Fascismo, Antifascismo e galline crude

Mosaico rinvenuto a Pompei, ora esposto al Museo Archeologico Nazionale di Napoli

“La campagna è quella cosa dove le galline vanno in giro crude”. È uno di quei “meme” che girano su Facebook con le foto dei temini dei bimbi di prima elementare, quelli di città che non hanno mai visto né campagna né galline.

Ci facciamo una risata, ma è un poco amara, perché è una realtà distorta quella in cui una gallina non è viva o morta, come tutti gli esseri viventi, ma cruda o cotta, come i cibi.

La realtà è diversa: è molteplice, comprende tante condizioni. Non di rado è complessa, difficile da interpretare. Per semplificare si usano contrapposizioni, ma non sempre sono reali; qualche volta, anche se sembrano collaudate e infallibili, risultano invece solo comode o infantili. Contrapporre anche forzatamente è una tendenza dei giorni nostri. Serve per aggregare i simili. È il bisogno di riconoscersi in un sentire comune, di avere conferme, che ci spinge a vedere la realtà sempre e solo per categorie note. Ma ciò allontana dal reale. Spesso troppo.

Le contrapposizioni comode ma fuorvianti sono tante. Anche quella, apparentemente incontestabile, tra Fascismo e Antifascismo lo diventa talvolta. Per varie ragioni. In primis perché il Fascismo è un’ideologia, mentre l’antifascismo no. L’antifascismo è la lotta contro una ideologia nefasta, che l’Italia partigiana combattè contrapponendovi ideologie diverse, democratiche, di stampo liberale, socialista, cattolico-cristiano. Ma, di per sé, è pur sempre una politica “contro”, non una politica “per”, la quale dunque, fuori dalla condizione storica in cui è nata, non funziona perché non è in grado di creare nulla.

Da anni ormai la Sinistra italiana cerca un punto di aggregazione che riesca a fermare o almeno frenare la sua disgregazione. Ma più lo cerca meno lo trova, perché invece di guardare avanti continua a guardare indietro, per comodità o abitudine o infantilismo politico. Invocare l’antifascismo per contrastare fenomeni totalmente differenti dal Fascismo, come il Leghismo o il Berlusconismo, si sta rivelando profondamente errato. Non si può vivere di Antifascismo, quando il Fascismo non c’è. Il risultato, previsto e prevedibile, è che mentre la Sinistra continua a perdere terreno, si assiste invece alla inarrestabile ascesa dei partiti di Destra nel nostro Paese. Persino Fratelli d’Italia, cioè un partito nato con riferimenti abbastanza chiari, è arrivato in tre anni al 20%, pur partendo da percentuali minime.

Attualmente i partiti di destra hanno già probabilmente la maggioranza assoluta. Ne dovremmo dedurre che siamo tornati a essere un Paese a maggioranza fascista? Io non lo credo affatto.

Questa è una Destra individualista, che non persegue realmente una riorganizzazione della società in senso autoritario. C’è piuttosto molta cecità nell’analisi politica: dividere l’Italia odierna tra fascisti e antifascisti è come dividere le galline tra crude e cotte.

Alla Sinistra non è risultato di nessun utilità invocare l’antifascismo per contrastare una Destra che con il Fascismo non ha niente a che fare. Anzi, ne è sortito l’effetto opposto. La Destra si è rafforzata, perché in quest’epoca di marketing trainato dalla potenza comunicativa e penetrante dei social, notorietà e attrazione si alimentano a vicenda in modo esponenziale. E il suo “bacino” di riferimento si è visibilmente radicalizzato.

E, forse, proprio continuando a chiamare “fascista” tutti quelli che hanno posizioni diverse, la Sinistra rischia di fornire a questa Destra una ideologia di riferimento che attualmente, per fortuna, non ha. Offrirgliela sarebbe un grave errore. Il fascismo in Italia si nutre anche di antifascismo. Se vogliamo che quella ideologia scompaia davvero, bisogna cominciare seriamente a “dimenticarla”, cioè a farla uscire dalla cronaca e consegnarla definitivamente alla Storia.

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Pubblicato da Stefano Pantezzi

È nato a Rovereto nel 1956 e cresciuto a Trento, vive a Pergine Valsugana. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Bologna, è avvocato da una vita. Ha pubblicato la raccolta di poesie “Come una nave d’acqua” (2018) e alcuni racconti in antologie locali. “Siamo inciampati nel vento” (Edizioni del Faro) è il suo primo romanzo.