L’attributo che viene utilizzato per chi diventa superconosciuto sui social è “virale”. Calza alla perfezione anche a Luca Lazzeri Zanoni, in arte Luca Baz, studente ventiduenne originario di Roncogno. Il suo grande merito? Portare al grande pubblico di Internet la tradizione del canto popolare trentino, attraverso brevi video in cui si diletta, insieme al suo coro, in performance di canto.
Ciao Luca! Innanzitutto, come è nata la tua passione per il canto?
La mia è una tradizione di famiglia. Mio padre è sempre stato parte del coro Genzianella di Roncogno. Personalmente ho iniziato la mia esperienza nel 2008 all’età di 6 anni nella scuola musicale Camillo Moser di Pergine Valsugana, in cui ho iniziato a suonare il violoncello e sono entrato nel coro. Mi sono poi immerso completamente nel canto popolare con il mio ingresso nel coro voci bianche del coro Genzianella. Da lì ho continuato a cantare, lasciando la scuola musicale per entrare in conservatorio continuando con le voci bianche.
Poi sei passato nei “grandi”?
Sì, a fine maggio 2017 ho fatto il mio debutto con una parte da solista. È stata per me una grande emozione, ero molto agitato ma è andata bene. Da lì in poi la mia storia con il coro Genzianella è andata avanti.
Una storia legata al territorio, ma al contempo itinerante…
Abbiamo fatto dei gran bei giri… Nei primi anni Duemila siamo stati in Sudamerica, poi nel 2018 in Polonia e l’anno scorso, in ottobre, ci siamo esibiti in Ungheria. Una grande occasione, sia per noi per poter scoprire altre culture e vedere nuovi posti, sia per la gente del luogo per poter condividere con loro la nostra tradizione attraverso il canto popolare. Un reciproco scambio.
Cosa si prova a portare la propria tradizione in posti diversi dal nostro?
Poter raccontare il nostro Trentino a così tanta gente, e soprattutto poterlo fare con la musica è un’emozione fortissima e impagabile.
Quali sono i temi principali che trattano i canti popolari?
Sono principalmente tre. Il primo sono le leggende, come ad esempio la Regina Tresenga e il mito che starebbe dietro alle acque rosse del lago di Tovel. Il secondo sono i paesaggi, canti come Una notte sul Brenta o La montanara raccontano le montagne, le vallate e i nostri paesi. L’ultimo tema sono i canti alpini, che fanno parte dei canti di montagna e raccontano la storia degli alpini, della prima guerra mondiali e tutti i fatti storici uniti alle tradizioni dell’epoca.
CI sono tanti cori nella tua zona, in Valsugana?
Sì, se non in ogni paesino quasi. Ad esempio il mio coro di appartenenza, il coro Genzianella, ha sede a Roncogno, addirittura una frazione di Pergine Valsugana. Rispetto al passato molti cori hanno dovuto chiudere per la mancanza di un adeguato ricambio generazionale.
E cosa si può fare per far avvicinare i giovani a questo mondo?
Noi come coro Genzianella abbiamo promosso diverse iniziative, come il Genzlab, un laboratorio di canto popolare maschile, oppure il Genzcampus, in cui il 7 e l’8 settembre presso il rifugio Cauriol organizzeremo un campo tematico, per ragazzi dai 18 ai 40 anni, dedicato proprio al canto popolare.
Cosa ti trasmette il canto?
Mi riesce molto difficile pensare ad una vita senza canto, soprattutto per quanto riguarda quello popolare. Il canto per me rappresenta libertà, anche se può sembrare banale. Libertà e divertimento, perché non c’è cosa più bella di viaggiare e cantare con i propri amici, che con il tempo arrivano a rappresentare una seconda famiglia.
E oltre al canto di cosa ti occupi?
Sto studiando a Bologna educazione nei servizi per l’infanzia, sono quasi prossimo alla laurea. Allo stesso tempo sto studiando scienze della formazione. L’altro mio desiderio infatti sarebbe quello di entrare nel mondo dell’insegnamento, in particolare per quanto riguarda i bambini più piccoli, scuola primaria e scuola dell’infanzia. Soprattutto materie umanistiche perché in quelle scientifiche non me la cavo molto bene.
Com’è nata l’idea di cantare sui social?
L’idea è nata per puro caso e per divertimento. Devo ringraziare mio cugino Gabriele che mi ha convinto a caricare il primo canto, girato nella mia stube insieme a lui che cantava e filmava. Così il 3 dicembre lo abbiamo postato: è stato visto subito da molte persone, fino al video in cui canto “La Valsugana” dal passo del Menador che è stato visto da più di due milioni di persone. Questo mi ha ufficialmente reso noto sui social.
Che cosa ti aspettavi da questo mondo?
All’inizio avevo molta paura perché temevo di trovare un muro da parte dei giovani, i principali fruitori dei social network. Per questo all’inizio ero titubante. Invece sono stati soprattutto i giovani che mi hanno incoraggiato nel continuare questa mia avventura. Sono veramente contento perché ho ricevuto davvero tanti commenti positivi.
Un nuovo modo, molto interessante, di unire un elemento tradizionale, come il canto popolare, ad uno strumento estremamente moderno e in costante evoluzione, come i social network. A dimostrazione di come questi strumenti possano avere anche un’utilità oltre ad essere semplici elementi di svago.
Domande flash
Il libro che stai leggendo? La biografia di Loris Malaguzzi, un pedagogista di Reggio Emilia
Il tuo numero preferito? 5
Colore preferito? Arancione
Piatto che ami di più? Canederli
Film del cuore? “Io sono leggenda”
Squadra di calcio? Milan
Automobile preferita? Lamborghini Gallardo, verde pisello
Viaggio che non sei ancora riuscito a fare? Giappone
Cantante compositore o gruppo preferito? Freddie Mercury
Se non facessi quello che fai, cosa vorresti fare? Il direttore d’orchestra
La cosa che ti fa più paura? Perdere la voce
Il difetto negli altri che ti fa più paura? La doppia faccia