
Nel nostro infinito universo c’è una galassia chiamata Via Lattea. In questa galassia c’è un piccolo pianeta chiamato Terra. E da qualche parte sulla Terra, c’è un’antica terra chiamata Tirolo. In quella terra, in un piccolo villaggio chiamato Capriana, nella valle di Fiemme, tra il 1815 e il 1848, visse una donna. Quello che vi racconterò oggi è la storia di quella donna.
Ma prima lasciate che mi presenti e vi spieghi perché sono qui a raccontarvi la vita e i prodigi di Maria Domenica Lazzeri, questo è il suo nome. Tutto iniziò nel 1998, quando partecipai a un incontro internazionale a Rimini, dove casualmente scoprii la sua storia. Fu uno shock per me. Non avevo mai sentito parlare dell’esistenza di una mistica femminile in Trentino (all’epoca Tirolo). Ma ciò che mi colpì maggiormente furono due cose: la quantità e il tipo di testimonianze scritte, provenienti da tutta Europa e oltre. Sapete, quando si sente parlare di storie come queste, spesso sorgono sospetti. Nel caso di Maria Domenica Lazzeri, ogni tipo di sospetto fu smentito dalla natura perfettamente laica, non ecclesiastica delle testimonianze.
Se sono riuscito a scrivere il mio libro è stato possibile grazie agli scritti di filosofi, scienziati, professori universitari e, ultimo ma non meno importante, medici come Leonardo Cloch, che seguì il caso di Domenica, clinicamente e medicalmente, per 10 anni.
Non avevo mai sentito parlare di questa donna chiamata Lazzeri. Fu una percezione strana che mi sconvolse. Da quel giorno del 1998, MDL – chiamata anche Meneghina – rimase accanto a me. Così iniziò una sorta di strana dipendenza o storia d’amore con questa figura. Cominciai a leggere e a ricercare su di lei, fino al 2018, quando decisi di scrivere questo libro. Non so dire “perché”, ma sentivo che era la strada giusta e il momento giusto per farlo!

Ci sono molti modi per raccontare questa storia: può essere affascinante, sorprendente e soprattutto inquietante allo stesso tempo. C’è un modo agiografico: raccontare i fatti cronologicamente senza altre implicazioni. Naturalmente, c’è anche un modo religioso, dottrinale, seguendo il punto di vista della Chiesa Cattolica. Ma alla fine c’è un modo metafisico: un modo che considera ciò che si cela dietro la nostra realtà visibile.
Quando ho iniziato a scrivere questo libro, ho scelto di seguire tutti questi modi. Inoltre, ho sviluppato un quarto canale o piano narrativo. Non è stato un mistero per me come in questo caso sia stato impossibile mantenere una distinzione tra l’autore e il suo testo. In altre parole, molto presto ho sentito il bisogno di immergermi nel romanzo portando con me il mio patrimonio personale; fatto di storie di vita, con particolare riguardo alla figura carismatica di mia madre Teresa, morta nel 2008. Il processo creativo è misterioso e insondabile. Ancora oggi non riesco a spiegare come sia successo. Spesso, mentre scrivevo, percepivo che qualcuno o qualcosa al di fuori di me stava suggerendo frasi e parole, come in una sorta di scrittura automatica.
MDL, Maria Domenica Lazzeri, che la gente solitamente chiama “BEATA MENEGHINA,” nacque il 16 marzo 1815 a Capriana, dove visse e morì. Trascorse gli ultimi 14 anni della sua vita immobilizzata nel suo letto di sofferenza, senza bere né mangiare. Era stigmatizzata. Il suo lungo calvario terminò il 4 aprile 1848, quando aveva 33 anni. Ogni venerdì sanguinava abbondantemente dalle ferite che aveva nelle mani, nei piedi, nel petto e dalle oltre 40 ferite che aveva sulla testa. Aveva il dono dell’ubiquità e della preveggenza. Poteva parlare lingue straniere che non aveva mai studiato e, anche se giaceva nel suo letto tutto il tempo, era in grado di sentire ciò che si diceva a grande distanza, come le omelie della Messa o le bestemmie e le malvagità su Dio o su se stessa.









Molte persone importanti vennero a visitarla dall’Italia, dalla Francia, dalla Gran Bretagna e persino dall’Australia. Beda Weber, Anatole de Ségur, Antonio Rosmini e molti altri lasciarono testimonianze scritte, tutte affermando la sua santità.
Dopo anni di oblio e silenzio, il 4 aprile 1995, l’Arcivescovo di Trento Giovanni Maria Sartori celebrò, nella chiesa di Capriana, l’apertura del Processo di Beatificazione della Serva di Dio Maria Domenica Lazzeri, la “Signora dei Dolori di Capriana”. Infine, Papa Francesco ha dichiarato Maria Domenica Lazzeri venerabile il 23 marzo 2023, riconoscendo ufficialmente le sue “virtù eroiche.” Questo è un passo importante nel processo verso la beatificazione e infine la canonizzazione. La decisione di Papa Francesco segue il parere favorevole degli esperti teologi del Dicastero per le Cause dei Santi, che hanno valutato la sua “eroicità” nella fede e la sua capacità di sopportare la sofferenza in unione con Cristo.
Maria Domenica Lazzeri rimane una testimonianza dei misteri della grazia divina e della fortitudine umana. La sua eredità continua a ispirare e sfidare coloro che incontrano la sua storia.

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Capriana
Capriana è il comune più piccolo e decentralizzato della Val di Fiemme e include anche i villaggi di Maso Bait, Carbonare, Rover, Maso Lio, Maso Casel e Maso Cao de Villa. Il primo insediamento fu probabilmente Carbonare, così chiamato per la produzione di carbone da legno di quercia. Meta privilegiata per gli amanti della natura e della tranquillità, il villaggio è vicino ai vigneti della Val di Cembra, i più antichi del Trentino, e si trova nel Parco Naturale del Monte Corno. Seguendo il percorso europeo E5 si può raggiungere Prati del Toro, Lago Bianco (1.675 m) e Lago Nero (1.717 m), fino alla cima del Monte Corno (1.815 m). Il paese dista solo 15 chilometri da Cavalese, il principale centro della Val di Fiemme, e quindi dagli impianti di risalita dell’Alpe Cermis.
A Capriana è nata, ha vissuto e è morta Maria Domenica Lazzeri “L’Addolorata”, per la quale è in corso un processo di beatificazione. Il suo vecchio mulino, ancora in funzione, è stato trasformato in un piccolo museo. Da visitare nel villaggio anche la chiesa dedicata ai Santi Bartolomeo e Lazzaro del 1216 e la graziosa chiesetta di Carbonare.
