Si inaugura il 41° Oriente Occidente Dance Festival. Sul palco Hofesh Shechter, in replica domani sera. Replica sabato anche la danza aerea nei parchi. Il fine settimana sarà caratterizzato dallo speciale doppio appuntamento all’alba alla Campana dei Caduti di Rovereto, con il lavoro firmato da Alessio Maria Romano ispirato al coro della tragedia greca. Per Linguaggi un dialogo sulle migrazioni femminili.
Apre stasera il sipario il 41° Oriente Occidente Dance Festival alle 20.30 al Teatro Zandonai di Rovereto, con la prima nazionale di POLITICAL MOTHER UNPLUGGED, lavoro del grande coreografo, musicista e compositore israeliano Hofesh Shechter, in replica anche domani sera: viste le restrizioni anticontagio infatti gli spettacoli di maggior richiamo in programma al Festival sono ripetuti due volte per garantire la partecipazione a un numero maggiore di spettatori. Replica domani, sabato 4 settembre alla stessa ora anche la compagnia À Fleur d’airs che però cambia palco: ad accogliere i volteggi aerei della compagnia francese sarà infatti il Parco Ferrari di Lizzanella, alle ore 18.
Sia sabato che domenica in programma alle 6 del mattino alla Campana dei Caduti di Rovereto Chòros. Il luogo dove si danza, co-produzione Oriente Occidente firmata da Alessio Maria Romano pensata per essere messa in scena proprio con la scenografia di Maria Dolens, sul Colle di Miravalle. In scena 50 performer professionisti, allievi della danza e del teatro, aspiranti danzatori e attori guidati da Romano, figura di spicco del panorama teatrale nazionale, già premiato alla Biennale Teatro nel 2020 con il Leone d’Argento. Alessio Maria Romano è infatti un artista ponte tra le due arti. Oltre alla preparazione attoriale nella prestigiosa Scuola del Teatro Stabile di Torino si diploma in analisi del movimento Laban/Bartenieff a New York e Brighton. Ha studiato con Raffaella Giordano, Maria Consagra, Carolyn Carlson, Dominique Dupuy. Collaboratore di Luca Ronconi, Carmelo Rifici, Valter Malosti e Jacopo Gasmann per le coreografie dei loro lavori teatrali, coordinatore della Scuola del Piccolo Teatro di Milano “Luca Ronconi”, Romano investiga i corpi per farli muovere nello spazio con organicità, ritmo, dinamica nel rispetto della libertà fisica e di relazione. Il lavoro si ispira al coro delle tragedie greche e di volta in volta si lascia influenzare con le tematiche che caratterizzano il contemporaneo: «Choròs nasce dall’osservazione del passato – spiega il coreografo – e di quanto i cori dell’antica Grecia fossero presenti oggi, di cosa fossero oggi. Il personaggio del coro nelle tragedie è composto da cittadini che si confrontano con temi come la guerra, l’amore, la morte, la fuga, la sofferenza, la ricerca, il desiderio. Siamo partiti da una ricerca iconografica vastissima, fotografica, poetica: stimoli che ci potessero ispirare sui fatti del presente. Da Kabul ai terremoti, gli incendi, il cambiamento climatico: tutto ha influenzato il perché stiamo facendo questo lavoro».
Nella giornata di sabato anche un nuovo appuntamento della sezione Linguaggi, quest’anno curata da Marzia Bona, Anna Benazzoli e Caterina Ghobert. Alle 17.30, alla Sala Conferenze del Mart il dialogo tra la ricercatrice Martina Cvajner e la giornalista Lucia Ghebreghiorges sulle migrazioni femminili. L’incontro, dal titolo Tra estraneità e familiarità. Identità e percorsi di vite femminili in movimento sarà moderato da Sara Hejazi e sarà un viaggio attraverso le sfaccettature dei processi migratori, in particolare quelli femminili: le luci e le ombre dell’incontro con l’altro e con l’altra e le dualità della vita, in equilibrio tra la realtà di origine e quella della quotidianità.