Le Regioni Italiane e la sfida della neutralità climatica

Nessuna Regione in linea, performance incoraggianti per Basilicata, Calabria, Molise, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta

È quanto emerge dal primo ranking regionale sul clima pubblicato da Italy for Climate, un’iniziativa della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, in collaborazione con Ispra, promossa da imprese e associazioni di imprese.

Quasi la metà delle Regioni italiane si colloca in una posizione intermedia nel ranking che misura le performance delle Regioni nel percorso verso la neutralità climatica. È quanto emerge da “La corsa delle Regioni verso la neutralità climatica: il primo ranking delle Regioni italiane sul clima, il Rapporto che ha misurato e valutato le performance delle Regioni italiane in termini di impatto sul clima, realizzato, in collaborazione con Ispra, da I4C – Italy for Climate, l’iniziativa promossa dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con  Chiesi, ConouDavines, Edison,ErgillyItalian Exhibition GroupH+K Strategies, che si pone l’obiettivo di promuovere l’attuazione di una Roadmap climatica per l’Italia, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Il secondo gruppo nella classifica di Italy for Climate è costituito dalle Regioni che presentano delle performance climatiche intermedie rispetto la media nazionale, con tre Regioni del Sud (Basilicata, Calabria e Molise), due isole (Sardegna e Sicilia) e due settentrionali (Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta). 

La classifica è stata elaborata in base a tre parametri chiave, emissioni di gas serra, consumi di energia e fonti rinnovabili prendendo in considerazione i più recenti dati consolidati e ufficiali al 2019 e analizzando i trend di miglioramento conseguiti nell’ultimo biennio 2017-2019. La classifica conclusiva per gruppi è stata stilata sulla base del numero di indicatori in cui ciascuna Regione presenta valori migliori della media nazionale.

Questo secondo gruppo presenta 3 indicatori su 6 migliori rispetto la media nazionale. Mediamente si caratterizza per consumi energetici bassi, ad eccezione di Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta e, soprattutto, per buone performance sul fronte delle fonti rinnovabili: a parte la Sicilia, tutte le altre – Basilicata, Calabria, Molise, Sardegna, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta – presentano infatti unaquota di rinnovabili sul consumo più alta della media nazionale e molte di queste sono le Regioni più performanti in assoluto a livello nazionale, con quote di rinnovabili già in linea con gli obiettivi al 2030: è il caso della Valle d’Aosta (prima in assoluto con oltre il 91% dei consumi soddisfatti da rinnovabili termiche ed elettriche), del Trentino-Alto Adige (seconda con il 53%), della Basilicata (terza con il 49%,5), della Calabria (quarta con oltre il 40%) e del Molise (quinta con circa il 39%). Nell’ultimo biennio Basilicata, Sicilia, Sardegna, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta hanno aumentato inoltre il ricorso a fonti rinnovabili in misura maggiore rispetto la media nazionale (la Basilicata addirittura in media del 7% per anno).

Un trend positivo che tuttavia non si osserva anche sul fronte delle emissioni di gas serra dove Sardegna, Basilicata, Molise, Valle d’Aosta registrano tutte valori pro capite più alti della media nazionale con Molise, Basilicata e Valle d’Aosta che le hanno addirittura aumentate dall’8% al 13% mediamente ogni anno, valori record per le Regioni italiane. Una particolarità, purtroppo negativa, che accomunaTrentino-Alto Adige e Valle d’Aosta è inoltre l’altissimo tasso di motorizzazione raggiunto, con più di mille vetture ogni mille abitanti contro una media nazionale di 663, tra le più alte d’Europa.

Le performance climatiche registrate dal secondo gruppo di Regioni riportano una fotografia eterogena a seconda dei territori e degli indicatori considerati ma che conferma un dato fondamentale su cui vale la pena riflettere: tutte le Regioni italiane devono fare di più sul fronte climatico, comprese quelle in testa alla classifica che dovranno migliorare in modo sensibile le proprie performance.  Non mancano certo delle best practice ma non risultano essere sufficienti soprattutto se consideriamo che dai dati del ranking tutte le Regioni italiane risultano essere ancora molto lontane dal conseguire l’obiettivo della carbon neutrality entro il 2050, così come dal centrare gli obiettivi intermedi al 2030.

Obiettivo che lo studio promosso da Italy for Climate vuole contribuire a raggiungere stimolando un dibattito nazionale informato sul ruolo delle Regioni nel percorso verso la neutralità climatica. In tal senso, “La corsa delle Regioni verso la neutralità climatica: il primo ranking delle Regioni italiane sul clima” rappresenta un contributo fondamentale soprattutto se consideriamo che ad oggi il Paese non dispone di una valutazione complessiva di quali siano i contributi delle singole Regioni al raggiungimento di questi obiettivi. Allo stesso modo non esistono ancora dei target regionali condivisi al 2030 e 2050 in materia di clima ed energia (se non quelli che alcune Regioni hanno voluto attribuirsi, ma senza poterne verificare la compatibilità con l’obiettivo nazionale della neutralità climatica).

“Anche in Italia, come già fatto in Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, – ha dichiarato Edo Ronchi, Promotore di I4C- Italy for Climate  serve una “legge per il clima” che consenta di raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici nazionali al 2030 e che assegni anche alle Regioni target specifici e vincolanti (tramite il c.d. burden sharing), direttamente connessi all’ effettiva realizzazione degli impianti e degli interventi necessari al loro conseguimento”.

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