Dall’Alpi all’Adriatico, dalla lavagna alla LIM

Come di consueto, alla ripartenza di un nuovo anno scolastico si abbattono sul mondo della scuola piogge di opinioni e di sentenze, accompagnate da una buona dose di luoghi comuni. Messi al bando i regolamenti pandemici, ora si ritorna a fare il punto su quella che può essere definita come una situazione di “calma [più o meno] apparente”. E allora? Che dire adesso sulla scuola? Di quali noiosi e barbosi argomenti intrisi di retorica da corridoio scolastico vogliamo occuparci? La stampa nazionale e locale – dopo aver fatto il punto su questa nuova e nascente era post Covid – ha rispolverato alcuni degli evergreen più classici ed immortali. E tra quelli inossidabili, troviamo senza ombra di dubbio il raffronto tra la scuola di ieri e quella di oggi. Un’inesorabile quanto cadenzata scaletta, che odora un po’ di muffa e un po’ del caratteristico odore mixato tra caffè e disinfettante. I punti sui quali mi sono soffermata sono tutti facilmente discutibili e alcuni direttamente confutabili.

IL RISPETTO E LE REGOLE

Una volta gli alunni temevano l’insegnante, portandogli (o portandole) rispetto. Rispetto che si otteneva anche con qualche sonora bacchettata sulle mani o con punizioni esemplari, come l’isolamento dietro la lavagna. Oggi si dice che manchino ordine, puntualità e rispetto. Si dice anche che l’educazione troppo lassista delle famiglie consenta ai ragazzi di assumere atteggiamenti maleducati e strafottenti nei confronti dei professori. Confutazione? Ci sono tanti ragazzi e ragazze rispettosi delle regole, educati, collaborativi e responsabili. 

LA FOTO DI GRUPPO

Una volta la foto di gruppo si faceva regolarmente in divisa, con il professore al centro. Oggi le foto di classe sono molto più dinamiche: c’è chi si sdraia, chi fa la linguaccia e tiene la sigaretta dietro l’orecchio, pronta per il suono del campanello. Il professore sta in disparte, non è più il protagonista. Confutazione: anche nelle foto di una volta comparivano le corna fatte al poveretto davanti, come i pizzicotti alla coscia della vicina senza farsi scoprire. E il posto del professore? Stare a lato non significa essere meno importanti, ma esserlo in maniera meno invadente. 

IL RUOLO DEL GENITORE

Una volta non c’era nessuna possibilità di replica e di contestazione da parte delle famiglie. Se prendevi come voto un 3, le prendevi (questa volta le legnate) pure a casa. Oggi si temono le reazioni dei genitori anche davanti a comportamenti palesemente scorretti. Confutazione: pur essendo facilmente riscontrabile, anche in questo caso occorre non fare di tutta l’erba un fascio. Ci sono tanti genitori che ancora ammettono un impegno deficitario nell’attività di studio dei propri figli e che concordano con il giudizio degli insegnanti. 

IL RAPPORTO INSEGNANTE-ALUNNI

Una volta il rapporto insegnante – alunno era freddo, distaccato, formale. Oggi si tratta, in molti casi, di un rapporto amichevole. Si è parlato anche di carenze affettive che lo studente dimostra rivolgendosi al professore più disponibile all’ascolto. Confutazione: tutto vero, ma non troppo. Negli istituti scolastici esiste spesso la possibilità di rivolgersi a uno sportello psicologico, condotto da un esperto. Un’ottima opportunità per parlare di sé e del proprio vissuto senza filtri.

IL FUMO

E, parlando di filtri, arriviamo all’argomento fumo. Una volta si fumava sui corridoi, all’interno dell’edificio scolastico. Insegnanti e ragazzi con la sigaretta durante l’intervallo o al cambio dell’ora. Momento tossico ma altamente socializzante. Oggi divieto anche nel cortile, all’aperto. Confutazione: si fuma ancora di nascosto, il divieto generalmente acuisce le menti e incita alla ricerca di strategie destinate a infrangere la regola. Poi c’è sempre l’elettronica che profuma di caramello, nuova fragranza molto di moda.

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Pubblicato da Tiziana Tomasini

Nata a Trento ma con radici che sanno di Carso e di mare. Una laurea in materie letterarie e la professione di insegnante alla scuola secondaria di primo grado. Oltre ai grandi della letteratura, cerca di trasmettere agli studenti il piacere della lettura. Giornalista pubblicista con la passione della scrittura, adora fare interviste, parlare delle sue esperienze e raccontare tutto quello che c’è intorno. Tre figli più che adolescenti le rendono la vita a volte impossibile, a volte estremamente divertente, senza mezze misure. Dipendente dalla sensazione euforica rilasciata dalle endorfine, ha la mania dello sport, con marcata predilezione per nuoto, corsa e palestra. Vorrebbe fare di più, ma le manca il tempo.