Le foreste trentine nella lente di Galimberti

Un viaggio fotografico nelle foreste trentine, tra alberi che profumano di legno buono e scrivono paesaggi fragili. È suggestivo l’incontro tra arte e foresta al MUSE – Museo delle Scienze dove la nuova mostra “Forest Frame. La foresta tra sogno e realtà” racconta attraverso l’obiettivo del fotografo milanese Maurizio Galimberti i boschi del Trentino. Allestita nelle sale di Palazzo delle Albere, polo Scienza e Filosofia del MUSE, ma ora chiusa al pubblico nel rispetto delle disposizioni anti-Covid, la mostra si compone di 23 scatti e 17 mosaici fotografici. Scatti d’autore che giovedì 11 febbraio 2021, alle 18 in streaming sulla pagina Facebook del MUSE (qui il link per seguire l’evento), il noto maestro “della Polaroid” presenterà alla platea virtuale.

Assieme a lui, a illustrare i motivi, le emozioni e i contesti ecologici racchiusi nelle fotografie, ci saranno la curatrice Beatrice Mosca, il referente delle iniziative di Palazzo delle Albere Carlo Maiolini e il botanico del MUSE Andrea Bianchi. A portare il proprio saluto anche il presidente del MUSE Stefano Zecchi e il direttore Michele Lanzinger.
La mostra, che rientra nel filone 2021 dedicato alle foreste, dialoga con gli altri due exhibit a tema vegetale allestiti negli spazi del museo: “Tree Time. Arte e scienza per una nuova alleanza con la natura”, nata dalla collaborazione tra MUSE e Museo Nazionale della montagna di Torino, e l’installazione artistica “Trees Falling in Love”, visitabile nel giardino del museo.
Anche le fotografie di “Forest Frame. La foresta tra sogno e realtà” indagano il rapporto tra natura e umanità. Un viaggio emozionante che vede il Trentino protagonista di uno sguardo sospeso fra visioni oniriche e reali: Galimberti si perde nelle foreste della Val di Fiemme e Fassa, della Valsugana, della Val di Non, Cembra, Molveno e Arco, tra alberi spezzati dalla furia della tempesta e alberi che riportano ad antiche suggestioni.

Di questo viaggio silvestre l’autore scrive: “Tutto è onirico, tutto è lento, tutto si fa osservare. Nelle mie immagini si accumulano montagne fiabose. Sono un surrealista, sono un fotografo, pittore, scultore. La mia fotografia è un piccolo mosaico, la mia fotografia è un single doppio scatto, lavoro sull’asta della fotografia. Lavoro su una linea di confine fotografico tanto cara a Luigi Ghirri. Tutto accade dentro il mio viaggiare in Trentino. Sublime Trentino mi emozioni, mi scrivi sensazioni senza tempo… la voce di mia Madre riecheggia nella foresta, è una voce che mi accarezza, vorrei non finisse mai”.

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