Condannato a raccontare

Ho trascorso le ultime vacanze di Natale in compagnia di un amico di nome Philip. Ovvero le mille pagine della sua biografia che mi hanno nutrito e consolato: insomma, esattamente le “mansioni” di un amico vero. Uno dei più grandi autori della letteratura di tutti i tempi, un tipo schietto che se ne fregava delle chiacchiere della gente, degli stili di vita preimpostati, delle convenzioni, di quel moralismo di cui negli States sono strenui portavoce (e che hanno a lungo ostacolato l’uscita di questo libro). Era stato lo stesso Roth (1933-2018) a chiedere, 10 anni fa, a Blake Bailey di renderlo “interessante”, ma di non provarci nemmeno a “riabilitarlo”, facendone un santino. Dunque, ora anche in italiano, per Einaudi, con la traduzione di Norman Gobetti (pag. 1056, € 26) è possibile incunearsi nella metavita di Roth, così maledettamente inscindibile dai suoi romanzi, in cui i fatti reali e quelli inventati si scambiano continuamente di posto. Roth stesso gioca a celarsi, dando pieno mandato ai propri alter ego (Nathan Zuckerman, David Kepesh) di sostituirlo al comando della nave.

Due i temi ricorrenti che posso citare in questo esiguo spazio. L’essere ebreo, controcorrente, dissacrante, ma mai blasfemo. E poi le donne. Uno dei meriti di questa monumentale biografia è infatti quello di fornire un’esaustiva mappa dello spirito femminile, una guida pratica, libera da qualsiasi pregiudizio o ortodossia, su come funzionano le relazioni, l’amore, il sesso. Conosciamo così i suoi tanti legami, costellati di passione, follia, possesso, rimpianto, gioie e dolori di un uomo che il destino ha condannato a raccontare, fino a lambire i territori della malattia psichiatrica.

“La mia vita è un problema che non so risolvere”, continuò a ripetere come un mantra dagli anni ‘90 in poi. Un problema comune a molti, carissimo amico mio. Se puoi, guardaci da lassù!

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Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.