Doniamo tempo, per un futuro di qualità

Quest’anno per Natale ho chiesto un dono un po’ particolare. Non un regalo, ma proprio un dono. Dono è una parola che mi piace di più del solito termine, gettonatissimo a dicembre, regalo. Lo associo infatti a una certa reverenza, lo trovo più solenne, e anche un po’ più spirituale. La vita è un dono, che si può donare a propria volta, la salute, l’intelligenza, la creatività, la bellezza sono doni. E quale dono più bello e più utile ci può essere del tempo? Donare tempo. Il tempo è tutto, è vita. Oggi sembra sempre più raro e prezioso trovare del tempo in cui sentiamo che stiamo vivendo davvero. Scoprire quanto è bello andare a raccogliere il muschio nel bosco, far giocare un bambino con le foglie secche e le pigne, preparare biscotti, accendere una candela nel buio e ammirarne la luce in silenzio. Sono tutte cose meravigliose che raramente si riescono a fare, travolti dalla chiassosa litania del commercio che ci propina instancabilmente i suoi prodotti da acquistare subito, affrettandosi, prima che sia troppo tardi, per non perdere l’offerta. Affrettarsi, non perdere tempo, approfittare subito… in questo mondo il concetto di tempo è completamente incentrato sul godere presente. È la malattia che sta conducendo noi e il pianeta a una progressiva decadenza, culturale, sociale, ambientale, questa mancanza di prospettiva, questa fretta di consumare cose ed esperienze nel presente. Una mentalità che non tiene conto dei bambini, del futuro della nostra specie. Le notizie recenti non lasciano sperare bene in tal senso. Tutto questo accade perché tutti, leader mondiali in primis, ma anche noi, tendiamo a concentrarci su obiettivi a breve termine e non rispetto a una prospettiva lunga, come potrebbe essere l’orizzonte di vita di un bambino, di un essere umano. Però non bisogna perdere la speranza, nonostante tutto. Occorre continuare a lottare per la giusta causa: donare tempo di qualità, futuro, una prospettiva serena ai bambini. Questo il regalo più bello che possiamo fare, pensare a loro e alla loro vita cercando di fare la nostra parte, tutto quello che ci è possibile, oggi per domani. Tenendo sempre la porta del cuore aperta alla speranza. Perché come diceva San Francesco “tutta l’oscurità del mondo non può spegnere la luce di una singola candela”. 

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Pubblicato da Silvia Tarter

Bibliofila, montanara, amante della natura, sono nata tra le dolci colline avisiane, in un mondo profumato di vino rosso. La vita mi ha infine portata a Milano, dove ogni giorno riverso la mia passione di letterata senza speranza ai ragazzi di una scuola professionale, costretti a sopportare i miei voli pindarici sulla poesia e le mie messe in scena storiche dei personaggi del Risorgimento e quant'altro. Appena posso però, mi perdo in lunghissimi girovagare in bicicletta tra le abbazie e i campi silenziosi del Parco Agricolo Sud, o mi rifugio sulle mie montagne per qualche bella salita in vetta. Perché la vista più bella, come diceva Walter Bonatti, arriva dopo la salita più difficile.