Gli studenti della Fondazione Edmund Mach hanno realizzato dei progetti di riqualificazione ambientale per il recupero degli ambienti umidi della Piana Rotaliana. Protagoniste di questa interessante attività didattica sono state le quinte classi dell’indirizzo gestione ambiente territorio dell’Istituto Agrario, che hanno effettuato nel triennio una serie di analisi, valutazioni e progettazioni per la rinaturalizzazione del Rio Oberrauch a San Michele all’Adige. Recentemente i ragazzi hanno presentato i progetti ad una commissione di esperti che li ha valutati, stilando una classifica dei tre migliori lavori presentati.
Lo scorso anno il focus dei progetti era stato il recupero degli ambienti alpini, quest’anno invece è stato scelto l’ambiente umido seminaturale di fondovalle. Numerosi partner in questa iniziativa didattica: dal Servizio foreste e fauna all’Ufficio biodiversità, dalla Rete natura 2000 al Muse, per arrivare al Servizio bacini montani e a TSM-STEP con la partecipazione di esperti esterni che hanno seguito direttamente i ragazzi nei vari rilievi.
I progetti vincitori
I progetti sono stati valutati per capacità espositiva, originalità degli strumenti di presentazione, conoscenze delle tematiche, pertinenza delle risposte. Al primo posto si è classificato il gruppo formato da Martina Galvagni e Lorenzo Dorigoni che ha curato l’inquadramento geografico e l’analisi storicadel progetto;al secondo posto si sono classificati Mattia Sighel, Annisa Zambotti e Giorgia Rattin che hanno curato e presentato l’inquadramento climatico e vegetazionale dell’area di progetto; al terzo posto il gruppo formato da Yuri Armani e Gabriel Taddei che ha sviluppato la parte relativa agli interventi di riqualificazione. I tre gruppi di studenti vincitori sono stati omaggiati con un cesto di prodotti agroalimentari trasformati nei laboratori dai ragazzi del percorso di formazione professionale.
I docenti coinvolti nel progetto sono Manuel Penasa, Barbara Centis, Cinzia Roat e Stefano Eccel. “I ragazzi -spiega Manuel Penasa- hanno lavorato in terza sull’analisi del territorio della piana Rotaliana, evidenziando gli aspetti di interesse storico ed ecologico, mentre in quarta hanno approfondito le possibilità d’azione per recuperare questi piccoli lembi, patrimonio di biodiversità per specie vegetali ed animali. I fossi agricoli sono uno scrigno, non solo per la ricchezza di specie che vi abitano, ma anche per la funzione mitigatrice nei confronti di un’agricoltura sempre più intensiva del fondovalle e non da ultimo, raccontano una storia ormai ultracentenaria di bonifica dell’area della valle dell’Adige. Nell’ultimo anno gli studenti hanno analizzato delle proposte di intervento per riqualificare questi habitat, stilando un progetto esecutivo, con l’aiuto di esperti del settore”.