Sarà alle Paralimpiadi di Parigi. Giuliana Chiara Filippi è di Faedo, ha 18 anni, e dietro uno splendido sorriso nasconde una grande determinazione e volontà che l’ha portata in poco tempo a rappresentare l’Italia nelle gare dei 100 metri e nel salto in lungo. E tutto è meritato per il grande impegno di anni e dopo aver stabilito una serie di record italiani uno dopo l’altro in tutte le specialità praticate, un vero esempio. Giuliana Chiara fa parte del Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa. È anche giudice di gara di atletica leggera.
Come ti sei avvicinata all’atletica?
Sono nata senza il piede destro per via di una agenesia del piede e fin da piccola ho praticato molti sport come pallavolo, nuoto, danza. Mi piacevano, però non mi sentivo del tutto me stessa, poi un giorno alle scuole medie il professore di ginnastica Massimo Gioberge mi disse “guarda, secondo me dovresti provare l’atletica, ti vedo adatta”. All’inizio ero titubante, ma mi sono detta che ci potevo provare. Usavo la protesi da cammino, nell’Atletica Rotaliana ho trovato lo sport adatto a me, mi è piaciuto subito un sacco e ho proseguito.
Le prime gare?
Ho fatto 5 anni correndo con i “normodotati”. Non mi importavano tanto i risultati, mi bastava gareggiare e divertirmi. Però non capivo perché mi allenavo tantissimo, impegnandomi e non vedevo risultati. Ma perché questa cosa di arrivare ultima? E non capivo cosa non andava, negli allenamenti o in me stessa. Poi parlando con la società, Luca Azzolini mi ha trovato un mondo che non conoscevo, quello paralimpico della FISPES. Ho fatto la prima gara a Concesio e già da subito ho corso con Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto. È stata un’emozione unica poter competere con atlete così importanti.
Quali i passi successivi?
Sono riuscita ad entrare nell’associazione di Bebe Vio “art4sport” e mi hanno fornito una protesi per correre. Grazie a loro ho iniziato ad usare una protesi giusta per la corsa, sono entrata nel settore giovanile della nazionale, nell’Accademia che hanno creato sostenendo i ragazzi fin da piccoli e che hanno prospettive e li portano ad altri livelli. Grazie al loro sostegno e degli specialisti, come il logopedista e la psicologa, sono arrivati i raduni nazionali, ci hanno fatto integrare nel gruppo e piano piano sono cresciuta.
Quali sono gli allenatori?
Prima mi allenava Elio Bert, ora Chiara Vulcan per la velocità e Damiano Bergamo per il salto in lungo.
Come sei arrivata al Gruppo sportivo Paralimpico Difesa?
A gennaio è arrivata questa opportunità, mi han chiamato, vogliamo averti con noi diventeresti un’atleta professionista a tutti gli effetti. Ho detto grazie, e sono entrata dopo aver superato il bando di concorso. Ho firmato il contratto a Roma in maggio e ora faccio parte del gruppo e ho fatto la prima gara con loro ai campionati italiani.
Su quali specialità sei più orientata?
Gareggio nella categoria T64 (atleti con amputazione monolaterale sotto il ginocchio). Mi sto orientando sui 100 metri e nel salto in lungo. Ogni tanto mi cimento anche nei 200 metri con buoni risultati. Poi si possono portare avanti tutte le discipline come Martina Caironi.
Cosa ti aspetti dai Giochi Olimpici?
Vado senza alcuna aspettativa perché sarò l’atleta più giovane della nazionale italiana quindi partecipo con molta serenità. Per me sarà un grande onore poter rappresentare l’Italia e darò il mio massimo con le capacità che ho in questo momento.
Come sta il movimento paralimpico, secondo te?
Finalmente il mondo paralimpico si sta facendo parecchio sentire. Abbiamo avuto risultati importanti che stanno facendo crescere la categoria in tutto il mondo.
Come concili lo sport con gli studi?
È stato difficile conciliare lo sport con la gli studi, all’inizio i professori erano un po’ titubanti, è una cosa nuova e non erano abituati, poi gli ho fatto capire che sono ad alti livelli e per me è importante lo sport. Mi sono diplomata a luglio all’Istituto Martino Martini di Mezzolombardo in “amministrazione finanza marketing sportiva”. È stata una cosa tosta ma basta sapersi organizzare. Alcuni compagni mi hanno supportato, hanno creduto in quello che facevo e anche i professori che a volte mi vedevano più stanca dopo le gare hanno capito. Io però volevo essere attiva nella classe, ho fatto tutto il possibile e sono contenta di aver finito. Da settembre frequenterò l’Università per diventare manager sportivo che ha sede a Milano ma la farò in collegamento on line così riesco a conciliare le cose.
Come ti definisci?
Molto testarda, tenace e grintosa. Un punto a favore senza il quale non sarei riuscita ad arrivare fino a qua. A volte ho molta ansia nelle gare o per quello che verrà, ma sono molto determinata in quello che faccio, se mi pongo un obiettivo lo voglio raggiungere.
I tuoi hobby?
La musica, passare il tempo in famiglia e con gli amici, stare con le ragazze dell’atletica dove parliamo e scherziamo in continuazione.
I piatti preferiti?
Devo rispettare una dieta ma quando posso la pasta, la pizza e un gelatino fresco.
Cosa vuoi aggiungere?
All’inizio cercavo di nascondere la mia situazione, mi vergognavo poi però sono riuscita ad accettarmi e ora faccio di tutto e di più. Lo sport è molto importante, non ti giudica ma ti accoglie nelle diversità. Un messaggio che vorrei lanciare agli altri è di credere nei propri sogni, mettersi un punto e raggiungerlo, perché bisogna sempre credere in sè stessi e nelle proprie capacità.
Domande flash
Il tuo numero preferito? Tutti i numeri pari, ma in particolare modo il 16
Il tuo colore preferito? Azzurro
Il piatto che ami di più? Pasta
La squadra di calcio che tifi? Juventus
L’automobile preferita? Porsche
Il viaggio che non sei ancora riuscita a fare? Corea del Sud
Hai animali domestici? Sì, 2
Cantante, compositore o gruppo preferito? BTS, un gruppo coreano, appunto
La cosa che ti fa più paura? Deludere chi crede in me
Il difetto che negli altri ti fa più paura? La falsità