Lo Statuto regionale del Trentino Alto Adige riconosce e tutela le tre popolazioni di minoranza. Inoltre, dal 2002 la Provincia Autonoma di Trento ha istituito il Servizio per la Promozione delle minoranze linguistiche locali. Riconosciuti dalla legge nazionale del 1999, possono esprimersi a pieno diritto nella propria lingua senza essere considerati diversi. Ed è proprio il parlato quotidiano che li identifica, rifiutando però etichette folkloristiche.
C’è stata tanta neve questo inverno sulle montagne trentine. Guardo i telegiornali dei mesi scorsi, rigorosamente in lingua di minoranza cimbra ladina e mochena, e scorrono le immagini di paesaggi ammantati di bianco che rendono fiabeschi questi territori. Qualche paese è anche rimasto isolato per un po’. Dicono in tanti che erano anni che non nevicava così. Sarà uno dei pochi effetti positivi del Covid-19? Ci si interroga. Ma quello che non capisco dalle parole lo intuisco dalle persone che appaiono in video e mi sembra di cogliere un’attenzione in più gli uni verso gli altri, un calore nell’espressione di queste lingue che suonano con una partecipazione più intima. La pandemia che ci ha isolati, in queste case mi pare aver infierito un po’ meno a livello sociale. Sarà un’impressione ma in luoghi come Luserna, la magnifica piccola “capitale” linguistica degli Altipiani Cimbri, piuttosto che nella magica e misteriosa Val dei Mocheni o ancora nella famosa e spettacolare Val di Fassa, ci si sente meno soli perché il senso di comunità è prevalente. Unisce e rafforza. Sono isole culturali e linguistiche, nella corrente di un mondo che scorre troppo veloce e appiattisce tutto. Ma non sono isolati e nemmeno omologati. La loro lingua, infatti, li ha protetti dalla globalizzazione e li ha resi unici. La loro ricchezza culturale però non è sempre stata considerata così. In realtà, è stata una lenta conquista di riconoscimenti di diritti, in primis quello di esprimersi. Ora hanno programmi televisivi a propria misura, cartoni animati in lingua madre, cartelli stradali bilingue, informazioni e pubblicazioni in lingua di minoranza. Una comunicazione parallela a quella di maggioranza. Un lungo cammino di autodeterminazione.
Ascolto i loro programmi, e per un attimo mi sento anch’io cimbra, ladina, mochena. Mi identifico in loro o almeno vorrei capire di più. Cosa significa identità per le minoranze linguistiche? “Per noi, identità ladina è l’appartenenza alle Dolomiti” esprime con sicurezza Sabrina Rasom, direttore dell’Istitut Cultural Ladin “Majon Di Fascegn” con sede a Sèn Jan- San Giovanni di Fassa. Il territorio è il dato di partenza antropologico dell’identità. Come a dire, è il luogo dove si vive e dove si costruisce, in senso materiale e interiore. È ogni mattina guardare le montagne.
Ma precisa: “Principalmente identità ladina è la nostra lingua con cui esprimiamo il nostro legame al territorio. Una lingua che è trasversale a tutto quello che può essere cultura e tradizioni”.
Il legame con territorio e lingua è un elemento portante anche per i Cimbri. “È la lingua l’elemento peculiare e di differenziazione del gruppo rispetto al paese di riferimento. I Cimbri di Luserna hanno sviluppato la consapevolezza di possedere una lingua di minoranza e questo è un valore che cementa i legami di appartenenza e la volontà di distinguersi. Il concetto della lingua nel contesto di identità è tutt’altro che secondario perché c’è stretta connessione tra lingua e cultura nel senso che la lingua ha sempre rappresentato un importante mezzo di veicolazione di memorie, di principi, di comportamenti nei gruppi sociali, nella formazione della cultura e della identità” sintetizza con efficacia Anna Maria Trenti Kaufman, direttore dell’Istituto Cimbro Kulturinstitut Lusérn con sede a Luserna / Lusérn.
Leo Toller, collaboratore culturale esperto in aspetti storici e linguistici del Bersntoler Kulturinstitut, Istituto Culturale Mòcheno con sede a Palai en Bersntol- Palú del Fersina, mette l’accento sul “senso di appartenenza e quindi di condivisione di valori e caratteristiche intrinseche ai Mocheni in cui il valore della lingua è fondamentale”.
Il linguaggio, tuttavia, è per definizione vivo e dinamico. I palinsesti televisivi cimbri ladini e mocheni includono una programmazione attenta al territorio e natura, sensibile alle problematiche di tutti i giorni. Anche gli Istituti culturali cimbri, ladini e mocheni sui loro siti istituzionali documentano e coniugano la propria vivacità espressiva con iniziative che non trascurano le testimonianze del passato insieme a proposte social media attualissime. Come conciliare tradizione ed evoluzione?
“Come tutte le lingue anche il mocheno ha avuto e sta avendo una sua evoluzione che dipende da tantissimi fattori. Predominanza dei media soprattutto in lingua italiana e cambiamento a livello di economia della comunità – quindi di tanta terminologia che era legata ad una economia tradizionale – stanno gradatamente lasciando il posto a nuovi campi che sono quelli della vita quotidiana odierna” dice Leo Toller.
Anche il cimbro, una delle lingue meno parlate al mondo, non è rimasto inalterato. Spiega Anna Maria Trenti Kaufman: ”È un medio alto tedesco con degli aspetti arcaici che nasce come tedesco pre-industrializzazione. Il tedesco prima di Gutenberg era caratterizzato dal fatto che in ogni area si parlava un tedesco diverso. Con Gutenberg si rafforza la tendenza all’unificazione del tedesco fino a diventare lingua standard”. Il Cimbro è ciò che era il tedesco prima di Gutenberg, ma nel corso del tempo le varie influenze esterne lo hanno comunque modificato ed è diventato una lingua in un certo senso autonoma”.
Anche se i neologismi si creano, c’è qualche preoccupazione nelle parole di Sabrina Rasom: “Se evolve una lingua di maggioranza non succede nulla ma per una di minoranza questo può far pensare a un futuro in cui la lingua andrà a morire. Ma perché una lingua venga usata deve essere esposta a questo pericolo. In tutte le lingue di minoranza c’è questa capacità di adattarsi, una sorta di resilienza linguistica. Però a questi passaggi bisogna metterci attenzione”.
I giovani, interessati a conoscere le proprie origini e che si identificano con il territorio, sono il futuro. Come i nuovi parlanti. Un futuro che incoraggia e favorisce l’inclusività con progetti come il Coliving a Luserna per l’insediamento di nuove famiglie, i matrimoni misti, il turismo culturale linguistico, le scuole ed i corsi per l’apprendimento.
“Ladini si può diventare. Infatti c’è un grande aumento di quelli che vengono definiti nuovi parlanti. Vedere quante persone si impegnano a parlare ladino innanzitutto ci chiama all’accoglienza e ad un percorso di accettazione. E credo che questo inneschi in noi anche una sorta di orgoglio, avendo un ritorno sull’autostima” testimonia Sabrina Rasom.
“La comunità cimbra ha un vissuto di emigrazione e questo ha fatto sì che sia aperta ai matrimoni misti. Non c’è mai stata preclusione su questo, anzi le persone non cimbre che imparano la lingua vengono guardate con molta simpatia dalla comunità e portate ad esempio” conferma anche Anna Maria Trenti Kaufman. “Mocheni si diventa? Certo, dai dati e dalla nostra esperienza abbiamo sempre avuto nella storia matrimoni misti, anche perché abbiamo sempre avuto ottimi rapporti con le comunità circostanti” risponde Leo Toller.
Inclusivi, attivi, solidali, no global. E se il loro emergente concetto di identità-lingua-territorio scardinasse i nostri palinsesti mentali di maggioranza? Per dirlo in altra lingua “The Medium is the message” (McLuhan) ovvero il mezzo stesso di comunicazione è in sé la comunicazione assumendo maggiore importanza del messaggio che si vuole trasmettere.
I Mocheni
Lingua: parlata germanica caratterizzata da apporti dalle vicine comunità romanze e dalle aree germaniche di frequentazione dei krumer (ambulantato stagionale) nei comuni di Vlarotz/Fierozzo, Garait/Frassilongo e Palai en Bersntol/Palù del Fersina.
Territorio: l’insediamento mòcheno interessa la sponda sinistra e parte della sponda destra della Valle del Fèrsina o Valle dei Mòcheni (Bersntol in lingua mòchena).
Feste/eventi: Carnevale Mocheno, L’antica tradizione del rito della Stella
Per approfondire/ da visitare:
Istituto Culturale Mocheno: www.bersntol.it
Mostra della Comunità Mòchena c/o Istituto Culturale Mòcheno -Palú del Fersina
Il maso Filzerhof
La Mil, il mulino alimentato ad acqua
Comunicazione:
www.tmltv.it
mediateca.kib.it/home.page
https://www.youtube.com/channel/UCj-UNzj9UA2uSLA0KpYS8tg
Da segnalare: Percorso letterario dedicato a Robert Musil “Musil en Bersntol”
I Ladini
Lingua: è una lingua romanza, affine a francese, italiano, spagnolo, nata nel periodo in cui i Romani annessero al loro territorio le regioni alpine.
Territorio: I Ladini delle Dolomiti sono stanziati in cinque vallate che si dipartono dal massiccio del Sella (Fassa in Trentino, Badia e Gardena in Alto Adige/Südtirol, Livinallongo e Ampezzo in Veneto). I sei comuni ladino-fassani (Moena, Soraga, San Giovanni di Fassa/Sèn Jan, Mazin/Mazzin, Ciampedel/Campitello, Cianacei/Canazei) costituiscono il Comun General de Fascia che ha levatura giuridica riconosciuta con legge Costituzionale.
Feste/eventi:
Aisciuda Ladina o festa della Primavera, in ricordo del primo raduno dei Ladini il 5 maggio 1920: Aisciuda Ladina: https://www.aisciudaladina.it/it/edizione-2020/
Carnevale Ladino
Per approfondire/ da visitare:
Istituto culturale Ladino: https://www.istladin.net/it/home:
Museo ladino di Fassa: https://www.istladin.net/it/museo-ladin-de-fascia
https://www.ladinsdefascia.it/
Comunicazione:
http://www.tmltv.it
http://mediateca.ladintal.it/home.page
https://www.youtube.com/channel/UCEvulQtjyW036F_4vkbZPiA
I Cimbri
Lingua: germanica, con influssi di antico tedesco nella versione bavarese. Intorno all’anno Mille, coloni bavaresi migrarono in cerca di nuovi territori.
Territorio: Luserna in provincia di Trento, sull’altopiano dei Sette Comuni, in particolare Roana (VI), e nei Tredici Comuni, in particolare Giazza (VR).
Feste/eventi:
Concorso letterario “Tönle Bintarn” per promuovere la scrittura in lingua cimbra, ispirato ad un racconto dello scrittore cimbro Mario Rigoni Stern Vorprennen, il tradizionale falò con il quale una volta si allontanavano gli spiriti malvagi dell’inverno.
Per approfondire/ da visitare:
Istituto culturale Cimbro: http://www.istitutocimbro.it/
Casa Museo – Haus Von Prükk
Comunicazione:
http://www.tmltv.it
http://mediateca.istitutocimbro.it/home.page
TG Cimbro zimbar-earde: https://www.youtube.com/channel/UC7PNWZJcpNTthzSn4_vjFQw
Da segnalare:
Il tombolo, scuola di pizzo antico introdotta dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria
http://www.istitutocimbro.it/tradizioni/tombolo/