Chi ama, chi studia, chi giudica  

© Édouard Boubat, 1965

Parigi, 1965. L’Ile Saint-Louis si apre come un sipario su un teatro in miniatura dove le forze eterne dell’amore, della fede e della conoscenza si sfiorano, si ignorano, si giudicano. Lo scatto di Édouard Boubat non ha bisogno di voce: è già un sussurro che riecheggia per chi sa ascoltare.

Gli amanti si baciano con quella fame incosciente e dolce che ha il sapore dei vent’anni. Ma non sono soli. Alle loro spalle, una suora li osserva e, distogliendo lo sguardo, ci dice tutto: è lo sguardo della morale, della colpa, del dogma. È breve, ma pesa.

In primo piano, un giovane legge, assorto, quasi arrogante nel suo isolamento. Sembra dire: “Io so.” Ma l’amore – quello che accade dietro di lui – lo ignora, o forse lo infastidisce. Non legge l’amore. Non legge la fede. Legge se stesso.

Boubat dipinge un mondo sospeso tra ciò che è terreno e ciò che è eterno, tra l’impulso e la regola, tra la carne e l’astrazione. In quell’istante rubato, c’è la città, certo, ma anche l’uomo, nella sua nudità interiore. Così come Joan Didion ci raccontava l’America attraverso i suoi dettagli più minuti, Boubat fa lo stesso con Parigi: ci mostra l’anima attraverso un bacio, uno sguardo storto, e un libro aperto.

E forse siamo tutti e tre, in fondo: chi ama, chi giudica, chi osserva da lontano fingendo di sapere.

E Parigi, come sempre, resta lì: complice, indifferente, bellissima.

Una scenografia fissa per attori che cambiano volto, ma non copione.

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Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.