Il complottismo, questo “sconosciuto”

Leggo su Internazionale: “Una teoria del complotto è la convinzione che persone potenti abbiano complottato per ottenere una particolare circostanza o evento, e che lo abbiano fatto di nascosto. Chi crede a queste teorie ha… una tendenza generale a sospettare che i potenti agiscano con segretezza”. Il pezzo si chiude più o meno così: “Il ritorno a casa sarebbe stato molto più dolce se vi avessero semplicemente dato il benvenuto, (…) Fate lo stesso con i vostri cari che hanno convinzioni strane o sbagliate. Parlate dei vostri amori comuni e dei ricordi più cari (…), tornate alle vecchie e insulse battute (…)  questo potrebbe aprire uno spiraglio per un ritorno alla realtà.”

Mi è difficile dare una definizione a discorsi tanto paternalisti.

E sì che l’autore di queste note, Arthur C. Brooks, ha 58 anni, è un pubblicista affermato con 12 libri bestseller alle spalle, insegna alla Harvard Kennedy School in Massachusetts, e scrive e diffonde insegnamenti e ricette “per vivere bene ed essere felici” in mezza America e non solo. Sarò complottista io, ma sentire un docente universitario dire cose del genere, mi incuriosisce. E, appunto, mi insospettisce. Così sono andato a vedere chi è. Per darvi un’idea, i titoli dei suoi libri sono: Ama i tuoi nemici, Il cuore conservatore, La strada per la libertà, Di forza in forza: successo, felicità e motivazione nella seconda metà della vita. Il tutto potrebbe essere anche il solito superficiale intramontabile “volèmose bene”, che sarebbe anche un bell’invito di questi tempi. Ma assomiglia un po’ troppo alla ricerca deliberata di un effetto cloroformio rispetto ai comportamenti del Potere, il che mi richiama alla mente i commenti popolareschi della mia saggia nonna materna, che ogni tanto se ne usciva dicendo: “Magna e tasi, che vòl dir Fasismo” (senza la “sc”, alla trentina). Perché, mi sembra, ad ascoltarlo, che il professore dica: “Fidatevi di noi, ma che vi andate a inventare, noi siamo esattamente ciò che vi raccontiamo nei nostri tiggì, nelle nostre news, sui nostri giornali. E i nostri politici sono tutte brave persone che lavorano per voi alla luce del sole e che si meritano anche un Grazie! E un po’ di obbedienza. Statevene buoni, se volete vivere felici. Ci pensiamo noi.”

Ecco, appunto. Ci pensate troppo. E a noi lasciate troppo poco da pensare: giusto alle bollette del gas e della luce. Non mi piace che proprio dagli USA venga ora questo brodino caldo in salsa conservatrice contro ogni “complottismo”. Come se i fratelli Kennedy, Malcolm X e Martin Luther King, per dirne alcuni, fossero morti in incidenti o, per venire a noi qui, come se lo stragismo da Piazza Fontana a Brescia e a Bologna e certi angoli bui degli anni di piombo, la cosiddetta strategia della tensione, l’omicidio Moro, i NAR, la P2, la CIA, siano stati solo fantasie senza nulla a che fare con il Potere. Certo, valanghe di processi sono finiti nel nulla o quasi. Ma ciò è avvenuto proprio perché il  Potere, invece, è costituito proprio da “persone potenti che complottano”. È sempre stato così, da che mondo è mondo. Le operazioni speciali su larga scala, atte a incidere di destini del Mondo, si studiavano a tavolino e si facevano. Si fanno tuttora.

Non entro nelle questioni specifiche. Ricordo soltanto, quanto a “complottismo fuori della realtà”, che troppo in questa guerra piuttosto severa in corso in Europa, è all’insegna del complotto e della segretezza, dalle ragioni della nascita alle difficoltà di chiuderla. E anche quel qualcuno che ha fatto saltare col tritolo i gasdotti sottomarini Nord stream 1 e 2, tra Russia ed Europa, è rimasto segreto e nascosto.

Condividi l'articolo su:
Avatar photo

Pubblicato da Stefano Pantezzi

È nato a Rovereto nel 1956 e cresciuto a Trento, vive a Pergine Valsugana. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Bologna, è avvocato da una vita. Ha pubblicato la raccolta di poesie “Come una nave d’acqua” (2018) e alcuni racconti in antologie locali. “Siamo inciampati nel vento” (Edizioni del Faro) è il suo primo romanzo.