L’arte della piccola Lisa

Erano rimasti gli unici nel piccolo borgo, quell’inverno, lei e i suoi genitori, solo nei paesi vicini c’erano altre famiglie. Il loro davanzale pieno di gerani, avrebbe presto grondato fiori rossi, attorno poco più di una manciata di casette di legno e pietra, addossate le une alle altre, e poi i resti di quelle che erano state case, stalle, capanni, fienili. Tutto ancora parlava del vissuto di quel borgo, vissuto faticoso e gioioso contemporaneamente. Qui viveva tanta gente un tempo: si coltivavano frumento e grano saraceno, ogni famiglia aveva l’orto, allevava vacche, pecore e animali da cortile, si tagliava, raccoglieva e vendeva la legna. I paesei: piccoli mondi che minacciavano di sparire.

La piccola Lisa, scesa a prendere le uova fresche delle galline dopo aver lasciato libero di sgranchirsi il cane Elvis, l’amico con cui parlava tutto il giorno, se ne stava a fissare una lucertola uscita timidamente a godere dei tiepidi raggi del sole. Pensava al suo piccolo asilo di montagna, due paesini più in là, dove i bambini si contavano sulle dita delle mani. Era una piccola scuola ben tenuta, con un bellissimo giardino, una minuscola ma curata palestra e un laboratorio di scienze. Le mancavano già quei pochi compagni, le ore passate insieme, le maestre. E le mancavano le attività, soprattutto quelle in giardino: la magia dei semi che germogliavano, lo spuntare dal suolo delle tenere piante che l’incantava sempre.

Il vento meno freddo ruzzolava dalle gole della montagna e ravvivava i profumi delle piante, alcuni tenui altri più acri, rendendo più pettegole le galline e portando con sé la musica del frinire delle cicale. Si incominciava a sentire il canto degli uccelli e, guardando oltre la strada che si inerpicava qua e là nella valle, vide come i colori cupi della fredda stagione si andavano sostituendo alle mille sfumature della primavera. 

La piccola Lisa, faceva saltellare lo sguardo, come fosse una lepre, lungo crinali e pendii, tutti orlati di luce e aspettava la bella stagione per poter parlare finalmente con qualcuno che non fosse il cane, per ascoltare storie nuove. Perchè solo d’estate il piccolo paese si destava dal torpore, tornando a vivere, soprattutto i sabati e le domeniche. E lei attendeva l’arrivo dei bimbi, che abitavano un po’ più a valle della sua stessa montagna. I germogli facevano la loro comparsa su tutti i rami, ad esclusione di quelli secchi che presto sarebbero stati portati via dai boscaioli, le violette e le primule avevano iniziato a cedere il posto a l’elleboro che fioriva dappertutto, insieme a dei meravigliosi tappeti di erica. All’alba, dalla piccola finestra della sua camera, aveva visto i primi caprioli pascolare sul poggio a pochi metri dalla sua casa. Era stato allora che aveva avuto l’idea ed era corsa entusiasta a svegliare i suoi genitori. 

E così, per qualche giorno, Lisa aveva aiutato il padre a zappare, la madre a seminare e annaffiare e aveva composto piccoli lavoretti colorati, dipinto una carriola, e qualche vaso, mentre scoiattoli e ghiri, spiavano dagli alberi quella piccola lavoratrice che cantava canzoncine allegre. Aveva messo insieme un piccolo giardino decorandolo con colori, sassi e una targhetta in legno di benvenuto che riportava anche il suo nome. 

Passò poco tempo, in molti scattarono fotografie da tutte le angolazioni e le immagini presero il volo, lasciarono la valle entrando in una moltitudine di case, portando la gioia di un sogno semplice.

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Pubblicato da Denise Fasanelli

Mamma insonne e sognatrice ad occhi aperti. Amo la carta, la fotografia e gli animali. Ho sempre bisogno di caffè. Non ho bisogno di un parrucchiere, d’altronde una cosa bella non è mai perfetta. Ho lavorato nel campo editoriale, della comunicazione e mi sono occupata di marketing per alcune aziende. Ho pubblicato un libro insieme all’ex ispettore Pippo Giordano: “La mia voce contro la mafia”(Coppola ed. 2013). Per lo stesso editore, ho partecipato, in memoria dei giudici Falcone e Borsellino, al libro “Vent’anni” (2012) con un racconto a due mani insieme all’ex giudice Carlo Palermo.