Dodici figli per mamma Claudia e papà Diego. Sono diventati delle celebrità i coniugi Pianarosa di Como che con un solo stipendio riescono a sfamare una famiglia da record. Hanno raccontato la loro vicenda a “La Stampa”, esprimendo giubilo per la decisione del Governo di attivare l’assegno unico universale per i figli: in presenza di un reddito basso, le famiglie riceveranno una somma mensile di 175 euro per ciascun figlio. La storia dei Pianarosa è diventata “virale” online, ma la risposta dei leoni da tastiera è stata, come al solito, poco caratterizzata da empatia: «Perché devo mantenere i figli altrui con le mie tasse?», scrivono i commentatori, con scarsa lungimiranza. Fatto sta, il crollo della natalità in Italia ha raggiunto livelli drammatici: avviene anche in Trentino dove i nuovi nati sono stabilmente sotto la quota di diecimila l’anno, in costante decrescita. Se a questo si aggiunge l’aumento dell’età media e il sostanziale fermo dei flussi migratori, il quadro è quello di un territorio stagnante, senza spinta per il futuro. Certo, non deve essere lo Stato (o la Provincia) a dare alle famiglie più prolifiche premi in denaro di mussoliniana memoria. Non è opportuno che le istituzioni di uno Stato liberale ficchino il naso sotto le lenzuola dei cittadini, condizionandone le scelte sessuali e riproduttive. Oggi però, fare dei figli è qualcosa a cui possono ambire solo i contratti a tempo indeterminato con tredicesima e quattordicesima. E per il ceto medio giovanile (ventenni e trentenni), scivolato alle soglie della povertà, fare un figlio è un miraggio: il tasso di fecondità è calato dalla quota di 1,6 figli per donna del 2012 a quella di 1,32 del 2021. Non serve precisare che per assicurare il ricambio generazionale ogni donna dovrebbe fare almeno due figli. Quando questo non succede, la società invecchia e lentamente muore. Allora un appello ai governanti: anziché fare come fa la Provincia di Trento che eroga un “bonus bebè” che cresce mano a mano che il numero dei figli aumenta (insomma, tanti più “aggiungi” figli, tanto più ti viene erogato), facciamo qualcosa di sensato. Diamo un sostegno corposo al primo figlio e poi via a decrescere. Perché è il primo figlio il grande ostacolo, la rivoluzione nella vita delle persone. Il problema delle giovani generazioni non è che non si possono permettere di fare tre, quattro, cinque, dodici figli. Non si possono permettere di farne, letteralmente, uno. Cominciamo da lì.
Il Bonus Bebè non aiuta gli aspiranti genitori
Fabio Peterlongo Scritto il
Pubblicato da Fabio Peterlongo
Nato nel 1987, dal 2012 è giornalista pubblicista. Nel 2013 si laurea in Filosofia all'Università di Trento con una tesi sull'ecologismo sociale americano. Oltre alla scrittura giornalistica, la sua grande passione è la scrittura narrativa. È conduttore radiofonico e dal 2014 fa parte della squadra di Radio Dolomiti. Cronista per il quotidiano Trentino dal 2016, collabora con Trentinomese dal 2017 Nutre particolare interesse verso il giornalismo politico e i temi della sostenibilità ambientale. Appassionato lettore di saggi storici sul Risorgimento e delle opere di Italo Calvino. Mostra altri articoli