Il colore della pelle non farà più notizia


“Questa donna è riuscita a far scaturire dal suo interno correnti e vortici spirituali di sovrumana potenza”. Lo scrive Witold Gombrowicz a proposito dell’immensa Simone Weil.

Tuttavia le parole ben si accordano anche alle tre donne (e ad un uomo) di cui raccontiamo in questo numero. La giovane e intraprendente Kathiana Saincy, l’abbacinante Chiara Lubich – celebrata dal film Rai con Cristiana Capotondi –, l’altruismo di Ivo De Carneri, e la povera Agitu Ideo Gudeta, barbaramente assassinata il 29 dicembre scorso. Vite speciali. Non che sia un obbligo fare qualcosa di straordinario nella vita. Anzi, spesso la normalità è il più sottovalutato degli eroismi. “In fondo – dice il personaggio di un romanzo di Ian McEwan – a che cosa si riduce la vita senza ambizioni di altissimo livello?” A patto che le ambizioni siano buone, naturalmente, e che guardino alla costruzione di un futuro per i nostri figli. Per i figli di tutti. Bianchi o neri che siano. Tuttavia dobbiamo stare attenti a non cadere nella retorica della “tolleranza”, che delle volte trasmuta quasi in una forma di razzismo interna all’altruismo. Così come pronunciare la frase, ora di moda, “black lives matter”, ha la presunzione di affermare un principio, nel momento stesso in cui di fatto lo sta negando. L’uguaglianza non ha bisogno di nessuna spiegazione: esiste: e questo è tutto!

Pertanto è l’ultima volta che ci occupiamo di quest’argomento, lo prometto. Questo numero segnerà la fine di ogni possibile distinguo. Il colore della pelle, l’origine etnica, l’inflessione, e ogni particolare che possa etichettare un essere umano diventano finalmente “normali”, così come è normale avere una bella voce baritonale o abitare al quarto piano, preferire lo zucchero di canna a quello raffinato. Il colore della pelle non farà più notizia perché il mondo non ha confini e perdippiù è al suo anno zero. Abbiamo altro a cui pensare.

direttore@trentinomese.it

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Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.