All’ombra degli artisti in fiore 

Nevica da qualche ora. Sulle strade ci saranno almeno una decina di centimetri di neve, il traffico è azzerato. Ma no, ecco che almeno un veicolo c’è, mi viene incontro. Ma che cos’è, una moto? No, una bicicletta, una bicicletta da corsa, con la neve che cade e maschera il ciclista che spinge la bici con i tubolari che affondano nella neve, ma chi è un fissato, un matto? Non so a voi ma a me succede, nella pellicola della memoria che d’un tratto si proietti uno spezzone. Ma che cos’è, dove siamo, cosa vediamo? Dopo ne parliamo, per ora parliamo d’altro. Dunque c’è una giovane donna che si sta per laureare al Dams, sì quello fondato a Bologna da Umberto Eco. Lei è di Levico Terme e sta discutendo una tesi su un pittore sconosciuto di Borgo Valsugana, Francesco Corradi, che nel 1525 prese parte alla rivolta dei Rustici e il più famoso dei principi vescovi, Bernardo Clesio, gli fece tagliare la lingua. Ma il pittore riuscì a sopravvivere; non così altre decine di ribelli a cui tagliarono la testa. Con quella indagine su un pittore religioso e rivoltoso, seguendo le sue piste attraverso decine di chiese e cappelle e polverosi archivi, iniziò il viaggio nella pittura di Giorgia Lucchi, una giovane donna testarda e un po’ fuori di testa, con le idee talvolta accecate dal nevischio. Si perché era lei il ciclista matto sotto la neve, piena di idee e iniziative, una ragazza che incoraggiata dal padre (anche lui di nome Giorgio, appassionato di volo libero) aveva corso in bicicletta dai 7 ai 15 anni nel Pedale Levicense, vincendo decine di gare, per tre volte partecipando al campionato italiano; aveva suonato il clarinetto imparandolo a Trento nella Jazz Band di Armando Guidoni, negli anni ’80; respirando aria d’arte nello studio di scultura di suo zio Bruno Lucchi, scultore che ha esposto in Italia e all’estero, sognando di avere una galleria di arte contemporanea tutta sua; facendo per anni l’assistente di un noto gallerista trentino, avendo idee proprie: come quella di creare una scuderia di giovani artisti, da scoprire, da far crescere portandola alla notorietà, al successo. O come quella di aprire a Paesi ancora vergini di arte contemporanea, ad esempio i Paesi dell‘Est, reduci da un lungo periodo di micidiale zdanovismo, che aveva isterilito ogni possibilità di confronto e di rinnovamento. 

La sua avventura con gli artisti dell’Est inizia nel 2010. E continua da anni. Ad esempio, nella sede di Trento (una seconda è a Milano), si è conclusa il 15 novembre, la collettiva di sei pittori rumeni usciti dall’Accademia di Cluj Napoca, una mostra curata dal giovane artista rumeno Cristian Abram (ormai affermatosi internazionalmente) e dalla stessa Giorgia. 

Lei ovviamente non lo poteva sapere, ma prima di intraprendere la professione di gallerista la vita le avrebbe riservato una serie di terribili lutti famigliari: la morte prematura dei genitori, a poco tempo di distanza l’uno dall’altro, e quella drammatica del fratello trentenne. Adesso è rimasta sola a pedalare nel nevischio… 

E allora diciamo qualcosa di alcuni dei suoi artisti, non indicando gerarchie, ma solo simpatie personali. 

Federico Seppi è un artista trentaduenne, nato a Trento nel 1990, figlio di un docente all’Istituto d’Arte di Trento che (non da oggi) si interroga sulla fragilità, sulla drammaticità della situazione climatica. Hanno incontrato molto interesse certi suoi lavori in cui utilizza la foglia d’argento, sovrapponendo gli stati anche decine di volte, rivestendo ogni volta forme nuove, ottenendo un effetto di preziosità, ma soprattutto di glacialità, in una totale mimesi con la materialità del ghiaccio che affascina ed emoziona. Seppi ha tenuto la sua prima personale, “Icebreaker”, nella sede di Boccanera a Trento, curata da Giovanna Nicoletti, dal marzo al giugno 2021, progettata appositamente per le dimensioni dello spazio espositivo. In essa il ghiacciaio rappresenta la potenza della natura, conservando dentro di sé la memoria degli eventi che lo hanno attraversato. Profeticamente impressionanti le immagini del ghiacciaio della Marmolada, balzato all’attenzione internazionale nei mesi scorsi per divenire emblema della slavina che minaccia di inghiottirci tutti. Oscar Dido Fontana proveniente da una famiglia di artisti che annovera suo padre Nerio (da poco scomparso) – pittore, scultore, fotografo – e sua zia Tullia Lula che dipinge anche icone classiche e ”contaminate”, è stato chiamato da Giorgia a far parte del gruppo: “L’ho scelto perché Dido viene dalla fotografia, dalla moda – racconta lei. Lui ogni tanto mi presenta dei progetti, anche sperimentali, che io accolgo sempre con entusiasmo. Fantasioso, barocco, istrionico, è in possesso di magistrali tecniche. Oscar Dido passa dall’iperrealistico al surreale, eternamente in cerca, inguaribile viaggiatore mentale”. 

Mostra ultima, nello spazio di Milano, con l’artista Sebastiano Sofia

Gabriele Grones è nato ad Arabba (Belluno) nel 1983, vive e lavora tra Rovigo e New York. Dipinge con la tecnica classica, olio su tela. La sua ricerca pittorica si incentra sul rapporto che riusciamo a stabilire tra noi e l’ambiente che ci avvolge. I dettagli naturali attentamente indagati evocano la complessità della realtà. Un’altra sua tematica abita il ritratto che spesso Gabriele sviluppa in una serie di dipinti che insegue sulla stessa persona, in pose e atmosfere in parte diverse, in rappresentazioni ossessive decontestualizzate, immergendo le immagini in atmosfere metafisiche. 

Veronica de Giovanelli, è nata a Trento nel 1989. Vive e lavora fra Trento e Bruxelles. Ha vinto importanti premi tra cui, nel 2013, quello prestigioso della Fondazione Bevilacqua La Masa. La sua ricerca è focalizzata sul paesaggio, inteso nella su più ampia connotazione, componendo immagini dalle quali emerge un senso di meraviglia e allo stesso tempo una tensione etica sottilmente critica nei confronti del degrado fisico, culturale ed estetico del paesaggio. La mostra ”Andvake” (sempre alla Boccanera Gallery di Trento, gennaio 2022) ci trasmette immagini in una luce di cristallo che arrivano a noi da un’estate scandinava: “Qui è come se tutti i cinque sensi si fossero amplificati (…), come se tutto fosse più nitido visto attraverso una lente di ingrandimento che ne esalta le caratteristiche”, dice Veronica. 

1993, ritratto di famiglia

Ne ha macinata di strada con le sue lunghe gambe da passista-scalatrice, la nostra Giorgia, nonostante la vita tante volte si sia accanita contro di lei. Tuttavia coi suoi giovani artisti che ha portato al successo le ha dato anche delle belle soddisfazioni. Ad esempio lei è l’unica (e unico) gallerista trentina che sia ammessa alle prestigiose Fiere internazionali di arte contemporanea come Altissima a Torino e ZonaMaco a Città del Messico. Sempre in giro per il mondo, sempre sul piede di partenza. Come adesso. Ma chi è con lei? Peggy, naturalmente. Peggy, la sua cagnetta meticcia di otto anni salvata dal canile, tenerissima e pazientissima anche quando è costretta a lasciarla sola.

Con l’amata Peggy
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Pubblicato da Renzo Francescotti

Autore trentino dai molti interessi e registri letterari. Ha al suo attivo oltre cinquanta libri di narrativa, saggistica, poesia in dialetto e in italiano. È considerato dalla critica uno dei maggiori poeti dialettali italiani, presente nelle antologie della Garzanti: Poesia dialettale dal Rinascimento a oggi (1991) e Il pensiero dominante (2001), oltre che in antologie straniere. Sue opere sono tradotte in Messico, Stati Uniti e in Romania. Come narratore, ha pubblicato sei romanzi: Il Battaglione Gherlenda (Paravia, Torino 1966 e Stella, Rovereto 2003); La luna annega nel Volga (Temi, Trento 1987); Il biplano (Publiprint, Trento 1991); Ghibli (Curcu & Genovese, Trento 1996); Talambar (LoGisma, Firenze 2000); Lo spazzacamino e il Duce (LoGisma, Firenze 2006). Per Curcu Genovese ha pubblicato Racconti dal Trentino (2011); La luna annega nel Volga (2014), I racconti del Monte Bondone (2016), Un Pierino trentino (2017). Hanno scritto prefazioni e recensioni sui suoi libri: Giorgio Bàrberi Squarotti, Tullio De Mauro, Cesare Vivaldi, Giacinto Spagnoletti, Raffaele De Grada, Paolo Ruffilli, Isabella Bossi Fedrigotti, Franco Loi, Paolo Pagliaro e molti altri.