Denis Fontanari: teatro per far pensare

Denis Fontanari, attore, è direttore artistico del Teatro di Pergine e di quello di Meano.

Come è nata la passione per il teatro?

Quando ero ragazzino ero più attratto dal cinema, poi la curiosità si è trasferita verso lo  spettacolo dal vivo che all’inizio mi sembrava una cosa distante rispetto all’immediatezza dei film. Ho quindi iniziato a fare teatro nella compagnia amatoriale di Pergine e dopo una parentesi in cui mi sono occupato di altro, questo hobby è diventato un lavoro dopo la frequenza della scuola di teatro professionale di Venezia. Finiti i tre anni di studio abbiamo fondato la compagnia ariaTeatro che inizialmente si divideva tra Venezia e Pergine poi completamente a Pergine prima con il Teatro delle Garberie e poi nel 2013 con l’apertura del Teatro comunale. Da quel momento il ruolo di attore si è sommato a quello di direzione artistica, ampliato tre anni dopo con il Teatro di Meano, ora c’è una divisione a metà tra questi due ruoli. Quando la passione diventa lavoro può essere totalizzante nel senso che non si distingue più il tempo libero da quello lavorativo.

Come si svolge il lavoro?

Come attore mi affido totalmente ai nostri registi, come direttore si lavora in parte in ufficio selezionando spettacoli, video, trattando le varie possibilità, i prezzi, i calendari. Una parte organizzativa alla quale tengo molto e che non tutti i direttori artistici in Italia fanno, è quella di andare dal vivo a vedere quanti più spettacoli possibili perché questo ti dà il polso della situazione e capire veramente se uno spettacolo funziona o meno con il pubblico diverso.

Quali i gusti personali?

Mi piace il teatro in tutte le sfaccettature, ma che racconti qualcosa sia dal punto di vista delle immagini e delle suggestioni che dal punto di vista della mera narrazione. Mi può piacere uno spettacolo di pura narrazione che uno puramente visivo.

E’ difficile portare proposte di qualità in Trentino?

Il Trentino e Pergine sono situazioni che hanno dei grandi pregi e anche i difetti di una popolazione che non è non da grande città, bisogna quindi essere contenti  che si riescono a fare tante cose che in altri luoghi d’Italia non sarebbero attuabili, perché forse non ci sarebbe quel substrato e quella disponibilità che da noi ci sono. Da fuori regione se qualcuno vede il programma del Teatro di Pergine sembra quello di una città capoluogo di provincia. Ci sono delle condizioni delle quali dobbiamo essere grati e poi anche la soddisfazione  che qualcosa ci ho messo io, così come ariaTeatro, creando qualcosa di innovativo. Sta poi alla mediazione, all’intelligenza, trovare il giusto equilibrio per accontentare e venire incontro a un pubblico vasto perché è un teatro di comunità dove comunque puoi portare ricerca e innovazione. A Pergine nel 2023 proseguiremo alternando nomi di spicco come Simone Cristicchi o Andrea Pennacchi con compagnie meno televisive ma che sono il miglior teatro che viene prodotto in Italia.

Che periodo vive il teatro?

Lo  spettacolo dal vivo è in buon periodo, credo che in Trentino rispetto a 20 anni fa ci sia una situazione diversa di compagnie, di attori professionisti, di spazi gestiti. Questa è una vera risorsa e noi abbiamo tentato di mettere in rete queste realtà che non c’erano come la nostra o il Teatro Portland e che portano pluralismo culturale e confronto con altre realtà come il Centro Santa Chiara. Quello che soffre di più la programmazione in sala del cinema, non quello da cineforum ma quello di cassetta per via della concorrenza delle piattaforme, ma è una partita che si può giocare e migliorare. In ogni caso occorre fare i conti con i bilanci e con alcune criticità, ma cerchiamo di vedere il lato positivo e apprezzare il pubblico in sala e pensante, con la nostra capacità di contribuire a farlo pensare ulteriormente, questo è il nostro obiettivo e la nostra soddisfazione.

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Pubblicato da Giuseppe Facchini

Giornalista, fotografo dello spettacolo, della cultura e dello sport, conduttore radiofonico. Esperto musicale, ha ideato e condotto programmi radiofonici specialistici e di approfondimento sulla storia della canzone italiana e delle manifestazioni musicali grazie anche a una profonda conoscenza del settore che ha sempre seguito con passione. Ha realizzato biografie radiofoniche sui grandi cantautori italiani e sulle maggiori interpreti femminili. Collezionista di vinili e di tutto quanto è musica. Inviato al Festival di Sanremo dal 1998 e in competizioni musicali e in eventi del mondo dello spettacolo.