“Ah, siete della provincia di Trento, allora conoscerete sicuramente Paolo Orsi”. Eravamo in attesa che si formasse il gruppo per la visita al Parco Archeologico della Neapolis di Siracusa quando la nostra guida mi fece questa domanda. “In realtà non ne so molto”, risposi. Se pensava che avrei dovuto, non lo diede a vedere. “Paolo Orsi, l’archeologo di Rovereto che fu Soprintendente archeologico in Calabria ed in Sicilia”, disse poi, ed aggiunse: “fu uno dei precursori della stratigrafia, la tecnica di scavare il terreno a fette per poi studiarne i vari livelli e raccogliere e documentare i reperti che nei vari periodi storici vi si sono accumulati”. Io vacillai e lui mi diede il colpo del k.o.: “Orsi è anche stato direttore del Museo Storico di Siracusa che ora porta il suo nome”. Andai definitivamente al tappeto!
La visita al Parco Archeologico fu poi memorabile e la nostra guida si rivelò simpatica, affabile e poco cattedratica. Nel Teatro Greco ci fece rivivere la meraviglia che catturava gli spettatori delle commedie e delle tragedie che vi venivano rappresentate con il Golfo di Siracusa sullo sfondo. Accanto all’Anfiteatro Romano ci stupì mostrandoci uno dei più colossali altari dell’antichità sul quale in onore di Giove si sacrificavano fino a 450 tori per volta. Nell’Orecchio di Dioniso, la grotta così battezzata da Caravaggio per le sue proprietà acustiche, batté le mani in vari punti per dimostrarci quanto il pittore avesse ragione. E Naturalmente ci parlò di Archimede, uno dei più grandi scienziati e matematici della storia nato proprio a Siracusa ma ci spiegò anche come raccogliere e conservare i capperi che crescevano nelle fenditure delle rocce che incontravamo. Usciti dal Parco visitammo il Museo Archeologico intitolato all’uomo di cui non sapevo molto ma che tanta importanza aveva avuto per l’archeologia siciliana e per quella dell’Italia intera. Alla fine di quella giornata pensai che la guida turistica aveva trovato probabilmente strano che un trentino non sapesse quasi nulla di un conterraneo importante come quello. Cercai su Google e scoprii che Orsi era stato una vera e propria Superstar tra gli archeologi italiani.
La faccio breve: nacque a Rovereto nel 1859 e fin da ragazzo fu travolto dalla passione per l’archeologia tanto che, grazie alle sue ricerche, vennero fatti importanti rinvenimenti in vari luoghi del Trentino, come ad esempio in Vallagarina. Frequentò le Università di Padova, Vienna e Roma. Dopo avere insegnato in un liceo laziale venne incaricato di eseguire scavi in varie parti d’Italia e come detto fu Soprintendente archeologico in Calabria ed in Sicilia dove venne nominato direttore del Museo Archeologico di Siracusa. Per il suo lavoro ebbe molte onorificenze come quelle di Cavaliere e di Commendatore oltre che l’onore di essere nominato Senatore del Regno d’Italia. Morì a Rovereto nel 1935. Meglio di me, naturalmente, può far conoscere lo spessore della figura di Paolo Orsi il ricordo che il suo amico e collega Enrico Gagliardi scrisse nel 1936 sul Quaderno della rivista Trentino: “La sua vita austera, d’una semplicità francescana, che rifuggiva dagli onori e da ogni teatrale popolarità, gli ha permesso di operare in silenzio in luoghi disagiati. Dovunque Egli è passato, ha lasciato un’orma profonda; perché niente sfuggiva al suo sguardo, alla sua acuta osservazione; i suoi studi si concentravano subito in limpide e fondamentali pubblicazioni che hanno illustrato intere regioni e periodi oscurissimi, mai prima di lui tentati, e da lui fatti rivivere e resi eloquenti dopo millenni di silenzio”. C’è poco da aggiungere, solo che al Museo Civico di Rovereto ci sono la sua biblioteca e le sue Collezioni, da lui donate nel 1935, anno della morte. Ne fanno parte numerose terrecotte, ceramiche ed altri reperti tra i quali spiccano 1120 monete greche d’argento e di bronzo con rari esemplari d’oro.
Un grande personaggio davvero Paolo Orsi, scoperto grazie a quell’indimenticabile guida turistica sotto il sole caldo di un mattino siciliano.