Il destino del duca Albert

I fans dei Genesis storici, quelli di Peter Gabriel, mi perdoneranno se dico che questo Duke, decimo album della band, uscito nel 1980 (ebbene sì: in quel periodo non c’erano solo i dark e i new romantic) è un album splendido? 

Qui si trova di tutto: le lunghe suite strumentali, le aperture ariose, i brani melodrammatici, e una hit, Turn it on Again, che fece schizzare l’Lp in cima alle classifiche. 

Autori di tutto questo, i tre Genesis rimasti: Phil Collins, batterista e, dopo la fuoriuscita di Gabriel, anche cantante, che l’anno successivo inizierà una strepitosa carriera solista pubblicando Face value, l’album contenente il grande successo In the Air Tonight, il chitarrista Mike Rutherford e il tastierista Tony Banks.

Collins è alle prese con la separazione dalla prima moglie, e questo si riflette sulla storia del “duca”, alias Albert, raccontata nel disco. 

L’attacco è folgorante. In Behind the Lines gli strumenti si inseguono, in una corsa carica di energia, preparando l’arrivo della voce di Collins. In Duchess fa la sua comparsa la batteria elettronica, mentre Guide Vocal è una struggente ballata per piano, interamente di Banks. Un altro piccolo capolavoro del tastierista è Heathaze, da cui sembra traspirare la calura di un pomeriggio d’estate. La malinconica Alone Tonight è di Rutherford. Misunderstanding suona un po’ come i Toto, mentre Turn it on Again, come già detto, viaggia su un tempo quasi disco, e canta la dipendenza dalla tv.

Duke è un lavoro commerciale? Beh, soprattutto è vario, ispirato. Si chiude addirittura con due strumentali in cui si riprendono le atmosfere del brano iniziale, come se gli autori esitassero a buttarsi a braccia aperte nell’oceano pop e volessero rimanere pur sempre ancorati alla loro matrice progressive, a quelle lunghe narrazioni musicali che hanno caratterizzato gli album dei Genesis degli anni Settanta. Ma ormai, i tempi erano cambiati. Molto ispirata l’immagine in copertina, opera dell’illustratore francese Lionel Koechlin.

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Pubblicato da Marco Pontoni

Bolzanino di nascita, trentino d’adozione, cittadino del mondo per vocazione. Liceo classico, laurea in Scienze politiche, giornalista dai primi anni 90. Amori dichiarati: letteratura, viaggi, la vita interiore. Ha pubblicato il romanzo "Music Box" e la raccolta di racconti "Vengo via con te", ha vinto il Frontiere Grenzen ed è stato finalista al premio Calvino. Ma il meglio deve ancora venire.