
Grande ritorno di Mauro Repetto in Regione con un doppio appuntamento con lo spettacolo “Alla ricerca dell’uomo ragno, la storia degli 883” il 28 febbraio al Teatro Cristallo di Bolzano e il 4 marzo all’Auditorium di Trento, entrambi alle 21.
Mauro, come sarà lo spettacolo?
È solo una continuazione di me quando ero negli anni 80 a Marilleva. Amo la vostra regione e il mio primo palcoscenico è stato a Marilleva, e voglio sottolinearlo. Il Trentino mi ha visto debuttare e questo spettacolo è una favola medievale nella quale due menestrelli di Pavia Max Pezzali e Mauro Repetto devono dare una canzone al conte Claudio Cecchetto e vedremo durante lo spettacolo come ce la faranno con mille peripezie. Ricordo ancora tutto a memoria quello che facevamo sulla scena nel 1987 e 1988, una sorta di rap, gli sketch che scrivevamo, parlavamo di Goretex come fosse un animale.
Quindi tanta musica e divertimento e anche ironia?
E’ come essere a una grande cena nella quale l’autoironia è la prima chiave per aprire il dibattito. E voglio ballare e cantare durante tutto lo spettacolo assieme al pubblico.
Non hai mai perso l’affetto del tuo pubblico e sei sempre rimasto nel cuore.
Mi sono sempre considerato uno del pubblico, un utente di cultura pop, un consumatore proprio di musica, quindi c’è un’empatia, che nasce spontanea ma fin da Marilleva. Per me non è cambiato niente, mi sento veramente uno del pubblico che ha il patentino a volte per salire sulla scena, e in queste due ore si fa festa insieme.

Anche la serie TV ha aiutato a riscoprirti.
Hai ragione, prima di tutto a sottolineare chi ero. La mia parte è di spalla e sono contentissimo di aver fatto questo, però la serie ha portato in luce anche la mia energia che ho sempre avuto e ha permesso anche a una giovanissima generazione di conoscermi e di venire a teatro.
Nella tua carriera hai fatto di tutto ma sei rimasto umile.
Sono sempre stato un fan degli altri quindi ho incensato dei veri big considerandomi uno del pubblico che cercava di fare della musica che piaceva a me e che pensavo piacesse evidentemente anche al pubblico. Quindi non mi sono mai gasato proprio perché sono più uno del pubblico che un vero big.
Potrebbero nascere gli 883 nel mondo attuale?
Lo spero, quando vedo mia figlia che esce con delle amiche a un concerto, io rivedo chiaramente me e Max, nel senso che è la stessa cosa anche se tutto è cambiato. La scintilla può mettere assieme due persone, due amici, perché basta l’amicizia come carburante, l’energia e la voglia di fare, esattamente come 35 anni fa.
L’amicizia con Max attualmente?
C’è un legame molto forte, soprattutto quando ci vedismo anche recentemente al Forum di Assago o in birreria a Pavia, e ridiamo di brutto. Sghignazzare assieme è perché hai talmente un patrimonio di cazzate fatte assieme, viste assieme, provate assieme, che la sghignazzata è la cartina di tornasole.

Quali i temi delle vostre canzoni?
Semplicemente trascrivevamo su carta quello che avevamo sentito io e Max la sera prima al bar , quello che immaginavamo sentire la sera che doveva venire, quindi divertendoci per passare il tempo e giocavamo come a pallavolo, passando i pomeriggi dicendo tutto quello che dicevano, parola anche di sdegno , di situazioni comuni e banali e ancora oggi sono di normalità, fanno ridere e fanno piacere ascoltarle ancora oggi.
Si può dire che avete importato cose dal mondo esterno facendole proprie con originalità.
Proprio esattamente questo, abbiamo pensato proviamo a farlo ho chiesto ad Afrika Bambaataa di fare rap in italiano ma certo che si disse, all’epoca non si era neanche certi se potevamo farlo, avevamo delle montagne da valicare e l’abbiamo fatto.
Il messaggio dello spettacolo?
Il messaggio è che il vero superpotere e questo ce l’abbiamo tutti per affrontare le difficoltà della vita con il sorriso sulle labbra, per canalizzare al meglio le difficoltà. E ora voglio dare appuntamento in Teatro per ballare, cantare e ridere insieme.
