Il Trentino vota per un biodistretto

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Pochi giorni dal Referendum per il biodistretto in Trentino, il WWF rilancia l’allarme sui pesticidi utilizzati in agricoltura. La diversità di specie animali e vegetali del nostro Pianeta sta sparendo ad un ritmo allarmante negli ultimi anni, per molti scienziati stiamo attraversando la sesta estinzione di massanella storia della Terra, questa volta però innescata da una singola specie, l’essere umano. L’agricoltura intensiva industriale è una delle principali cause di perdita della biodiversità in Europa e nel nostro Paese e a pagarne le conseguenze non sono oltre che l’uomo stesso, soltanto mammiferi, uccelli e insetti (si pensi al ruolo fondamentale degli impollinatori), ma anche specie meno note come numerosi rettili e anfibi, quest’ultimo uno dei gruppi faunistici maggiormente in al mondo pericolo.

Questo è quello che sostiene il report “Le misure non sono tutto: l’importanza della piccola fauna per un’agricoltura sostenibile” che il WWF lancia oggi, sollevando l’attenzione sull’importanza di adottare un’agricoltura biologica e invitando i cittadini residenti in Trentino a votare SÌ al referendum di domenica 26 settembre per il biodistretto. A quanto sostiene il WWF, sulla base anche del rapporto sullo “Stato della Natura” dell’Unione europea, l’uso intensivo e prolungato di pesticidi nelle aree agricole, è uno dei principali fattori di minaccia alla base del declino della biodiversità poiché queste sostanze chimiche hanno effetti tossici anche su organismi viventi che non sono il loro diretto bersaglio, come anfibi e rettili ma anche uccelli, mammiferi, insetti impollinatori e uomo, con ripercussioni drammatiche sugli ecosistemi. A livello globale, il 64% dei terreni agricoli è a rischio di inquinamento da più di un pesticida e il 21% da più di dieci. In Europa il 62% delle aree agricole è ad alto rischio di inquinamento da un pesticida e il 94% da più di una sostanza. Oltre all’elevata tossicità, molti composti sono altamente persistenti nelle matrici ambientali (acqua, suolo e aria) e altamente bioaccumulabili nei tessuti grassi di molti animali.

L’Italia, grazie alla sua peculiare posizione geografica, è il Paese europeo con la massima diversità di rettili e anfibi, con circa 44 specie di anfibi (di cui 14 endemiche) e 56 di rettili (di cui 5 endemiche). Ma oggi il 36% delle specie di anfibi e il 19% di rettili sono fortemente minacciate. Componenti importantissime degli ecosistemi, rettili e anfibi sono veri e propri alleati delle nostre produzioni agricole: predando roditori, insetti e altri invertebrati spesso vettori di malattie per le coltivazioni, contribuiscono a ridurre la diffusione di zanzare, pulci e zecche, e costituiscono a loro volta una importante fonte di cibo per molti animali. Inoltre, anfibi e rettili, per le loro caratteristiche biologiche ed ecologiche, sono ideali “bioindicatori” ossia organismi utili per valutare le variazioni nella qualità dell’ambiente.

“Aumentare le conoscenze dell’effetto dei pesticidi su anfibi e rettili è fondamentale per ottenere una stima realistica della portata del loro impatto e per conciliare le pratiche agricole con gli sforzi di conservazione per questi animali. Ad oggi alcuni pesticidi ampiamente usati in agricoltura possono causare negli anfibi tassi di mortalità del 100% dopo un’ora dall’esposizione- afferma Isabella Pratesi, direttore del programma di Conservazione del WWF Italia-. La speranza che in futuro le specie altamente minacciate si allontanino dal rischio estinzione si basa anche su azioni immediate e urgenti, cruciali per la salute dell’ambiente e degli animali, uomo incluso, quali la riduzione del 50% dell’uso di pesticidi di sintesi fino alla completa eliminazione dei principi attivi più pericolosi in Europa entro il 2030, come previsto dalle Strategie europee Farm to Fork e Biodiversità 2030. Per questo il WWF Italia con forza il SÌ al Referendum in Trentino per il distretto biologico. Per noi l’agricoltura deve orientarsi sempre più all’agroecologia, la scienza che applica i principi ecologici alla gestione dei sistemi agricoli. Solo così possiamo favorire tutti i processi naturali di rigenerazione e resilienza, e tutelare la salute umana e quella del Pianeta”.

L’Italia ha avviato dal 2009, anno di costituzione del primo biodistretto nel Cilento, un percorso di costruzione di distretti biologici (un’area geografica naturalmente vocata al biologico dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse, partendo proprio dal modello biologico di produzione e consumo), arrivando agli attuali 40, 32 già operativi e 8 in fase di costituzione, in linea con la nuova politica europea per favorire una maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed economica della nostra Agricoltura e una transizione ecologica che parta anche dai territori. Nonostante ciò l’Italia è ancora oggi tra i primi Paesi in Europa per il consumo di sostanze chimiche di sintesi per ettaro coltivato.
Per queste ragioni il WWF sostiene il SI al referendum per il distretto biologico in Trentino, come possibilità di favorire la transizione ecologica di un settore che ha molto da fare per ridurre il proprio impatto sulla natura e sulle persone.


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