
C’è un momento, nel tragitto verso il Bosco dei Poeti, in cui il paesaggio si fa più rarefatto. Le colline intorno a Dolcè si srotolano in una trama verde e fitta, e il sentiero sterrato sembra condurre a un luogo fuori dal tempo, dove le parole e le immagini si sono depositate come muschio sulle cortecce degli alberi.
Lorenzo Lome Menguzzato cammina davanti a me, con il passo sicuro di chi conosce ogni radice, ogni curva del percorso. Mi racconta di come tutto sia iniziato, nel 1996, con il lavoro sulla terra, la sistemazione dei sentieri, il rispetto di un equilibrio che andava compreso prima ancora che modificato. “Il bosco è una cosa viva,” dice, e non lo dice per dire. Lo ha studiato, si è formato come silvicoltore, ha imparato che un bosco va gestito secondo piani decennali, che vanno rinnovati, discussi, condivisi.
Il vero Bosco dei Poeti, quello che oggi conosciamo, nasce nel 2002. Lorenzo racconta di come abbia scritto a cinquanta tra poeti e artisti internazionali, chiedendo loro di contribuire con tre fogli scritti o disegnati sul tema “Uomo e Natura”. Non si aspettava molto: un 20% di risposte sarebbe stato già un buon risultato. Ne arrivarono settanta, subito.
“Gli artisti sono generosi, più sono grandi più lo sono,” dice. Tra i primi nomi che aderirono al progetto ci furono Alda Merini, Alberto Casiraghi, Nanni Balestrini, Luigi Ontani, Nicola De Maria, Edoardo Sanguineti, Maria Luisa Spaziani.

Camminiamo lungo un sentiero che si snoda tra gli alberi. Ogni tanto, Lorenzo si ferma per mostrarmi una lastra di pietra con incisa una poesia, un’opera d’arte che dialoga con il paesaggio, un pensiero lasciato a chi passerà di qui. Una di queste incisioni è una poesia di Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II. Un’altra, poco più avanti, raccoglie un pensiero sulla compassione, donato dal Dalai Lama.
Non c’è un ordine prestabilito, non c’è un percorso obbligato. Si può scegliere di deviare, fermarsi, perdersi. “Il bosco è plurale,” mi dice Lorenzo, “qui si coltiva la diversità.”
Nel 2005 il Bosco dei Poeti vince il Premio Telecom Italia “Contagiare Bellezza”, con una giuria presieduta da Umberto Eco e composta da Philippe Daverio, Vittorio Sermonti, Alessandro Baricco. Il riconoscimento porta visibilità, così come la collaborazione con Radio24, che già nel 2003 aveva raccontato il progetto a tutta Italia. Altri premi seguono: il Premio Morando per la diffusione della cultura del Lago di Garda e il riconoscimento della Coldiretti, che assegna al Bosco l’Oscar Green nel 2016.



Ma la resistenza di un progetto come questo non si basa sui premi. Il Bosco dei Poeti non gode di contributi pubblici, non ha appoggi politici. Si trova su un confine, in un limbo amministrativo che lo rende troppo veneto per i trentini e troppo trentino per i veneti.
Nel frattempo, il bosco cresce, si espande. Gli artisti continuano ad arrivare. John Held, uno dei massimi esperti di mail art, ha lasciato la sua traccia qui. Il musicista Paolo Fresu ha creato tre stendardi per il Bosco. E poi ci sono le scuole, le università, i gruppi della terza età, le imprese che scelgono di trasformare una visita in un’esperienza di team building.
“Educazione e istruzione sono due valori fondamentali, e il Bosco può offrirli,” dice Lorenzo mentre ci fermiamo davanti a una nuova installazione.
Mi parla dell’archivio, del deposito costituito presso il MART di Rovereto nel 2014. Della mostra “Forest Magic Mountain”, organizzata con la FAO a Roma e poi all’Expo di Milano. Dell’Associazione Bosco dei Poeti, nata nel 2021 per dare una forma più stabile a un progetto che continua a crescere.
Ci sediamo su una panchina di legno grezzo. Intorno, il bosco risuona di voci lontane, del fruscio delle foglie, del battito delle ali di un uccello che si solleva da un ramo.
“A volte mi chiedo quale sarà la nostra capacità di resistenza,” dice Lorenzo, guardando un punto indefinito tra gli alberi.
Penso alle parole incise sulla pietra, ai fogli appesi tra i rami, alle poesie scritte sulla corteccia. Penso a come certe idee, certe intuizioni, abbiano una forza che prescinde dalle logiche del mercato, dai finanziamenti, dalle convenzioni. Il Bosco dei Poeti resiste. Lo fa con la caparbietà di chi crede ancora nella bellezza, nella parola, nell’incontro tra arte e natura. E forse, in questo suo resistere silenzioso, è già una risposta.


Dove e come
Per mostre, manifestazioni, visite guidate e altro rivolgersi a: Lorenzo Menguzzato
info@boscodeipoeti.it
www.boscodeipoeti.it
349 2585007
340.4943256
Loc. Vergnana
Km 318 Statale Brennero
DOLCE’ (Verona)
