La DAD ci ha preso la mano (e il resto del braccio)

Insomma ci risiamo. Come cavalieri medioevali, abbiamo sguainato le nostre spade informatiche riposte nell’armadio agli albori dell’estate scorsa e imbracciato gli scudi digitali per catapultarci nel mondo fantastico della didattica a distanza. Tutti ne parlano, molti argomentano, parecchi discutono su criticità conclamate e insidie didatticamente subdole e imperfette. Il fatto è che noi poveri esseri umani – abitudinari per DNA – fatichiamo un attimo ad assorbire questi cambiamenti improvvisi. E allora ti trovi che domani è lunedì e siamo tutti a casa, collegati. Mi è piaciuto il video di Michelle Hunziker, postato di recente sui social. Pur non seguendo le sue storie dal sapore di gossip intenso, ho apprezzato il suo sforzo – reale o apparente, ma che importa al giorno d’oggi – di mamma alle prese con la scuola da casa. Con look decisamente informale e da antidiva, la vedi correre da una parte all’altra della casa, monitorando l’una e l’altra figlia collegate con la classe davanti al pc. Ed anche se l’apparenza inganna, purtroppo non c’è nulla di esagerato. Ma quest’anno siamo tutti più organizzati. Casa divisa in aree personalizzate, connessione articolata, dispositivi in comodato d’uso. E in attesa del prossimo decreto, ragionavo sulle differenze tra la DAD 20 e quella 21. Cosa si è evoluto? Siamo messi un po’ meglio? Cosa abbiamo in più? 

GLI SFONDI

Gli esperti dicono che esistevano già lo scorso anno, ma spopolano da questa seconda ondata di DAD. Si tratta dell’opportunità di selezionare finti sfondi per le lezioni online. Si possono scegliere quelli più creativi ed artistici, come prati, tramonti, cavalli al galoppo o quelli più realistici, come librerie ordinate, scaffalature e soprammobili, lampadari e piante ornamentali. Con la differenza che con quelli fantasiosi vengo scoperto subito, con quelli verosimili passo per credibile oltre che fortunato residente in luogo raffinato e curato. Vantaggi: non serve riordinare casa prima della diretta. Svantaggi: gli sfondi sono uguali per tutti quindi più persone, stesso sfondo… il trucco non regge! Ma c’è chi si è lasciato ingannare… “Ma colleghe, avete la libreria uguale? È quella dell’Ikea?” Commento personale: io l’ho usata al contrario. Lo sfondo era realmente disordinato e l’ho presentato come l’ultimo della serie predefinita. Non ci ha creduto nessuno ma vabbè, ci ho provato. 

JAMBOARD, LA LAVAGNA DIGITALE 

Invece di vedere per tutta la video lezione il primo piano dei professori – che stanca e stufa parecchio – c’è la possibilità di sfoderare questa nuova arma informatica. Si condivide lo schermo e su questa lavagna bianca si possono fare schemi e mappe in diretta, sintetizzando regole e concetti chiave. Vantaggi: sembra proprio di essere a scuola, stiamo navigando ad alti livelli. Svantaggi: c’è da capire un attimo come caricarla e da dove importarla. Commento personale: ma come si pronuncia?! Perché tutto questo inglese?

LA MANO ALZATA

Utilissima novità della DAD 21 è la manina alzata; chi vuole prendere la parola clicca sull’icona con il simbolo della mano – ricorda il vecchio contrassegno dell’asilo – che viene visionato dall’insegnante. Vantaggi: più ordine negli interventi. Svantaggi: si prenotano sempre gli stessi, quindi ti trovi ad interagire con poche persone. Commento personale: nelle riunioni tra adulti c’è chi continua a parlare senza alzare mai la mano, possibile? Difetti di presenza rimbalzati a distanza.

I PARERI DEGLI IN-ESPERTI

La psicologa dice che è meglio stare in classe, il ministro vorrebbe ma non può; i genitori protestano nelle piazze, gli opinionisti da talkshow televisivo si animano concitati tra un’alzata di voce e l’altra. Vantaggi: si è ripreso a parlare della scuola, nel bene e nel male. Svantaggi: le idee chiare sembrano averle in pochi e la sensazione è quella di navigare a vista in un mare di esperti poco più che improvvisati. Commento personale: insegnanti e studenti – che ci macinano ore davanti a uno schermo – sono quelli meno interpellati. Forse avrebbero qualcosa da dire.

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Pubblicato da Tiziana Tomasini

Nata a Trento ma con radici che sanno di Carso e di mare. Una laurea in materie letterarie e la professione di insegnante alla scuola secondaria di primo grado. Oltre ai grandi della letteratura, cerca di trasmettere agli studenti il piacere della lettura. Giornalista pubblicista con la passione della scrittura, adora fare interviste, parlare delle sue esperienze e raccontare tutto quello che c’è intorno. Tre figli più che adolescenti le rendono la vita a volte impossibile, a volte estremamente divertente, senza mezze misure. Dipendente dalla sensazione euforica rilasciata dalle endorfine, ha la mania dello sport, con marcata predilezione per nuoto, corsa e palestra. Vorrebbe fare di più, ma le manca il tempo.