Capitano sotto agli occhi delle parole e leggendole le senti vibrare dentro, mirano a un punto imprecisato tra il cuore e la gola. Da quel momento non puoi più ignorare la sensazione di esserne sferzato, avvinto, travolto. È il potere della poesia che strappa al sogno le immagini per raccontare qualcosa.
L’amore pervade la vita, la sfida e la mette alla prova, ma pretende un coraggio bambino, che sa affrontare e vedere. Una sorta di inconsapevole e incrollabile fiducia che supera il dolore, i tagli ricuciti di un’esperienza che ulula dentro. Con questi versi visualizziamo senza fatica la condizione del poeta, che perso nella sua desolazione osserva il mondo con quel “male di vivere” che a tratti diventa malinconia e poi torna speranza. È la ricerca mai paga di un incontro, di due anime che iniziano a parlare riconoscendosi nel medesimo tormento. La poesia è una mano tesa che prima accarezza e poi stringe con forza. Rivelando che nel nostro cuore sono già contenute domande e risposte. Sta a noi trovare il modo di leggere cosa sia quel mistero che ci appartiene, chiamato Amore.
A Clemente
Mi fanno male le nuvole nel petto
le finestre rotte degli occhi
il cuore che ha luce dura
di stazioni, viavai,
(lo sai,
lo sai)
amare è l’occupazione
di chi non ha paura.
Davide Rondoni, “La natura del bastardo”, Mondadori, 2016