Delicati… come i sassi

Cerca un sasso, dipingilo, posizionalo nella tua città, in modo che chi lo trova possa sorridere. Sono oltre 2100 persone iscritte al gruppo FB “Sassolini felici da Rovereto a…”, persone che con la scusa di uscire, si muovono e conoscono nuovi amici.
Tutto è partito da un sassolino, un piccolo capolavoro trovato da Sandra Frapporti oltre un anno fa al Mart di Rovereto, raffigurante l’opera dell’artista Fortunato Depero, “Rotazione di Ballerina e pappagalli”, dipinto da Anna Miorando. Entrambe si erano imbattute nell’iniziativa di una signora di origini svizzere, Heidi Aellig, che a Recanati ha cominciato a decorare alcuni ciottoli e a lasciarli in giro per la città. L’idea aveva riscosso sin da subito successo, tanto che il gruppo aperto da Aellig su Facebook per l’Italia, “Un sasso per un sorriso”, attualmente accoglie più di 150mila iscritti.


Come è nata la vostra amicizia, Anna?
L’idea dei sassi l’ho vista casualmente su Internet. Io amo dipingere e in un ritaglio di tempo mi son detta: provo anche io! Il gruppo per l’Italia era già molto grande e forse dispersivo, così ho pensato ad un gruppo solo per Rovereto ma la stessa cosa l’ha pensata e fatta Sandra. Lei ha una manualità straordinaria in ogni cosa, fa di tutto con le mani: creta, scultura in legno, lavori con il feltro…poi ho scoperto che aveva trovato il mio “Fortunato”.
Era inevitabile conoscersi, incontrarsi, bere un caffè e fare amicizia. Insieme abbiamo deciso di riunirci in un unico gruppo che, per non fare confusione con quello nazionale, abbiamo chiamato “Sassolini felici da Rovereto a…” così da comprendere anche i dintorni. Da lì è partita questa cosa meravigliosa di cui siamo molto contente, ancora ci entusiasmiamo ogni volta che qualcuno trova un sasso!
Come funziona?
È un gruppo su Facebook a cui bisogna iscriversi, abbiamo optato per questa modalità per avere un minimo di moderazione: lo scopo è quello di avere uno spazio “leggero”, privo di polemiche dove la finalità è sorridere. Chi trova il sasso pubblica la foto, se vuole, altrimenti può semplicemente tenerselo. Chi non ha Facebook può usare Instagram o una mail o Whatsapp. La cosa più bella di questa iniziativa sono le testimonianze. Invitiamo tutti anche a farli: più gente li fa, li dissemina in giro e più gente li trova.
Era aprile quando vi siete conosciute poi, a maggio, hai contratto il Covid Sandra.
Sono finita in terapia intensiva, una cosa pazzesca, quando mi sono ripresa dopo un mese di ospedale mi hanno trasferito a Mezzolombardo in un reparto di riabilitazione. Cominciavo a stare bene e il tempo non passava più, ho chiesto ad un’amica di portarmi sassi e pennarelli ed ho avviato una produzione industriale, riempiendo la camera: ogni appoggio possibile era pieno di sassolini. Ne ho fatti per dottori e infermieri, li ho personalizzati in base alle varie richieste. Questa cosa mi ha aiutato tantissimo, è persino difficile da spiegare.
“I sorrisi avvicinano più dei passi e aprono più porte delle chiavi”, diceva Ezio Bosso.
I sassolini sono diventati un modo per incontrarsi, fare nuove amicizie, comunicare, parlare: si esce a camminare per lasciare o trovare sassolini, ci si incontra sui social e ci si conosce. Un’iniziativa nata sotto Covid la cui risposta è stata oltre le aspettative.
Pian piano si è creata una rete, non solo locale, sono nate un sacco di relazioni.
Fare rete non è sempre semplice ma a noi piace far girare il messaggio. Abbiamo contatti con Milano e Forlì, con amici che ci aiutano a fare sassolini e ce li scambiamo in occasione di iniziative e incontri, in modo da uscire dal virtuale. Sui social ci sono gruppi sparsi in tutto il mondo, è una cosa che piace molto. Così anche noi invitiamo tutti a portare sassi anche quando si va in ferie o in gita. Ne sono stati sparsi per Trieste, Palermo, persino alle Fiji!

Questo progetto è fatto di piccoli gesti che possono rendere positiva una giornata ma bisogna essere degli artisti per partecipare?
Assolutamente no! Non serve essere bravi a disegnare, si possono copiare, sopra ci può stare di tutto: una semplice faccina, una frase, qualcosa di astratto, del colore. È il pensiero che conta! Non siamo abituati a vedere le cose lasciate per gli altri, per questo più si è, più girano, più sorrisi si fanno e più siamo contenti.
Quante persone sono attive nel farne, riuscite a tenerle sott’occhio?
Sono una decina quelle che ne disegnano davvero molti, gli altri ne fanno uno ogni tanto e poi c’è chi pensa di non saperli fare… ma si sbaglia. Chi non vuole dipingere e proprio non se la sente ci porta i sassi da fare. L’altra mattina – a parlare è Sandra Frapporti – ho aperto la porta ed ho trovato un sacchettino di sassi, non so chi li ha messi ma anche questo è un gesto gentile.
La maggior parte degli iscritti sono donne: mamme con figli, pensionate, gattare come me. Tante persone oggigiorno vanno in giro guardando il telefono ma se hai un cane o un bambino sei forse più portato a fare attenzione a cosa hai intorno e i sassolini li trovi facilmente.
Avete mai osservato le reazioni delle persone che li trovano?
Ogni tanto, mettiamo un sassolino e stiamo a guardare se qualcuno lo trova: è bello vedere il viso di chi lo raccoglie, lo gira e si entusiasma di averlo tra le mani. Ho un nipotino – ci racconta Sandra – che li vede tutti, sa che ci sono e riesce a scovarli facilmente; molti ci hanno fatto l’occhio ormai e pare addirittura che qualcuno ne faccia collezione ma ci teniamo a ribadire che non è una gara a chi ne trova di più. È bello che vengano rimessi in circolo.
Le vostre famiglie cosa vi dicono?
Marito e figli mi prendono in giro – ci svela Anna Miorando – la vedono come una cosa poco seria…ma non si può essere sempre seri!
Anche mia sorella – si confida Sandra – mi dice ogni tanto: “Ancora con questi sassi?” Mia figlia invece abita lontano, è ancora incredula per il numero di iscritti al gruppo e mi paragona, scherzando ovviamente, ad un influencer!
Vi piace creare momenti di incontro o iniziative insomma.
Ogni tot di iscritti, per fare un esempio, ci inventiamo qualcosa: ai mille avevamo fatto una specie di caccia al tesoro per le vie di Rovereto, alla ricerca di sassi con lo stemma della città, con gli indizi dal gruppo Facebook, fino all’ultimo confezionato con un grande fiocco sotto al Castello. Il 30 aprile, per i duemila iscritti abbiamo pensato ad un “Raduno dei sassolini” ai giardini Perlasca con un pic-nic. Ma succedono anche cose molto spontanee: avevamo disseminato il percorso per arrivare al Drago Vaia di Lavarone di sassolini ed una mamma ci ha scritto che i suoi bambini, trovandoli qua e là, non avevano mai camminato così contenti e velocemente, per loro è stata una giornata meravigliosa. Anche sapere che in certi momenti al tavolo si sono riunite coppie o famiglie a disegnare dei sassi, dove prima ognuno era impegnato al cellulare o alla tv, è una bellissima testimonianza.
Un movimento gentile, leggero che però non è estraneo ai temi importanti e attuali.
Il rispetto dell’ambiente e della natura sono un principio fondamentale per poter partecipare a questo progetto, come si legge nelle regole del gruppo in cui consigliamo di non prendere dei sassi da spiagge o laghi e di non usare colori e materiali inquinanti. E poi, dopo il Covid, è arrivata la guerra…siamo state invitate a Merano a portare dei sassi sul tema della pace. Una delle nostre follower più attive ha ideato “L’aiuola della pace”, a Volano, dove ha deciso di mettere dei sassi. In quel caso lì, e solo lì, non si trattava di sassi da portare via. Dietro c’era scritto: “Non è un sasso da raccogliere, è un messaggio di pace, lasciane uno anche tu”.
Dopo il pic-nic del 30 aprile, avete in programma qualcosa per l’8 giugno, giornata mondiale dei sassolini felici?
In realtà la giornata è una nostra invenzione…vediamo di liberarne il più possibile quel giorno! Ci piace donare un pezzettino di felicità e allegria, ogni scusa è buona per farlo, per inventare qualcosa. E poi siamo sicure che i sassolini, divenuti virali, continueranno a riservarci un sacco di sorprese per il futuro.

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Pubblicato da Denise Fasanelli

Mamma insonne e sognatrice ad occhi aperti. Amo la carta, la fotografia e gli animali. Ho sempre bisogno di caffè. Non ho bisogno di un parrucchiere, d’altronde una cosa bella non è mai perfetta. Ho lavorato nel campo editoriale, della comunicazione e mi sono occupata di marketing per alcune aziende. Ho pubblicato un libro insieme all’ex ispettore Pippo Giordano: “La mia voce contro la mafia”(Coppola ed. 2013). Per lo stesso editore, ho partecipato, in memoria dei giudici Falcone e Borsellino, al libro “Vent’anni” (2012) con un racconto a due mani insieme all’ex giudice Carlo Palermo.