Investire il proprio tempo nella solidarietà per far crescere il settore del volontariato. I manager solidali di ManagerNoProfit sono arrivati anche in Trentino e lanciano un appello ai dirigenti d’azienda in pensione o prossimi al ritiro dall’attività professionale perché entrino a far parte della rete di solidarietà a sostegno delle associazioni e delle imprese del mondo del volontariato: «Vogliamo mettere a disposizione delle organizzazioni che necessitano di assistenza professionale le capacità maturate nel corso di decenni di carriera lavorativa», ha spiegato il referente trentino di ManagerNoProfit Luigi Tomassini, che delinea i contorni della proposta: «Accogliamo ben volentieri nel nostro gruppo manager con disponibilità di tempo, dotati di passione civile ed umana. Operiamo a titolo gratuito ed offriamo un’assistenza operativa elaborata in maniera mirata sulle esigenze delle realtà che si rivolgono a noi».
ManagerNoProfit ha maturato anni di esperienza tra Piemonte e Lombardia ed in Trentino il gruppo di manager solidali sono attivi da ottobre: finora sono arrivate diverse adesioni al progetto, tra cui quelle della cooperativa sociale CS4 di Pergine Valsugana, la Solidarietà Vigolana dell’Altopiano omonimo, Avis donatori volontari di Trento e Csv Trento. Il dirigente d’azienda che intende mettere il suo tempo e le sue competenze a servizio delle cause nobili del “terzo settore” deve rispondere ad alcuni requisiti: «Occorre essere manager in pensione o prossimi a lasciare l’attività lavorativa, in possesso di competenze comprovate e di tempo, essere positivi ovvero avere le batterie cariche per alimentare la spinta interiore necessaria ad aiutare il prossimo. Consapevoli che si può assistere concretamente e generare valore aggiunto operando con trasparenza e spirito solidale», ha spiegato Tomassini.
Ai manager che aderiscono al progetto è offerta l’opportunità di perfezionarsi attraverso corsi mirati: «Il lavoro di volontariato con noi è accompagnato dalla formazione, mediante seminari di motivazione dei volontari, per stabilire metodi e piani operativi, per misurare periodicamente la soddisfazione nel progetto – ha sottolineato Tomassini – Puntiamo ad acquisire nuove conoscenze nel campo del “sapere fare” attraverso le nuove tecnologie e del “saper essere” attraverso incontri con esperti di psicologia, sessioni di brain training ecc».