Eleonora Mezzanotte, la ragazza che arriva in anticipo

L’appuntamento è a Trento, in un bar del centro. E lei arriva con dieci minuti in anticipo. Incredibile! Sì, perché le giovani donne, di norma, amano farsi attendere, convinte così di farsi in qualche modo desiderare di più. Se poi sono come lei eccezionalmente belle i tempi di attesa si dilatano ulteriormente o addirittura l’appuntamento salta. 

Di chi stiamo parlando? Ma di Eleonora Mezzanotte, naturalmente, scesa dal suo paese di Cinte Tesino, Miss Trentino Alto-Adige nel 2014, presentatrice della Rai TV. 

I Viaggiatori del passato – quando il Tesino era un piccolo altopiano di tre paesi che non riusciva a sfamare tutte le bocche dei suoi abitanti, così che gli uomini dovevano partire per fare i perteganti, i venditori ambulanti – descrivevano le donne tesine come belle e disinibite. Belle, d’accordo, ma “disinibite” perché? Perché succedeva che, mentre se i viandanti arrivavano in altri piccoli paesi isolati le donne si ritiravano in casa a spiare dietro le imposte, nel Tesino invece andavano incontro ai viaggiatori e “attaccavano bottone”. Non erano però disinibite perché disponibili ma – in paesi non vigilati dai maschi – erano sentinelle in gonnella che interrogavano gli estranei per cavarne più informazioni possibili. 

Festa di compleanno con papà Gianpaolo, mamma Rita e il fratello Federico.
Alle scuole elementari di Cinte Tesino.

ll Tesino io lo conosco piuttosto bene: ho fatto la tesi di laurea sulla sua economia silvo-pastorale e da quasi vent’anni, (dall’inizio) sono presidente della giuria del Premio internazionale di scultura “Luci ed ombre del legno”, di cui Eleonora è la più giovane componente, nonché presentatrice della cerimonia di premiazione

Lei è una ragazza speciale, una di Cinte, una fintanaffa. Che cosa?! Vi spiego. Bisogna sapere che gli abitanti di Cinte hanno un modo tutto loro di pronunciare due lettere dell’alfabeto, la “ci” e la “zeta” (ti sposti di poche centinaia di metri, sei nella confinante Pieve e questa pronuncia non esiste). Pronunciano queste due lettere facendole diventare una specie di “effe”. Così il fazzoletto diventa “faffoletto”; il nome di Cinte, Finte; i Cintenazzi, ”Fintanaffi”. Ovvio che la nostra Eleonora, quando è fuori del suo paese, non parla così, e che liberarsi da quella pronuncia così speciale, unica, sia stata dura. Per poter parlare senza nessun accento dialettale, come il suo mestiere di presentatrice richiede, lei ha dovuto frequentare il corso di dizione di Annalisa Morsella, attrice romana molto brava. 

Negli studi Rai di Via Perini a Trento

Eleonora è nata nell’ospedale di Borgo Valsugana 24 anni fa. Suo padre Gianpaolo è un cuoco in pensione che ha lavorato anche a Venezia; sua madre Rita è impiegata postale nel Tesino; suo fratello Federico, dieci anni più grande, è un dipendente provinciale, allestitore di eventi. Ha anche un cugino famoso. Mirco Mezzanotte, che è stato campione di sci-alpinismo. Nel Tesino i bambini non sono chiamati puteloti, matelòti o bagài come nel resto del Trentino ma – alla veneta, confinanti come sono i Tesini con la provincia di Vicenza – tosati, toseti, tosi, ovvero bimbi, fanciulli e ragazzini. 

“Com’eri da toseta?” le domando, dunque. ”La mia è stata un’infanzia felice. Anche se i primi modelli di telefonino già c’erano e ce li avevano regalati, noi ce li dimenticavamo. Ci cercavamo suonando i campanelli di casa e partivamo in bicicletta facendo mille giri in paese. Oppure giocavamo a corerse-dréo o a scondi-léver. Poi facevamo merenda con pane, marmellata, miele e nutella, bevendo il latte col cacao. Penso che la mia generazione sia stata l’ultima che abbia goduto di una spensieratezza che non appartiene più alle generazioni di adesso. Ne trovo conferma in mio cugino, che ha sette anni meno di me, non ha un attimo libero, dipendente com’è dallo smartphone e dai social network”.

Capitolo istruzione: Eleonora ha frequentato le Primarie in paese, le Medie a Castello Tesino, le Superiori a Borgo Valsugana. 

“Avevo 17 anni – racconta – e, benché tutti mi ritenessero avvenente non avevo mai pensato di partecipare a un concorso di bellezza: neanche sapevo della possibilità. Un mio amico fece il mio nome all’agenzia di Sonia Leonardi, dalla quale fui subito contattata. Cominciai come “mascotte”, vale a dire come ragazza che sfila non in competizione, non avendo ancora diciotto anni. La prima volta che sfilai in una selezione per il titolo di Miss Italia fu a Fiera di Primiero. Tutte le ragazze in competizione avevano un trolley con tutta l’attrezzatura per poter sfilare. Io avevo un piccolo zainetto che conteneva solo due zeppe e alcuni trucchi. Mi dovettero prestare i tacchi per poter sfilare…” 

Fresca di laurea, alla triennale in Beni Culturali

L’anno seguente, il 2014, Eleonora compì i diciotto anni e poté entrare in competizione. Partecipò alla selezione di Trento e la vinse. Sfilò a Bressanone per il titolo di Miss Trentino-Alto Adige e lo vinse. A Jesolo superò la selezione. Non arrivò però alla finale dove rimasero in 24. Ma anche se non era sta eletta Miss Italia, al suo ritorno i compaesani le si strinsero attorno per festeggiarla: ed Eleonora si riconobbe in quel caldo abbraccio “fintanaffo”. 

Cinque anni dopo, nel 2019, decise per una seconda partecipazione al Concorso di Miss Italia. Non poté partecipare alla finale regionale avendo di già vinto il titolo. Poté gareggiare però nella “Fascia Sponsor” dove vinse il titolo di Miss BE-MUCH e poté proseguire. Non fu però selezionata per la finale. Nel frattempo però aveva cominciato a muoversi su altri versanti. Aveva diciannove anni quando partecipò a un casting nella sede RAI in Via Perini, a Trento. Era stata inviata dall’Agenzia di Sonia Leonardi, una professionista a cui, come confessa, deve molto. Il provino andò bene e dopo qualche settimana questa ragazza trentina cominciò a presentare la prima puntata di “Tapis Roulant”, il programma di varietà culturali del Trentino trasmesso la domenica, che presenta da cinque anni. 

In questo arco di tempo Eleonora è maturata molto. Importante il ruolo che ha avuto e continua ad avere nei suoi confronti il direttore della Sede di Trento, Sergio Pezzola, bergamasco che la corregge e la consiglia come fosse una figlia. Consigli comportamentali del tipo: devi cercare di imparare da una persona che ne sa molto più di te; non devi interrompere una persona che sta parlando; falla finire! 

(A proposito di far finire mi viene in mente un episodio raccontatomi da Edda Albertini, la grande attrice trentina di teatro, quando a Roma stava recitando sul palco con Anna Magnani in una commedia straniera, e il pubblico non gradendola rumoreggiava, l’Annarella nazionale interruppe la recita gridando agli spettatori: ”A stronzi, fateci finì!”). 

Pezzola dà alla neo presentatrice anche insegnamenti di tipo tecnico: come muoversi nella sala di registrazione; come porsi davanti a una telecamera con tranquillità e sicurezza; come sia fondamentale la memorizzazione dei testi. Le dice cose del tipo: deve esserci confidenza fra te e la telecamera; bisogna avere la capacità di improvvisare quando è necessario; è decisivo avere attorno a te una troupe che ti dia sicurezza. E da chi è composta la troupe? Dal direttore, dal regista, dai tecnici del suono e delle luci, dai tecnici di montaggio. Se la Mezzanotte conduce con bravura lo stesso programma da cinque anni significa che è supportata da una valida troupe, ma anche che negli anni è migliorata e cresciuta. 

Credo sia naturale pensare che questa ragazza tesina ha voluto sperimentare anche altre possibilità, oltre quelle dei concorsi di bellezza o della presentazione televisiva. Ad esempio il cinema. Tre anni fa le si presentò l’occasione di partecipare a un film: accompagnata dal padre andò a Roma per un colloquio con un noto regista. Lui cominciò col dirle che per fare carriera nel cinema non c’è solo la strada faticosa della gavetta… La nostra Eleonora non stentò molto a capire dove il regista voleva parare… E raggiunse lestamente suo padre che l’aspettava fuori. 

(Qualche tempo dopo il noto regista raggiunse una molto più ampia visibilità, accusato da una serie di donne del mondo del cinema…). 

MISS TRENTINO ALTO ADIGE 2014 Credits: SoleoShow

L’altra esperienza è molto recente, di qualche mese fa. Questa volta la sede fu Milano. Nella città della Bela Madunina l’ambiente era carico di tensioni da competizione, l’aria era ammorbante. La ragazza scesa da un lontano e montano paese del Trentino (il più piccolo e abbandonato del Tesino) sembrava essere vicina a recitare in un film importante. Ma una famosa presentatrice televisiva le soffiò la parte. Lei per la verità non se la prese troppo: ”La verità è che il cinema non mi interessa più di tanto…”, dice con voce tranquilla. 

Lei è una ragazza tranquilla come la sua voce, una voce dal tono soft in questo nostro scenario selvaggio di persone e di macchine urlanti. Neanch’io la vedo camminare tranquillamente nella giungla feroce del Cinema: mi appare come una ragazza che ha la limpidezza dei rivi di montagna, che cammina col passo regolare dei montanari che scalano senza affanno montagne impervie, una ragazza bella, brava e modesta, che arriva in anticipo non solo agli appuntamenti. 

“E ora cosa mi dici delle tue prospettive, delle tue attese? Cosa vedi nel tuo futuro? “ “Mi sono laureata a Trento con la laurea triennale in Beni Culturali; ora proseguo studiando per la laurea magistrale, che dovrei raggiungere tra un anno e mezzo. Sono appassionata di arte e ho cominciato a scrivere qualche breve testo. Proseguo col mio lavoro di presentatrice alla televisione ma anche di eventi in Trentino. E poi voglio farmi una famiglia mia, i bambini mi piacciono molto.” 

Ecco, quasi due ore sono passate in tutta scioltezza. Mi mostra sul telefonino le foto che le avevo chiesto: lei da bambina, lei con la sua famiglia; lei quando scalò, col suo fisico affusolato, la parete di granito strapiombante della Cima d’Asta; lei quando divenne Miss Trentino-Alto Adige, quando si laureò; lei che presenta, lei con vaporosi copricapo colorati. Coronati da fiori. Come una creatura botticelliana…   

Credits: Consuelo Sorsoli Photography
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Pubblicato da Renzo Francescotti

Autore trentino dai molti interessi e registri letterari. Ha al suo attivo oltre cinquanta libri di narrativa, saggistica, poesia in dialetto e in italiano. È considerato dalla critica uno dei maggiori poeti dialettali italiani, presente nelle antologie della Garzanti: Poesia dialettale dal Rinascimento a oggi (1991) e Il pensiero dominante (2001), oltre che in antologie straniere. Sue opere sono tradotte in Messico, Stati Uniti e in Romania. Come narratore, ha pubblicato sei romanzi: Il Battaglione Gherlenda (Paravia, Torino 1966 e Stella, Rovereto 2003); La luna annega nel Volga (Temi, Trento 1987); Il biplano (Publiprint, Trento 1991); Ghibli (Curcu & Genovese, Trento 1996); Talambar (LoGisma, Firenze 2000); Lo spazzacamino e il Duce (LoGisma, Firenze 2006). Per Curcu Genovese ha pubblicato Racconti dal Trentino (2011); La luna annega nel Volga (2014), I racconti del Monte Bondone (2016), Un Pierino trentino (2017). Hanno scritto prefazioni e recensioni sui suoi libri: Giorgio Bàrberi Squarotti, Tullio De Mauro, Cesare Vivaldi, Giacinto Spagnoletti, Raffaele De Grada, Paolo Ruffilli, Isabella Bossi Fedrigotti, Franco Loi, Paolo Pagliaro e molti altri.