Amore selettivo

Il percorso e la routine erano i medesimi ogni giorno. Il suono del cancello che si apre dal quale escono prima uno e poi l’altro, il cancello che si chiude, il vialetto percorso al trotto per poi scomparire dietro al corso alberato. Come faccio a sopportare una cosa del genere? No, non sono matto. Dietro a gesti tanto semplici e a prima innocenza si nasconde molto di più.

Primo, i due animali in questione non hanno colpe. Ci tengo a specificarlo perchè probabilmente fosse per loro sarebbero a trottare in qualche riserva inglese alla caccia di tassi e volpi. I colpevoli sono coloro che si sono arrogati, non si sa come e perchè, il diritto di poter decidere della loro esistenza. I due animali sono diventati la loro ragione d’essere, cominciando a cancellare tutto il resto. Ma lo strazio maggiore è che pare che sia io l’unico a soffrire di tutto questo. In paese infatti sono benvoluti da tutti. In effetti però tutti sono benvoluti da tutti, ma questo è un altro discorso.

Beh, vi chiederete, qual è la loro grande colpa? Per me è ovvia, ovvero che è indegno amare così tanto due bestie soltanto perchè ti ci affezioni. Ma come si fa ad essere tanto egoisti? Li sento gli odori delle loro grasse domeniche, quando arrostiscono carcasse di esseri che non hanno avuto la fortuna di nascere belli e prestanti ma solo grassi e buoni da mangiare. L’amore selettivo è per me il più grande crimine che possa esistere.

Avrei tanto voluto far capire questa cosa, ma ero sicuro che la mia eccessiva rabbia avrebbe invalidato il tentativo. Non sarei riuscito a far valere le mie ragioni, avrei con ogni probabilità solo vomitato odio. E così mi sarei soltanto macchiato a mia volta del peccato che stavo giudicando con tanto astio.

Quindi ho pensato di rapire uno dei due cani. Ho scelto di prenderne solo uno dei due per fare in modo che apparisse chiaro che si trattasse di un rapimento. La mia speranza era quella di far rendere conto agli interessati che amare con egoismo è violenza e non amore. 

Tutti i miei buoni propositi vennero meno quando ho visto la reazione del padrone. “Diecimila euro per avere indietro il suo cane”. Mi ricordo benissimo il momento in cui l’ho letto, mi è caduto addosso tutto quanto mi ero immaginato potesse cambiare. Mi sono reso conto che cambiare gli altri forse non è possibile. Di sicuro non lo è direttamente, ora avevo anche dei grossi dubbi con l’azione indiretta oltre che con quella passiva dell’esempio. Diecimila euro, in Gambia sono quello che una persona in media guadagna in dodici anni.

La notte successiva ho riportato il cane a casa. Ho appreso dai giornali che i soldi sono stati donati al canile locale. Se da un lato devo essere contento perché qualcosa di buono questo mio tentativo ha prodotto, non posso che piangere tutte le mie lacrime di fronte alla nostra inguaribile cecità. Ormai il collasso è vicino, la fine è inevitabile.

La cronaca: Falso allarme

Il bassotto Leone è scomparso nel nulla mentre si trovava nel giardino di casa. I padroni hanno offerto diecimila euro per chiunque lo trovasse. Dopo qualche giorno il cane è stato ritrovato in giardino, così che la famiglia ha deciso di donare i soldi ad un canile locale.

Condividi l'articolo su:
Avatar photo

Pubblicato da Fabio Loperfido

Nato allo scadere del millennio, Fabio è uno studente errante che ancora non ha ben chiaro cosa potrebbe volere il mondo da uno come lui. Nel mentre prova ad offrire ciò che vede con i suoi occhi tramite una sua lettura, con la speranza che il suo punto di vista possa essere d'aiuto a qualcuno martellato dai suoi stessi interrogativi.