




Palazzo Roccabruna, “gioiello” architettonico ed artistico del Rinascimento trentino, dagli esterni austeri ed essenziali, all’interno racchiude tesori di grande bellezza. Da pochi mesi è stato completato il restauro della sala “Conte di Luna” e della Cappella di San Gerolamo. I restauri durati due anni sono stati voluti dalla Camera di Commercio per ripristinare l’aspetto della sala nobile del palazzo di via Ss. Trinità. Al restauro di affreschi e soffitti, si è aggiunta la realizzazione di una copia del “campanello” bronzeo di Gerolamo Roccabruna, ottenuta da complesse procedure di fotografia e stampa tridimensionale. È stata realizzata la copia di un dipinto perduto, l’olio su tela di Giovan Battista Moroni che ritrae San Gerolamo penitente, dipinto cinquecentesco andato perduto a inizio Novecento e di cui è rimasta solo una copia fotografica in bianco e nero. Il segretario generale della Camera di Commercio Alberto Olivo, incontrando la stampa, ha descritto l’impegnativo percorso di riqualificazione del palazzo cinquecentesco: «Quando abbiamo acquisito palazzo Roccabruna vent’anni fa, l’abbiamo trovato piuttosto maltrattato. Grazie ai diversi restauri, è diventato sede di rappresentanza in grado di ospitare eventi di pregio».
GLI AFFRESCHI
A curare i restauri degli affreschi e dei fregi a soffitto è stata la squadra coordinata dall’architetto Manuela Baldracchi. «La sala “Conte di Luna” riprende il soprannome dell’ambasciatore del re di Spagna che vi risiedette – ha spiegato l’architetto – Il fascino di palazzo Roccabruna sta nel fatto che non nasce come un palazzo progettato a tavolino, ma da edifici preesistenti che portano in sé tracce medievali ed anche antiche romane nei seminterrati». Baldracchi descrive il restauro: «Abbiamo puntato ad un restauro minimale sugli affreschi, ripristinando il motivo a muro che ritrae un sole antropomorfico e l’acronimo “NSM”, che sta per “Nec Sorte Movebor”, “Nemmeno la sorte mi smuoverà”. Ci siamo poi concentrati sul restauro dei soffitti lignei che riportano l’emblema della “rocca nera” o “Roccabruna”. Il ripristino ha riguardato anche il soffitto del piano superiore con lo stesso stemma e i pavimenti in legno di abete con incisa una stella in legno più chiaro, di ciliegio».
IL CAMPANELLO BRONZEO
Un lavoro certosino che ha messo insieme fotografia e stampa tridimensionale ha riguardato la realizzazione di una copia del “campanello bronzeo” di Gerolamo II Roccabruna: il campanello era il simbolo del potere di questo patrizio, consigliere del Principe Vescovo a metà del Cinquecento. L’originale è conservato al Castello del Buonconsiglio e la Camera di Commercio ne ha fatto realizzare una copia ora esposta a palazzo Roccabruna. A parlarne è Paolo Chistè, referente per il Laboratorio archeo-fotografico Bagolini dell’Università di Trento: «Abbiamo realizzato una scansione fotografica del campanello in metallo scattando 750 fotografie da ogni posizione usando una tecnica particolare che evita gli abbagliamenti – ha spiegato Chistè – Successivamente con Trentino Sviluppo abbiamo commissionato la stampa 3d, che ha utilizzato un particolare tipo di nylon. Sulla copia sono stati poi inseriti i motivi decorativi presenti nell’originale».
IL DIPINTO PERDUTO
Infine, il recupero di un dipinto disperso, il “San Gerolamo penitente” di Giovan Battista Moroni. Di questo quadro, un olio su tela risalente a metà Cinquecento, si sono perse le tracce dopo che i proprietari, i baroni Salvadori, lo vendettero sul mercato internazionale all’inizio del Novecento. «Di quel quadro, un’opera di grandi dimensioni che misurava 211 cm in altezza, è rimasta solo una fotografia in bianco e nero, ma piuttosto nitida – ha spiegato lo storico dell’arte Ezio Chini, esperto di pittura cinquecentesca trentina – Si è proceduto alla realizzazione di una copia in bianco e nero di quella fotografia in dimensioni naturali ed è stata collocata nell’oratorio di San Gerolamo».
PALAZZO ROCCABRUNA, OGGI
Palazzo Roccabruna è la “Casa dei prodotti trentini”, un punto di riferimento per consumatori, appassionati e operatori desiderosi di approfondire la cultura enogastronomica del Trentino. Dal settembre 2007 Palazzo Roccabruna è anche sede dell’Enoteca provinciale del Trentino: nelle sale è possibile apprezzare una collezione storica di oltre 600 etichette trentine dagli anni Quaranta agli anni Ottanta. A Palazzo Roccabruna si svolgono infatti gli eventi enogastronomici di maggiore risonanza: degustazioni settimanali, visite alle cantine e numerosi incontri del Festival TrentoDoc.
