
Cara Marlene,
da circa un anno ho una relazione a distanza con un ragazzo della mia età che vive in Emilia. Ci vediamo nei fine settimana, ogni quindici giorni. Sono sempre io che scendo da lui, perché vive da solo. Il tempo che passiamo insieme è intenso, anche se breve. Giri in moto, struscio in città, notti di passione. Però a volte mi sembra che ci siamo creati una piccola vita sospesa, lontana dalla realtà. E così, da un paio di mesi, quando percorro a ritroso l’autostrada per tornare a casa, la malinconia s’impossessa di me. Consigli?
Annina 1989
Le relazioni sono un mondo frastagliato, molto vario e spesso i consigli standardizzati ci deludono, perché non troviamo una vera e propria risposta che ci rappresenti. Generalizzare può aiutare ad avere una visione più ampia, ma a volte rischia di allontanarci dai nostri personali desideri. Oppure, anche peggio, ci spinge ad adottare atteggiamenti che non ci rispecchiano.
La cultura generale e la società ci invitano a relazioni totalizzanti, immersive e simbiotiche in cui ogni momento della vita andrebbe condiviso con il partner: appuntamenti, incombenze pratiche, pensieri e addirittura hobby e passioni. Partecipare in maniera attiva alla vita dell’altro, obbligando ad una presenza costante dovrebbe, ci dicono, garantire la solidità della relazione.
Se ti è capitato di leggere la mia rubrica sai bene quanto poco mi trovi a mio agio nei diktat imposti e quanto mi importi, invece, trovare approcci alternativi che mi rispecchino in maniera più autentica. In particolare nei rapporti sentimentali credo sia sempre più importante trovare il proprio modo di vivere, lasciando perdere i consigli che vanno per la maggiore o gli esempi stereotipati.
La malinconia che ti assale nei tuoi viaggi di ritorno è già una risposta che puoi tenere in considerazione per capirti di più. Evidentemente non sei completamente a tuo agio nella situazione che stai vivendo e non c’è niente di strano in questo. Anzi, è segno che la storia sta diventando importante e che desideri di più. La vostra frequentazione, apparentemente leggera e diluita in un tempo “fuori dal tempo” è intensa, coinvolgente e sembra pretendere uno spazio nuovo, una maggiore considerazione.
La buona notizia è che sei tu, assieme al tuo compagno, ad avere il potere di decidere come costruire il vostro rapporto, lontano da cliché generali che se non corrispondono ai desideri più intimi generano insoddisfazione ed inutile stress. Alla prossima trasferta condividi i tuoi sentimenti con lui, fagli capire che desideri uscire dalla bolla temporale nella quale siete finiti. Datevi tempo e dedicatevi lo spazio per affermare ciò che desiderate. È importante non perdersi di vista all’interno della coppia, mantenendo ben chiare le proprie velleità e questo garantirà una maggior connessione. Erroneamente si crede che per essere due non si possa mantenere la propria individualità… Ma io credo e sostengo con fermezza proprio l’opposto e cioè che si può essere felici in due solo e soltanto se si impara a essere interi da soli.
In quest’ottica anche la frase “non c’è niente di più triste che un grande amore vissuto a metà” prende un significato del tutto diverso. Che fa riflettere…