De sfros (e la cocombrìa)

“De-sfròs, de straforo, sior professor, l’è na parola difizile, anzi ‘n espression difizile, dato che l’è fata de do parole. Me son domandà de spess da andó che la vegn. E lu, professor, me saverésselo dir da endó che la vegn?”
“Le parole sono interessanti perché sono sempre in viaggio. Se poi riesci a capire come sono nate, da dove sono partite per giungere a noi, che incontri abbiano fatto nei loro viaggi, come abbiano partorito altre parole, allora non sono solo interessanti: sono affascinanti. Peccato che non sempre anche i glottologi, attrezzati come sono, a conoscenza delle lingue antiche e moderne, non sempre riescono a risalire alla loro origine, o anche al loro percorso…”.
“E alora ‘sa se fa?”
“Allora si fanno delle ipotesi. De sfròs, per esempio, viene secondo me da fruscio, frusciare, che sono voci onomatopeiche, ovvero che ci senti sotto il rumore della cosa che definiscono. Dice bene il dizionario Sandron, il mio preferito (mi fu omaggiato come saggio campione gratuito, oltre mezzo secolo fa, era quasi sfasciato e l’ho fatto rilegare…): Fruscio s.m., lieve rumore leggermente sibilante e prolungato, prodotto da cose o animali che strisciano….Schiocchi di merli, frusci di serpi (Montale). Ecco allora, a mio giudizio, l’origine del nostro termine de sfros. Se un animale o anche un essere umano si infrascano, si imboscano, anche non volendo facendo fruscio, evidentemente è per nascondersi, o per nascondere qualcosa. Ossia stanno facendo qualcosa de sfròs…”.
“Anca mi ‘na volta ho vist un che el stava fasendo na roba de straforo: el lambicava sgnapa…”.
“E di dove era quella persona?”
“De Sfruz… Magari l’è cossita che è vegnù for la parola…”.
“Ma per favore!“
“La mia l’era sol n’ipotesi…”.
“Ma per favore: sei un linguista tu?”
”No però me pias la lingua…”.
“Che lingua?”
”Quela enfumegada, coi crauti spezialment! Vègnelo su da mi doménega, professor, che la magnén ensema co la polenta? Me moiér l’è la meio polentara de la val: se pol dir che l’ho sposada per quel!”
“Non ci credo. E comunque potrebbe essere una buona idea, quella della polenta e lingua affumicata…”.
“Zerto che l’è na bona idea. Spezialment en de ‘sti tempi de cocombria: tre entorno a na tàola, un per lato, ben distanziadi…”.
“Cocombrìa? Perché chiami così la pandemia?”
“Perché me vegn la cocombrìa a nominarla… L’ ho envidà a disnar per doménega, professor, perché voleria discuter con elo n’idea…”.
”Che idea?”
”N’idea a proposit de de sfròs”.
”Non puoi anticiparmi qualcosa?“
“Zerto. Se trata de corsi speciali per aspiranti politici: a pagamento se sa! I docenti i sarìa i veci politizi en pension, le vece volp dei partiti che no gh’è pu!”
“E le materie quali sarebbero?”
“Pu che materie se pol parlar de argomenti: come méterghe su le man ala roba binada de sfròs: come portarghe via – de sfròs – la caréga soto el cul (chì bisogna parlar scet) a un dela to lista; come, de sfròs, deventar presidente , anca se no te sai gnente. Cossa ne dìselo, sior professor?”
“Tanta sostanza e niente bale: geniale!”

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Pubblicato da Renzo Francescotti

Autore trentino dai molti interessi e registri letterari. Ha al suo attivo oltre cinquanta libri di narrativa, saggistica, poesia in dialetto e in italiano. È considerato dalla critica uno dei maggiori poeti dialettali italiani, presente nelle antologie della Garzanti: Poesia dialettale dal Rinascimento a oggi (1991) e Il pensiero dominante (2001), oltre che in antologie straniere. Sue opere sono tradotte in Messico, Stati Uniti e in Romania. Come narratore, ha pubblicato sei romanzi: Il Battaglione Gherlenda (Paravia, Torino 1966 e Stella, Rovereto 2003); La luna annega nel Volga (Temi, Trento 1987); Il biplano (Publiprint, Trento 1991); Ghibli (Curcu & Genovese, Trento 1996); Talambar (LoGisma, Firenze 2000); Lo spazzacamino e il Duce (LoGisma, Firenze 2006). Per Curcu Genovese ha pubblicato Racconti dal Trentino (2011); La luna annega nel Volga (2014), I racconti del Monte Bondone (2016), Un Pierino trentino (2017). Hanno scritto prefazioni e recensioni sui suoi libri: Giorgio Bàrberi Squarotti, Tullio De Mauro, Cesare Vivaldi, Giacinto Spagnoletti, Raffaele De Grada, Paolo Ruffilli, Isabella Bossi Fedrigotti, Franco Loi, Paolo Pagliaro e molti altri.