Cupe vampe

C’è chi dice che si sapeva, che Putin lo aveva annunciato già da anni, la sindrome da accerchiamento stava per dargli alla testa. C’è chi dice che l’accerchiamento è reale e gli USA continuano a fare il gioco sporco, con la Nato al proprio servizio. Se qualcuno prova a dire qualcosa contro l’invio delle armi italiane in Ucraina ecco che si vede accusato di lisciare il pelo al vittimismo pacifista, quando non apostrofato con epiteti del tipo beota fascistoide, o cose del genere. Chi invece paragona Putin a Hitler e invoca una strenua e solidale resistenza e definisce “genocidio” quello che si sta consumando, azzardando paragoni con l’Olocausto, viene ridicolizzato da chi pensa che invece l’aggressione russa non è un’aggressione all’Europa, né tanto meno all’Italia. Chi solleva interrogativi sul ruolo ambiguo degli Stati Uniti d’America che nel corso della storia molte volte hanno operato con modalità simili in altri angoli del pianeta eppure anziché di invasione lì si parlava di liberazione, ebbene costoro vengono tacciati di antiamericanismo d’accatto.

Da quando le discussioni si tengono sui social anziché nei bar abbiamo scoperto la passione per il dibattito. È una versione moderna però, degenere, si potrebbe dire, perché non prevede il purché minimo avvicinamento tra le tesi in confronto. Ogni analisi – spesso proposta da chi non avrebbe competenze sufficienti a proporla – è destinata a sfociare in una truce invettiva che mira al depotenziamento e alla ridicolizzazione della controparte. Questo siamo diventati. Che si tratti del referendum di Renzi o della diatriba sui vaccini o della guerra in Ucraina siamo sempre lì a scannarci, pestando sulle tastiere dei pc con la bava alla bocca, sovente protetti da un vergognoso anonimato.

Nel frattempo, a circa 2000 chilometri da qui, cupe vampe si levano dagli edifici di Kiev, di Mariupol, Odessa e di altre città di quello sciagurato Paese. “Ci fotte la guerra che armi non ha / Ci fotte la pace che ammazza qua e là / Ci fottono i preti, i pope, i mullah / L’ONU, la NATO, la civiltà. / S’alzano i roghi in cupe vampe”.

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Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.