Chiedi chi erano i… Metallica

Lo spunto nasce dalla bellissima canzone degli Stadio, che nel pezzo “Chiedi chi erano i Beatles”, raccontavano i ricambi generazionali in chiave metaforica, a sottolineare il tempo che passa. E quando la domanda veniva rivolta a una teenager, la risposta non lasciava dubbi: 

“Chiedilo ad una ragazza di 15 anni di età

Chiedi chi erano i Beatles e lei ti risponderà

La ragazzina bellina col suo naso garbato

Gli occhiali e con la vocina

Ma chi erano mai questi Beatles? Lei ti risponderà

I Beatles non li conosco, neanche il mondo conosco

Sì, sì conosco Hiroshima ma del resto ne so poco,
ne so proprio poco

Ha detto mio padre l’Europa bruciava nel fuoco

Dobbiamo ancora imparare, noi siamo nati ieri,
siamo nati ieri.”

Insomma, i Beatles potevano essere stati anche i più grandi della musica, ma nel mondo acerbo di un’adolescente non avevano alcun significato. 

L’aggancio a questa tematica nasce da una curiosa statistica condotta su giovani e giovanissimi nell’ambito della sfera musicale internazionale. Tra le domande rivolte alla “generazione zeta”, spiccava quella sulla conoscenza dei gruppi rock e metal che hanno fatto la storia della musica. E la sconcertante risposta di un ragazzino alla domanda: “Chi erano i Metallica?” è stata: “Una maglietta”.  Eh sì, le magliette delle band non vogliono più dire tanto. Una volta non comunicavano solo una passione per un genere musicale, ma erano veri e propri simboli di un modo di vivere; incarnavano un’ideologia e definivano l’identità di un singolo e del suo gruppo di appartenenza. Si compravano ai concerti o nei negozi di dischi, o ancora nelle bancarelle specializzate. Da un po’di tempo a questa parte sono entrate invece nel vortice commerciale della moda, da quella “alta” a quella di massa. Tanto per fare un esempio, nel 2012 la casa di moda Balenciaga ha lanciato una t-shirt che prendeva chiara ispirazione dal logo degli Iron Maiden. E anche se le grandi maison guardano sempre più spesso ai fenomeni musicali, sono le aziende di moda a costi accettabili – la cosiddetta “fast fashion”, tipo H&M o Zara – a sfornare in maniera seriale t-shirt dedicate a Guns ‘n’ Roses, Ramones, Pink Floyd o Metallica. Molti adolescenti oggi indossano magliette di gruppi saliti alla ribalta molto prima che loro nascessero; le indossano e non conoscono le loro canzoni, o ne sanno vagamente qualcosa, magari sentito dire dai genitori o addirittura da qualche nonno. 

Anche i vip le indossano con disarmante disinvoltura: Chiara Ferragni ne possiede un’intera collezione (non ne avevamo dubbi!), che sfoggia in molte occasioni. Celebre la sua apparizione a un concerto del marito con la t-shirt degli Iron Maiden. Ma non è un caso isolato: anche Justin Bieber, Rihanna, le sorelle Kardashian e altre tantissime celebrità hanno seguito la moda di indossare magliette con una grafica che riprende esplicitamente questa o quella band storica. Cosa sta alla radice del fenomeno? Secondo gli esperti del rapporto tra moda e cultura, è tipico della nostra epoca impadronirci di prodotti cult del passato per trasformarli in beni di consumo di massa. E gli artisti che ne pensano? Molti preferiscono che i ragazzini acquistino gadget piuttosto che ascoltare musica, perché guadagnano di più da una maglietta che dai brani che ormai si ascoltano gratis su Spotify e su altri canali dedicati. Ma come in ogni questione, c’è il rovescio della medaglia, che ha il volto di una ragazza, Zaria, che ha un discreto seguito su TikTok come cantante e ballerina. In alcuni video si esibisce indossando una maglietta dei Metallica; nulla di strano, si potrebbe commentare, considerando la moda del momento. Fino a che qualcuno, pensando di metterla in difficoltà, le ha chiesto di nominare il titolo di tre canzoni dei Metallica. E Zaria ha replicato in maniera del tutto inaspettata, dicendo che le avrebbe non solo nominate, ma pure suonate alla chitarra!”. E imbracciato lo strumento, ha dimostrato di non indossare quella t-shirt solo per moda. Un’eccezione? Chi lo sa. Intanto andiamo a rivederci la discografia di qualche bel gruppo, per poi indossare la maglietta. 

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Pubblicato da Tiziana Tomasini

Nata a Trento ma con radici che sanno di Carso e di mare. Una laurea in materie letterarie e la professione di insegnante alla scuola secondaria di primo grado. Oltre ai grandi della letteratura, cerca di trasmettere agli studenti il piacere della lettura. Giornalista pubblicista con la passione della scrittura, adora fare interviste, parlare delle sue esperienze e raccontare tutto quello che c’è intorno. Tre figli più che adolescenti le rendono la vita a volte impossibile, a volte estremamente divertente, senza mezze misure. Dipendente dalla sensazione euforica rilasciata dalle endorfine, ha la mania dello sport, con marcata predilezione per nuoto, corsa e palestra. Vorrebbe fare di più, ma le manca il tempo.