Il Bonus Bebè non aiuta gli aspiranti genitori

Diego e Claudia Pianarosa di Como hanno dodici figli, otto maschi e quattro femmine dai 4 mesi ai 19 anni

Dodici figli per mamma Claudia e papà Diego. Sono diventati delle celebrità i coniugi Pianarosa di Como che con un solo stipendio riescono a sfamare una famiglia da record. Hanno raccontato la loro vicenda a “La Stampa”, esprimendo giubilo per la decisione del Governo di attivare l’assegno unico universale per i figli: in presenza di un reddito basso, le famiglie riceveranno una somma mensile di 175 euro per ciascun figlio. La storia dei Pianarosa è diventata “virale” online, ma la risposta dei leoni da tastiera è stata, come al solito, poco caratterizzata da empatia: «Perché devo mantenere i figli altrui con le mie tasse?», scrivono i commentatori, con scarsa lungimiranza. Fatto sta, il crollo della natalità in Italia ha raggiunto livelli drammatici: avviene anche in Trentino dove i nuovi nati sono stabilmente sotto la quota di diecimila l’anno, in costante decrescita. Se a questo si aggiunge l’aumento dell’età media e il sostanziale fermo dei flussi migratori, il quadro è quello di un territorio stagnante, senza spinta per il futuro. Certo, non deve essere lo Stato (o la Provincia) a dare alle famiglie più prolifiche premi in denaro di mussoliniana memoria. Non è opportuno che le istituzioni di uno Stato liberale ficchino il naso sotto le lenzuola dei cittadini, condizionandone le scelte sessuali e riproduttive. Oggi però, fare dei figli è qualcosa a cui possono ambire solo i contratti a tempo indeterminato con tredicesima e quattordicesima. E per il ceto medio giovanile (ventenni e trentenni), scivolato alle soglie della povertà, fare un figlio è un miraggio: il tasso di fecondità è calato dalla quota di 1,6 figli per donna del 2012 a quella di 1,32 del 2021. Non serve precisare che per assicurare il ricambio generazionale ogni donna dovrebbe fare almeno due figli. Quando questo non succede, la società invecchia e lentamente muore. Allora un appello ai governanti: anziché fare come fa la Provincia di Trento che eroga un “bonus bebè” che cresce mano a mano che il numero dei figli aumenta (insomma, tanti più “aggiungi” figli, tanto più ti viene erogato), facciamo qualcosa di sensato. Diamo un sostegno corposo al primo figlio e poi via a decrescere. Perché è il primo figlio il grande ostacolo, la rivoluzione nella vita delle persone. Il problema delle giovani generazioni non è che non si possono permettere di fare tre, quattro, cinque, dodici figli. Non si possono permettere di farne, letteralmente, uno. Cominciamo da lì.

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Pubblicato da Fabio Peterlongo

Nato nel 1987, dal 2012 è giornalista pubblicista. Nel 2013 si laurea in Filosofia all'Università di Trento con una tesi sull'ecologismo sociale americano. Oltre alla scrittura giornalistica, la sua grande passione è la scrittura narrativa. È conduttore radiofonico e dal 2014 fa parte della squadra di Radio Dolomiti. Cronista per il quotidiano Trentino dal 2016, collabora con Trentinomese dal 2017 Nutre particolare interesse verso il giornalismo politico e i temi della sostenibilità ambientale. Appassionato lettore di saggi storici sul Risorgimento e delle opere di Italo Calvino.