Maledetta primavera di una guerra inattesa

Quella di quest’anno è una strana primavera, a lungo attesa dopo i dolori e le limitazioni causate dalla pandemia, ma funestata dalla guerra in Ucraina. L’Ucraina ha dominato nelle conversazioni che ho avuto, recentemente, con persone diverse, in luoghi diversi (oltre a Trento, Milano, Bolzano e Perugia). Alcune me le sono appuntate e le riporto in sintesi, perché mi sembrano uno spaccato veritiero, anche se ovviamente parziale, di ciò che pensano i cittadini, presi di sorpresa da una guerra che forse, ai “livelli alti”, era attesa (persino Draghi ha confessato di avere cercato di dissuadere Putin dall’invadere l’Ucraina, qualche settimana prima che ciò avvenisse), ma che l’opinione pubblica non immaginava affatto. 

• Dietro a una guerra ci sono sempre cause diverse. E’ ovvio che chi aggredisce sbaglia, in questo caso la Russia nell’invadere l’Ucraina. Ma ho la sensazione che ci siano questioni che vanno al di là del semplice possesso di un territorio, che siano in gioco disegni più vasti (M. R. architetto).

• Se da una parte vorrei che Putin venisse eliminato, dall’altra anche Zelenski non mi sembra del tutto “buono” e coerente.  Ha dichiarato di voler tenere a tutti i costi una provincia che, mi sembra, non si è mai sentita parte dell’Ucraina e i cui abitanti sono stati a loro volta perseguitati. Mi lascia perplessa (L.R. formatrice ed export manager).

• So chi era Stephan Bandera, l’eroe nazionale ucraino commemorato il 1° gennaio in Ucraina per decreto governativo. Ho letto Ogni cosa è illuminata di Jonathan Safran Foer. So che Russi e Ucraini sono “fratelli” come lo erano Tutsi e Hutu. Mi pare possa bastare per far saltare il 90% delle sciocchezze che sto leggendo sui social in questo periodo. (J.M.D., fotografo e marketing manager).

• Tifo senza remore per la resistenza ucraina. Quando hanno affondato la Moskva ho applaudito. Gli americani daranno ai russi una lezione memorabile. Dopodiché, tutti si riarmano, questa è la fine della pace (M.O., impiegato).

• Il mio parere è che questa guerra sia stata quasi programmata, o comunque prevista da tempo, e che a pochi interessi veramente il destino della gente comune. Come al solito, è soprattutto una questione politico-economica (E.M. autotrasportatore).

• Le cose laggiù sono ben più complicate che da noi (Alto Adige ndr) , ma comunque, quando si guarda alla nostra Autonomia, si vede che ha funzionato abbastanza bene. Forse all’epoca c’erano politici migliori, come Degasperi e il ministro austriaco Gruber. O forse quella era una stagione diversa, le grandi potenze non puntavano a riattizzare i conflitti in Europa. Oggi sembra che a nessuno interessi costruire la pace. (A.O. artigiano).

• Credo che la situazione creatasi in Ucraina sia il frutto della frammentazione e dell’inconsistenza dell’Unione Europea sul palcoscenico internazionale. A partire dalla caduta del Muro di Berlino era doveroso (e conveniente) da parte dell’Europa un avvicinamento alla Russia affinché si iniziasse un processo di occidentalizzazione di quel paese. Si è invece optato per una contrapposizione che ha progressivamente e inesorabilmente spinto la Russia verso la Cina ed ha consentito il perpetuarsi di un regime. La guerra attuale in tutta la sua gravità è soltanto una drammatica conseguenza (F.B., ingegnere).

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Pubblicato da Marco Pontoni

Bolzanino di nascita, trentino d’adozione, cittadino del mondo per vocazione. Liceo classico, laurea in Scienze politiche, giornalista dai primi anni 90. Amori dichiarati: letteratura, viaggi, la vita interiore. Ha pubblicato il romanzo "Music Box" e la raccolta di racconti "Vengo via con te", ha vinto il Frontiere Grenzen ed è stato finalista al premio Calvino. Ma il meglio deve ancora venire.