Con erogazioni di 147 milioni in 27 anni destinati alle associazioni del territorio, Fondazione Caritro rappresenta un protagonista cruciale del tessuto economico trentino. Dopo i 3,6 milioni di euro spesi nel 2020 per fronteggiare l’emergenza covid con l’acquisto di apparecchiature, mascherine e tablet per la scuola, ora la Fondazione Guarda avanti. Parola al presidente, Mauro Bondi
La Fondazione Caritro rappresenta l’istituzione di punta del privato sociale in Trentino: con i suoi bandi e le sue erogazioni è il punto di riferimento delle associazioni che operano nei settori della cultura, della ricerca, dell’istruzione e del sociale. Abbiamo incontrato il presidente Mauro Bondi che ha ripercorso insieme a noi il secolo e mezzo di storia di questa realtà, prima nella sua forma puramente bancaria (come Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto) poi dal 1992 come fondazione autonoma.
UN PO’ DI STORIA
«Per comprendere la Fondazione occorre collocarla nella sua storia» ha spiegato il presidente Bondi, che delinea l’evoluzione delle casse di risparmio: «L’idea che il risparmio sia una cosa “buona” emerge nel Settecento quando le borghesie iniziano a prendere il posto dell’aristocrazia, che non possedeva una cultura del risparmio. Per i nobili il denaro andava speso in beni lussuosi». Le realtà all’origine della Fondazione Caritro risalgono a metà Ottocento: nel 1841 il governatore del Tirolo inaugura la Cassa di Risparmio Clementina di Rovereto: «Essa nasce per iniziativa di tre imprenditori della seta, il settore industriale che caratterizzava la città. La Cassa di Risparmio di Trento nasce invece nel 1855, voluta dal Principe-vescovo e dal Comune e facente riferimento al monte di pietà». Da un lato, l’attivismo degli imprenditori, dall’altro il servizio pubblico e la sensibilità sociale: «Questa commistione di sensibilità caratterizza ancora oggi il nostro lavoro» ha sottolineato Bondi. Le due casse si fusero nel 1934 formando la Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, o Caritro. La Fondazione Caritro come ente autonomo si costituisce nel 1992, mentre tra il 1998 e il 2001 si completa la cessione delle quote della banca. Da allora la Fondazione si concentra sull’elaborazione dei bandi a sostegno delle associazioni attive in quattro settori: sociale, cultura, ricerca e istruzione. Dal 1992 al 2019 la Fondazione ha erogato 147 milioni di euro per 5200 progetti ed ha consegnato circa 300 opere d’arte ai musei perché possano esporle in comodato d’uso. Per Fondazione Caritro è centrale il protagonismo delle associazioni: «Non pensiamo a noi stessi come a semplici erogatori di fondi, ma come a co-progettisti in sinergia con le associazioni, stimolandone la crescita. E negli anni abbiamo visto competenze crescenti, sono sempre più professionali».
L’EMERGENZA COVID
Quando a primavera 2020 scoppiava la pandemia, la Fondazione Caritro ha messo in campo investimenti immediati. Il 25 marzo ha investito 1 milione di euro, destinati all’acquisto di apparecchiature e dispositivi di protezione per il personale sanitario, e alle iniziative per le scuole, con l’acquisto di 700 tablet per studenti. «Siamo intervenuti direttamente sul mercato per reperire i beni che all’epoca scarseggiavano», ha spiegato Bondi. Per fare ciò è stato fondamentale il confronto con l’Azienda sanitaria: «Abbiamo chiesto cosa servisse. La risposta è stata: bombole d’ossigeno e mascherine FFP2, poi distribuite grazie anche al sostegno degli Alpini». Lo stesso approccio è stato tenuto sul fronte scolastico: «Abbiamo trovato 700 tablet sul mercato, li abbiamo acquistati e messi a disposizione delle scuole». L’8 maggio 2020 è partita la “fase due” di Fondazione Caritro, quella della ripartenza: sono stati investiti 2,6 milioni di euro, suddivisi in iniziative di inserimento lavorativo e sociale, riprogettazione dei luoghi dove si svolgono le attività delle associazioni, ricerca anti-Covid, innovazione digitale, eventi culturali di prossimità, bandi e percorsi per le scuole. Bondi ha evidenziato come la crisi abbia costretto a modernizzare in fretta le dotazioni tecnologiche di scuole, aziende e istituzioni: «Si è fatto fronte in pochi mesi ad esigenze di modernizzazione che languivano da anni».
COME NASCONO I PROGETTI
Il settore del privato sociale ha dimostrato una grande capacità di tenuta nonostante le sollecitazioni senza precedenti. Ma le incognite non mancano: «Per le fondazioni bancarie il rischio maggiore è rappresentato dalla volatilità dei mercati finanziari, – spiega Bondi – come dimostrano i sali-scendi delle borse. Occorre salvaguardare i patrimoni, anche perché abbiamo visto delle fondazioni perdere tutto». Fondazione Caritro fa fronte a questi rischi investendo su un sistema di controlli incrociati volto a garantire la solidità finanziaria: «Abbiamo differenziato il patrimonio, puntando su molte competenze diverse, non solo su un piccolo gruppo di persone dotate di potere decisionale». Anche per quanto riguarda lo sviluppo dei bandi destinati alle associazioni, la Fondazione ha collaudato un metodo che coinvolge esperti interni e osservatori autonomi: «Abbiamo deciso che le associazioni che chiedono i finanziamenti li avranno in base alla bontà del loro progetto. Non è una decisione scontata perché altri enti erogatori semplicemente suddividono le somme in base al numero delle richieste». Al termine di un complesso processo di valutazione che coinvolge revisori esterni, autorevoli professionisti e membri delle commissioni di valutazione, le associazioni accedono ai fondi: «Ma continuiamo a seguire anche chi non riesce a ottenere i contributi, – ha sottolineato Bondi – Abbiamo avviato un percorso volto a valutare l’impatto dei bandi su tutto il tessuto sociale».
IL VALORE DELL’ISTRUZIONE
Una buona parte dei bandi di Fondazione Caritro si concentra sulla promozione di ricerca e cultura. «Crediamo nel valore economico e sociale della cultura – riflette Bondi – Pensiamo a quanto accaduto nella nostra storia. Nel 1774 Maria Teresa d’Austria introduce l’obbligo scolastico per i sudditi dell’impero. Così, quando i trentini emigrarono all’estero, si distinguevano dagli altri italiani perché sapevano leggere, scrivere e far di conto. Anche per questo ebbero spesso esperienze di migrazione migliori di quelle degli altri italiani». Bondi cita un’iniziativa particolarmente importante: «È la “Giornata del risparmio” che portiamo nelle scuole. Ai bambini regaliamo un salvadanaio, in modo da avviarli all’educazione al risparmio. È un contributo perché la società cresca culturalmente a partire dai più piccoli»
IL RAPPORTO CON LA SOCIETÀ
Bondi riflette sulla propensione al risparmio della popolazione trentina e la promuove: «I trentini sono risparmiatori e questo è un bene. La centralità dell’amministrazione provinciale ha però portato con sé qualche rischio, con la tendenza dei privati ad affidarsi alla mano pubblica. Fortunatamente da almeno due decenni c’è più consapevolezza e i privati investono di più e si impegnano anche sul fronte sociale».
Da ciò scaturisce la missione di Fondazione Caritro: «Siamo un ente privato che gestisce non soldi pubblici ma quel patrimonio pubblico rappresentato dal risparmio dei trentini, – ha sottolineato Bondi – Vorrei che al termine del mio mandato le persone non percepissero più le fondazioni bancarie come un “potere occulto” al servizio di qualche finanziere, ma come un sostegno importante per le associazioni del territorio».
«I giovani? PER RIPARTIRE vanno subito messi AL CENTRO»
Il presidente di Fondazione Caritro Mauro Bondi sottolinea come le conseguenze indirette del contenimento del virus ricadono in primis sui più giovani: «Se dal punto di vista sanitario sono gli anziani i più colpiti e vanno tutelati, sono i giovani che perdono giorni di scuola, opportunità di lavoro, reddito. Dobbiamo restituire ai giovani una posizione centrale nelle politiche nazionali e regionali». Ecco dunque il “piano ripartenza” che intende supportare la formazione, l’ingresso qualificato nel mondo del lavoro, la valorizzazione del capitale umano e la realizzazione piena dei progetti di vita. In tal senso occorre citare l’iniziativa “Come ripartiamo?” e il concorso “Nel ventre della Balena”, in partnership con le fondazioni bancarie del Triveneto, che hanno avuto come target i giovani. Incentrato sull’educazione finanziaria per ragazzi dai 6 ai 10 anni e dagli 11 ai 16, il gioco della “Caccia al tesoro” si svolge virtualmente nelle stanze e nelle sale dei palazzi di Fondazione Caritro. Il gioco è concepito per essere veicolato dai docenti sia in presenza che da remoto. Il docente, proiettando il gioco virtuale, conduce gli studenti attraverso le sale di Fondazione Caritro e quindi nel percorso di formazione. Con il bando “Comunità scolastiche che ripartono”, si promuovono le nuove modalità di sperimentazione della didattica, puntando allo sviluppo di comunità di dialogo tra istituti e docenti.