La pace? È dentro di noi!

Esiste un tipo di pace che sfugge al controllo dei tavoli della politica, delle alleanze internazionali e degli accordi tra Stati. È una pace che ha fatto il nido nella zona più autentica degli esseri umani, celata agli occhi degli altri, ma non alla percezione di chi sa come intercettarla e, nel caso, riportarla al palpito vitale. Non c’è nessun trucco né effetti speciali. Di questo è certa Alice Segantini che per più di un decennio ha lavorato nel campo della relazione d’aiuto con persone anziane o coinvolte da disabilità e, parallelamente, arricchendo il suo percorso personale e professionale formandosi come operatrice in craniosacrale biodinamico, ayurveda e focusing.
Oggi gestisce il centro di benessere olistico denominato “La Quiete Dinamica” (www.laquietedinamica.it). È a lei che ci rivolgiamo per indagare quest’accezione così “speciale” di pace.
Alice si è avvicinata a questo mondo a seguito di un momento di forte difficoltà della sua vita che le ha permesso di ricontattare le infinite risorse che ognuno di noi ha dentro di sé. Per fare ciò ha anche dovuto affrontare dei pezzi del suo “inferno” personale. Una specie di viaggio di Ulisse per tornare alle proprie origini.

E cosa è successo in seguito?
Le prove della vita non sono diventate meno difficili ma ho più risorse per affrontarle. Sono infinitamente grata alla vita per avermi portato questo strumento ed ho scelto di mettermi al “servizio” nel mondo attraverso questa disciplina di cui mi sono innamorata.
Craniosacrale biodinamico, ayurveda e focusing: per noi sono parola straniere… Ci puoi dare qualche piccola traduzione?
Il craniosacrale deriva dall’osteopatia e quest’ultima ha appreso parte delle sue tecniche dal sapere dei Nativi d’America. Io pratico il craniosacrale biodinamico, il pioniere di questa disciplina è Frenklin Sills, il quale era un monaco buddista. Il massaggio ayurvedico invece viene dalla medicina indiana. Si usano le mani come strumento per sentire cosa c’è nel corpo, sentire la storia di quel corpo e con rispetto sentire quanto si può entrare nel lavoro di sciogliere le tensioni in quel momento. Non è un semplice massaggio, ma si “ascolta” più in profondità.
È faticoso?
Abbastanza. Di solito più di quattro massimo cinque trattamenti al giorno non li faccio. È un lavoro che richiede una grande presenza, andando avanti magari riuscirò ad allenarla e farne di più ma per ora è così.
Per quali ragioni le persone si rivolgono a te?
Sia per problemi fisici sia per il desiderio di fare un percorso all’Interno di se stesse. Da scompensi cervicali a emozioni molto forti, come cercare di superare il dolore per la fine improvvisa di una relazione. A volte il mio lavoro viene affiancato anche da altri professionisti come lo psicologo. In ogni caso non è possibile proporre un lavoro di questo tipo se prima non lo si è sperimentato su di sé; Io posso accompagnare chi viene da me solo per il pezzo di strada che anch’io sono riuscita a fare fino ad ora. Credo che la strada verso se stessi non finisca mai finché siamo in vita. Per arrivare alla quiete io ho trovato la via del corpo, e questa è la via che propongo a chi cerca di ritrovare la propria Quiete interiore.

Come hai cominciato?
Collegandomi al concetto di pace interiore, il primo che mi è venuto in mente è il focusing, ascolto verbale del corpo. Disciplina fondata da Eugen Gendlin, allievo di Carl Rogers. Egli si accorse che chi riesce ad ascoltare il corpo riesce meglio anche nella terapia della parola. Una percezione che si può allenare, rallentando, con la meditazione per esempio.
Qual è lo scopo ultimo dei trattamenti?
Ritrovare il proprio senso d’integrità. Dialogare con il proprio corpo e imparare ad abbandonarsi all’intelligenza che lo governa, la stessa intelligenza che governa la natura è dentro al nostro corpo. Può sembrare una cosa strana al giorno d’oggi, difficile da comprendere in una società dove ogni cosa pare portarci fuori dal nostro corpo.
Nel cranio sacrale biodinamico l’ascolto è sottile, le mani sono ferme, non ci sono manipolazioni. Si ascoltano i micromovimenti che avvengono sotto la pelle, provocati da sangue, sistema nervoso, ecc.. Il mio orientamento nella biodinamica afferisce al liquido celebro spinale nella colonna vertebrale.
Ma la quiete è la nostra condizione naturale?
Direi di sì. Esiste sempre, ce l’abbiamo lì, non va mai via, ma spesso è sormontata da altri strati che in cranio-sacrale vengono chiamati “fulcri di esperienza”, tensioni che andrebbero sciolte per restituire l’energia nel frattempo sottratta ai “fulcri naturali”, quelli che in Oriente vengono chiamati “chakra”.
Ma come mai oggigiorno si pensa così poco al corpo, se non esteriormente?
Forse perché appare troppo semplice come soluzione e non si pensa che può essere uno strumento molto più efficace di determinate sostanze chimiche sintetiche. E invece è così importante entrare in contatto con la parte di noi che sta bene, con le nostre risorse intrinseche. Ognuno di noi ha qualcosa di speciale, da donare al mondo, serve solo ritrovare quella parte. Il dolore, il disagio non vanno respinti, ma accolti in un dialogo. Non è proprio la parte buona che rimpicciolisce la parte cattiva. Cattiva non è un termine appropriato, è semplicemente una parte che ha un bisogno. Bisogno di essere ascoltati, vista, compresa e molte volte è una parte convinta di proteggerci con il suo modo di agire, se la definiamo cattiva è già un giudicarla anziché accoglierla.
Per quale ragione?
Per il semplice fatto che non deve più “far sapere” che esiste, ovvero manifestarsi con sintomi sgradevoli, ad esempio ansia o tachicardia. È proprio come parlare con un’altra persona: più la scaccia e più quella si incattivisce.
Quindi per arrivare alla quiete interiore cosa ci vuole?
Tanto coraggio e fiducia. Per me sono degli eroi coloro che decidono di affrontare i propri dolori, rancori, rabbia, standoci davanti, ascoltandoli, accogliendoli. È più facile nascondere e fare finta di nulla.
Nel focusing si descrivono le sensazioni provate attraverso immagini e parole. Le informazioni emergono dall’ascolto del corpo, se si indaga si rischia di usare solo l’emisfero sx, quello della ragione, invece per far emergere dal corpo le risposte serve la collaborazione tra emisfero dx ed emisfero sx, è in questa collaborazione la magia del focusing.
Ovvero?
Attraverso l’ascolto del corpo si può prendere coscienza del problema esistenziale che sta a monte del sintomo. Può essere ad esempio una persona che ti fa stare male, senza che tu te ne renda conto. Io ovviamente mi limito ad accompagnare con l’intento di fare prendere coscienza di un determinato problema poi ognuno è responsabile delle decisioni della propria vita.
Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
Cercare di portare nella concretezza l’etericità degli ideali. Tornare al corpo, alla semplicità della natura nel corpo. Ma soprattutto amo la profondità delle relazioni umane che si creano. Stando nel corpo si è più autentici! Il corpo non mente mai!

Come possiamo visualizzare la pace che ci portiamo dentro?
(Alice chiude gli occhi, ndr.) La cosa più utile sarebbe sentirla dentro, tra tutti gli aspetti da cui siamo composti. Per visualizzarla a me aiuta stare nella fluidità della colonna vertebrale, il nostro primo centro fisico di orientamento. Un desiderio di “centro” che cerca di incarnarsi sempre di più.

Insomma. qualcosa che ci permette di stare in questo mondo, che in pace non è. Curiosamente acquietati, salutiamo Alice Segantini, dando un’ultima occhiata alle sue mani, domandandoci ancora una volta come faccia ad ascoltare i movimenti così leggeri delle ossa craniche, degli organi, delle ossa e a fornire, con la collaborazione del cliente, una loro lettura. Ogni gesto di cura che compiamo verso noi stessi è un atto eroico di amore verso tutta l’Esistenza: adesso ne siamo certi.■

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Pubblicato da Pino Loperfido

Autore di narrativa e di teatro. Già ideatore e Direttore Artistico del "Trentino Book Festival". I suoi ultimi libri sono: "La manutenzione dell’universo. Il curioso caso di Maria Domenica Lazzeri” (Athesia, 2020) e "Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis" (Edizioni del Faro, 2022). Nel 2022 ha vinto il premio giornalistico "Contro l'odio in rete", indetto da Corecom e Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige. Dirige la collana "Solenoide" per conto delle Edizioni del Faro.