Le connessioni nascoste tra le cose

Nulla, dall’esterno, sembrerebbe far intendere che in questa casa, un po’ appartata, vive un uomo quasi completamente immerso negli oggetti. Non sa buttare via quasi niente, al contrario: sente una irrefrenabile voglia di conservare. Raccoglie e organizza oggetti per svelare le connessioni nascoste tra le cose e definire un rapporto singolare tra la propria realtà interiore e quella circostante.

A Luigi piace toccare le cose appartenute ad altri, sfiorare il loro passato ed ascoltare l’eco dei sentimenti che vi hanno trovato riparo. Ed è vero, come gli ripetono i figli preoccupati, ci possono essere pezzi che agli occhi di altri risulterebbero inutile spazzatura. Oggetti a riempire spazi che potrebbero essere dedicati ad altro. Ma ogni collezionista tuttavia è un caso a sé e non tutti possono comprendere il valore che questi elementi hanno per chi li detiene.

Luigi ha paura del vuoto: il vuoto è assenza, dimenticanza, buio silenzioso. Forse è proprio per questo che la sua esistenza, ad un certo punto, è stata segnata dalla raccolta e gli oggetti hanno preso il sopravvento: con essi ha cercato di cancellare nostalgie e mancanze. Spinto dall’amore per il processo – a volte più che dal risultato – ha cominciato a ricercare, selezionare, assemblare, conservare. In poche parole è diventato una specie di collezionista. Con gli anni, anche i suoi amici più intimi hanno compreso che questa sua passione non nuoce alla salute, anzi, fa bene all’occhio quanto all’anima del possessore. 

Luigi ha gli occhi stanchi e piccoli dietro a spessi occhiali, le mani affusolate si muovono leggere e sicure tra libri, copertine di dischi, album e cartoline. Il suo tocco delicato racconta di storie capaci di esprimere quel legame affettivo che serve ad apprezzare davvero gli oggetti che conosce a memoria. Quante emozioni hanno assorbito, quante relazioni hanno stretto, quanti passaggi hanno fatto nel tempo e nello spazio tutte quelle cose? Come sono arrivate nelle sue mani, come hanno resistito alla vita, alla storia? Lui ricorda ogni acquisto o scambio, ritrovamento o regalo; di molti oggetti ipotizza le vicissitudini, ricostruendole dalle date o annotazioni più o meno anonime, quando non le conosce per filo e per segno. 

Annoda pezzi di storie passate a cordoni di vite presenti e future. 

Lascia libere le mani in una continua danza di devozione e conoscenza tra oggetti, persone, relazioni: manipola, sposta, tocca, gesticola, costruisce nuove combinazioni o, più semplicemente, osserva, parla, ascolta qualche disco e narra gli avvenimenti, segue delle suggestioni, nel tentativo di imporre un ordine alle cose nello spazio e nel tempo, nel tentativo di riattivare un percorso.

E se sui suoi dischi ogni singolo granello di polvere influisce sulla musica, la cambia, rendendo l’ascolto ogni volta unico, è cosciente che ogni oggetto può cambiare la vita premiando chi, come lui, ha deciso per amore di “appartenergli”.

Non c’è serialità in Luigi, l’accumulo, la collezione non ha che un’unica aspirazione: riunire storie per poterle accarezzare, immaginare o rivivere attraverso un momento, un rituale. Per questo Luigi conferisce alle cose epiteti e qualità umani, nutre verso gli oggetti un senso di responsabilità e vuole accertarsi che il loro destino non sia vano, effimero.

Per questo Luigi, sapendo che il vero problema di ogni collezione è avere spazio e prendendo alcuni fogli sbiaditi da una pila di riviste, dice che sono parte del libro che sta scrivendo, a mano. Un libro che sarà molto probabilmente difficile da ricomporre, esattamente come la sua collezione, un libro che si augura possa scalfire il silenzio e il buio che si nascondono dietro alla dimenticanza.

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Pubblicato da Denise Fasanelli

Mamma insonne e sognatrice ad occhi aperti. Amo la carta, la fotografia e gli animali. Ho sempre bisogno di caffè. Non ho bisogno di un parrucchiere, d’altronde una cosa bella non è mai perfetta. Ho lavorato nel campo editoriale, della comunicazione e mi sono occupata di marketing per alcune aziende. Ho pubblicato un libro insieme all’ex ispettore Pippo Giordano: “La mia voce contro la mafia”(Coppola ed. 2013). Per lo stesso editore, ho partecipato, in memoria dei giudici Falcone e Borsellino, al libro “Vent’anni” (2012) con un racconto a due mani insieme all’ex giudice Carlo Palermo.