Franco Oss Noser, una vita per la cultura. Presidente dell’Unione Interregionale Triveneta AGIS, l’Agenzia Generale Italiana dello Spettacolo nonchè vicepresidente nazionale, dal 2023 è nel Consiglio superiore dello spettacolo presso il Ministero della Cultura.
Di cosa si occupa il Consiglio?
Il Ministero della Cultura per legge è organizzato con le varie Commissioni. Per il cinema e lo spettacolo dal vivo sono istituiti due Consigli superiori e il Ministero mi ha chiesto di far parte del secondo che è chiamato ad esprimere un proprio parere non vincolante su tutti i provvedimenti del Ministero sullo spettacolo dal vivo.
Su cosa punta all’interno del Consiglio?
Ho sempre a cuore che le politiche culturali non devono mai essere subordinate ad altro, ma debbano essere politiche strutturali e le attività culturali, per la loro stessa natura, indipendenti nel pensiero e nell’azione. All’atto del mio insediamento all’AGIS ho detto che il mondo dello spettacolo deve passare dalla stazione prona a quella eretta, quindi non piegati davanti al potere ma a testa alta perché è un settore che tratta l’arte, che a sua volta è vita, un formidabile strumento di coesione democratica all’interno delle comunità.
Vi sono settori in questo periodo che stanno soffrendo di più?
La pandemia è stata una cesura tra il primo e il dopo, si è modificato l’atteggiamento del pubblico che ha premiato prima di tutto lo spettacolo dal vivo che ha superato non di poco le presenze della prepandemia in una sorta di slancio. Sta invece soffrendo il cinema perché è più lento a modificarsi nel rapporto con il proprio pubblico dopo che per decenni è stato lo strumento principe. Il pubblico oltre che voler vedere un buon film, vuole stare in sale accoglienti e dove siano collocati spazi per tante attività, un sorta di centro non commerciale ma culturale.
Come è cambiato il settore negli anni?
Il settore è vitale. Io predico sempre come una voce nel deserto che gli operatori devono rendersi conto e così pure la politica, che le sale di spettacolo sono gli ultimi luoghi di riflessione collettiva, non lo sono più i partiti, la Chiesa, il sindacato. Le strutture intermedie dello spettacolo, di ogni tipo sono l’unico luogo di coesione e di riflessione collettiva e per certi settori anche di inclusione sociale. Quindi è fondamentale che le istituzioni attuino politiche strutturali e non legate al momento.
Cosa ne pensa della visione in streaming degli spettacoli teatrali?
Mi sono confrontato recentemente con realtà europee che hanno di fatto certificato che lo streaming e la visione degli spettacoli attraverso la tv o un monitor è un’altra cosa. Il teatro così come la musica ha sempre bisogno del pubblico dal vivo.