
Mario Cagol torna sul palcoscenico con una nuova sfida. Non uno spettacolo, ma una prova, una di quelle che fanno tremare i polsi e accendere le sinapsi. Ha esordito l’11 ottobre al teatro di Villazzano, per la regia di Mirko Corradini, con Novecento, il celebre monologo di Alessandro Baricco. Un testo che, per chi lo conosce, non è semplicemente un racconto di un pianista straordinario, ma un viaggio nella mente di un uomo che ha scelto di non scendere mai a terra, di non affrontare l’immensità del mondo, di rimanere in bilico tra il suono delle onde e quello dei tasti di un pianoforte.
La storia è semplice eppure potente. Un bambino abbandonato su un transatlantico tra le due guerre, trovato da un marinaio di colore, Danny Boodman, che lo accudisce e lo battezza con un nome bizzarro: Danny Boodman T.D. Lemon Novecento. Un nome che sa di assurdità, ma che in qualche modo sembra racchiudere l’essenza di quella vita fuori dall’ordinario. Dopo la morte del marinaio, il bambino rimane solo, ma non scompare. Al contrario, si scopre dotato di un talento straordinario per il pianoforte, un talento che sboccia senza nessuna formazione, come se la musica fosse sempre stata dentro di lui, pronta a esplodere.
Mario Cagol, con trent’anni di esperienza teatrale e altrettanti in radio, ha deciso di mettersi alla prova con questo testo. Egli non è nuovo a imprese simili: con “Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis” e “La grande Nevicata dell’85” ha già dimostrato di saper affrontare tematiche forti e narrazioni intense. Ma con Novecento è diverso. Cagol si confronta con il peso di un personaggio che esiste in bilico tra genio e fragilità, tra il desiderio di creare e il terrore di uscire da un mondo conosciuto.

La regia di Mirko Corradini guida questa sfida, accompagnata dalle musiche dal vivo di Michael Strom e Luca Schinai, che creano un dialogo tra le parole e i suoni, come se il piano di Novecento potesse prendere forma sul palco. Michael Strom sarà sul palco per suonare dal vivo. Il lighting designer Leonardo Liberi trasforma la scena in un luogo sospeso tra il mare e l’immaginazione, rendendo il transatlantico un microcosmo di emozioni e scelte non fatte.
Cagol riesce a far vivere questo personaggio senza cadere nella trappola della semplice ripetizione di un testo celebre. La sua interpretazione è intima, quasi confessionale, un monologo che scava dentro di sé mentre racconta la vita di Novecento, il pianista sull’oceano, un uomo che ha scelto di non scendere mai.
Novecento è più di uno spettacolo, è un incontro. Mario Cagol porta in scena un uomo che ha deciso di non affrontare il mondo infinito e sconosciuto, preferendo restare nel finito, nella sua nave. Per chi volesse immergersi in questo viaggio, le prossime date sono il 25 ottobre a Pergine, il 9 novembre a Grigno, il 21 novembre a Predaia, il 30 novembre a Nogara e il 7 dicembre a Tione. Lo spettacolo continuerà fino al 2025, e tutte le date sono disponibili sul sito ufficiale di Cagol, www.mariocagol.com.

