donato alla Fondazione da Fiammetta Frizzera Stefenelli nel decimo anniversario della scomparsa del padre ed è stato presentato al pubblico, a Palazzo Festi a Trento, nel corso di una matinée alla quale, oltre alla donatrice, erano presenti il presidente della Fondazione Paul Gasser, il direttore artistico Giorgio Battistelli, la vicepresidente Chiara Zanoni e Monica Loss, segretaria generale. I vertici della Fondazione hanno annunciato che lo strumento sarà collocato stabilmente nella Sala Chiusole del palazzo e che la condivisione con il pubblico, sentita come obbligo morale, sarà continuata con altri concerti mattutini. Battistelli evidenziava come questa iniziativa, per ora allo stadio di semplice idea da sviluppare, ben si inserisca nel quadro delle iniziative dell’orchestra regionale volte a stabilire un rapporto più autentico e costruttivo con il pubblico, basato sulla reciprocità. Le ottime qualità dello Steinway si manifestavano poi nell’evento musicale vero e proprio, che vedeva protagonisti la pianista Bruna Pulini e il violinista Stefano Ferrario, primo violino di spalla dell’orchestra regionale, che introducevano brevemente il programma con qualche parola di commento. Si guadagnavano poi gli applausi dei presenti eseguendo due Sonate di Domenico Scarlatti, la Sonata op. 105 per violino e pianoforte di Robert Schumann e, infine, “Liebesleid” di Fritz Kreisler eseguito fuori programma. Niente di meglio che la nettezza della scrittura scarlattiana per esaltare la bellezza del suono dello strumento, che successivamente sosteneva un ruolo paritario in un brano che ben rappresenta il modo di comporre tipico di Schumann, che è fatto di slanci ardenti e di improvvisi ripiegamenti, di impeti e di tenerezze, di introspezioni psicologiche e di sogni fantastici.

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Pubblicato da Daniele Valersi

Diplomato in Flauto dolce e traversiere a Verona, laureato in Lettere a Trento; insegna presso il Liceo "S. M.Scholl" di Trento. Ha pubblicato partiture di Francesco Antonio Bonporti, Giacomo Gotifredo Ferrari, Pierre Gautier (editrice SPES - Firenze), nonché l'edizione critica della "Cronica" di Guillaume de Puylaurens (il documento coevo più completo sulla Crociata contro gli Albigesi) per La Finestra - Lavis. Collabora con il quotidiano "l'Adige" e con alcune riviste online.