Paul Bradley Couling, in arte Mal, gallese, un vero idolo della musica anni sessanta e settanta. Al suo nome si legano grandi successi con i Primitives come Yeeeeh! e da solista con Tu sei bella come sei, Bambolina, Pensiero d’amore, Occhi neri occhi neri, Parlami d’amore Mariù, Furia. Nel 2024 ha compiuto 80 anni pubblicando un nuovo LP di canzoni inedite “I’m still singing” e un libro autografico “La furia di Mal” dove racconta con aneddoti e curiosità la sua vita.
Ci parli del tuo primo grande successo “Yeeeeh!”?
Il proprietario del Piper di Roma Alberigo Crocetta e Gianni Boncompagni mi hanno scoperto a Londra con il gruppo dei Primitives e ci hanno invitati in Italia per incidere un disco in italiano. La prima canzone è stata “Yeeeeeh!” con la particolarità del testo scritto da Luigi Tenco che con Sergio Bardotti ha fatto la traduzione di una canzone inglese “I ain’t gonna eat out my heart anymore”, in modo diverso dall’originale e con questa frase particolare è rimasta nella mente dopo quasi sessant’anni “I tuoi occhi sono fari abbaglianti ed io ci sono davanti, le tue labbra sono un grosso richiamo per me che ti amo”, uno shock per la musica di allora.
Come è nata l’idea del libro?
E’ un racconto di tutta la mia carriera, da quando sono nato in Galles nel 1944 fino ad oggi, tante cose interessanti e curiosità, pensavo da tempo di scriverlo, è successo durante il covid bloccato a casa, neanche per uscire per giocare a golf. Io sono Presidente dei cantanti musicisti golfisti, ho la mia associazione di golfisti e non potendo giocare mi sono messo a scrivere i miei ricordi da quando ho iniziato a cantare e anche prima.
Estate 1969, grande successo di “Pensiero d’amore”.
“I’ve gotta get a message to you” è la canzone dei Bee Gees che parla di un condannato a morte che desidera scrivere un messaggio chiedendo perdono per quanto ha combinato. Il grande paroliere Franco Migliacci è stato geniale nel cambiare completamente la canzone facendola diventare una canzone d’amore. Ho girato anche il film omonimo del genere “musicarelli”.
Sei tornato in vetta delle classifiche con “”Mighty mighty and Roly Poly”.
E’ stato un momento di crollo della musica melodica italiana, sono arrivati i cantautori a spazzare via tutti noi interpreti, loro cantavano i pezzi che scrivevano. A quel punto il mio discografico mi ha fatto fare un tour internazionale cantando in inglese. La canzone ha funzionato tanto da arrivare nelle classifiche americane.
Arriviamo a Furia.
Avrei dovuto partecipare a Sanremo 1977 con la canzone “Bella da morire”. Nel frattempo mi hanno proposto di incidere la sigla di un filmino americano di un cavallo. Ho detto si, ed è stato un successo pazzesco, un milione e mezzo di copie di dischi venduti in poco tempo. Ho dovuto così rinunciare a Sanremo per proseguire nel filone delle canzoni per bambini e il mio brano è stato affidato agli Homo Sapiens che hanno vinto il Festival.