Una delle storie più commoventi nel mondo del rock riguarda Johnny Cash e la sua seconda moglie, June Carter Cash. Lui era già una star affermata, ma anche profondamente tormentato da dipendenze e problemi personali. June, membro di una famosa famiglia di musicisti, al suo terzo matrimonio, lo aiutò a superare molte delle sue difficoltà.
“Tu ed io ci sposeremo un giorno” furono le parole che sancirono l’incontro con la giovane. L’amore ardente e la stima nei confronti di June emergono ancora oggi attraverso le parole di una lettera a lei dedicata: “Ci leggiamo nella mente, pensiamo allo stesso modo. Sappiamo cosa ciascuno vuole dall’altro senza neanche chiedere. (…) Tu mi spingi a dare sempre il meglio di me. Sei l’oggetto del mio desiderio, sei la prima ragione sulla terra della mia esistenza. Ti amo tanto”.
Nel 1968, Johnny chiese a June di sposarlo durante uno dei loro concerti di fronte a migliaia di fan e lei accettò sul palco.
La storia d’amore tra i due è stata documentata in molte canzoni e raccontata nel film “Walk the Line”. Ma forse il momento più commovente della loro relazione avvenne verso la fine delle loro vite. June morì nel maggio del 2003. Johnny, che era stato al suo fianco fino alla fine, visse solo pochi mesi senza di lei, morendo nel settembre dello stesso anno. In una delle sue ultime interviste, egli disse: “Non penso che potrei funzionare senza di lei”.
La loro relazione è diventata un simbolo della redenzione e del potere curativo dell’amore, lasciando un’eredità commovente che va ben oltre la loro musica. La visione di una donna minuta dai folti capelli neri bastò a catturare l’attenzione del giovane Johnny. Mentre lei imparava ad essere una cantante, lui iniziava a maturare sentimenti d’amore nei suoi confronti che sarebbero rimasti immutati per il resto dei suoi giorni.