“Casa” vuol dire riposo. Non dimentichiamolo

In un mondo frenetico può apparire singolare riferirsi all’importanza del “dolce far niente”, eppure per il nostro amico questa fase di “veglia passiva” risulta essere fondamentale. Egli, garantite le uscite quotidiane, fatte di corse, interazioni sociali e coinvolgimenti cognitivi, necessita di dedicare una buona parte della giornata al dormicchiare tranquillo. Non si tratta di un sonno profondo, equiparabile alla notte, quanto piuttosto di un rimanere accovacciato in totale relax. Gli studi sul comportamento animale hanno, infatti, evidenziato come tutti gli organismi viventi abbisognino di spazi temporali di “off” e ciò in funzione del recupero delle energie e del mantenimento di un adeguato equilibrio psico fisico. Riposando, il cane permette ad alcuni neurotrasmettitori di essere prodotti in giusta misura, fornendo tranquillità e benessere; al contempo, sarà evitata l’eccessiva secrezione di ormoni dello stress, come il cortisolo. Perché tutto ciò possa accadere senza interruzioni, ogni cane dovrebbe potersi avvalere di uno “studio privato”, quale una cuccia, un trasportino aperto, ovvero una stanza di ridotte dimensioni ove recarsi ogni qualvolta lo ritenesse necessario. L’ubicazione di questi strumenti dovrebbe evitare le zone di passaggio, quelle vicine alla porta di entrata e le aree centrali; in questo modo, anche dinanzi ad intense attività famigliari, ivi compreso l’arrivo di amici, egli potrà mettersi in disparte senza costrizioni di sorta. Qui si dovrà evitare di “disturbarlo”, chiamandolo o, peggio ancora, entrando nel suo “spazio intimo”. Altri studi rivolti agli animali da compagnia hanno riscontrato un collegamento diretto tra gli stati di eccitabilità e le ridotte ore dedicate al rilassamento, confermando come una continua sollecitazione sensoriale produca una riduzione delle capacità di auto controllo. Tutto ciò potrà riversarsi nella relazione con gli altri membri della famiglia, a maggior ragione nel corso delle uscite quotidiane; in questo modo, la soglia di reattività agli stimoli ambientali sarà alquanto bassa, divenendo frequente l’abbaio. Allo stesso tempo, la capacità di ritornare in equilibrio sarà molto limitata e a nulla serviranno i rimproveri e le correzioni del proprietario. Tutto questo assumerà un valore ancora maggiore nei confronti dei cuccioli, bisognosi, per crescere, di lunghe pause dal caos di ogni giorno.

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Pubblicato da Stefano Margheri

Mi hanno detto, e penso di ricordarlo, che da piccolo mi perdevo nella fattoria in miniatura, fatta di animali di diverse specie che sostituivano i tipici soldatini dell’epoca. Probabilmente, in qualche parte della memoria, questa passione si è trasformata in qualcosa di reale e a distanza di molti anni mi ritrovo ad ammirare, con lo stupore di un bambino, ogni espressione del comportamento animale. In particolare, i cani sono diventati la mia vita, oggi persino una professione, prima affiancata alla laurea in giurisprudenza e poi fatta prevalere su quest’ultima. Le qualifiche e i titoli acquisiti nei decenni mi hanno insegnato l’importanza di non smettere di imparare, coniugando la pratica dell’addestramento con il piacere curioso della conoscenza teorica. Scrivendo e descrivendo i cani, cerco di trasmettere quello che giornalmente loro stessi mi insegnano.