Nati ai bordi di periferia

Esistono dei luoghi che nascono senza farsi troppo notare, “ai bordi di periferia”, citando le parole della famosa canzone dell’Eros nazionale. Poi lentamente crescono, alimentati da un progressivo consenso popolare, fino a diventare non solo emblematici nei rispettivi settori di sviluppo, ma anche veri e propri punti di riferimento per la cittadinanza. Le parole chiave sono ampia disponibilità, servizi aggiuntivi, orari praticamente illimitati. Il primo di questi luoghi si trova nella zona Sud della città. Nato come spaccio di alimentari tipici del Pakistan e classico servizio di transazioni di denaro, il negozio è diventato famosissimo in città. Il nome è tutto un programma, e rievoca i leggendari quaranta ladroni di persiana memoria; tuttavia, ad alimentarne il mito, pare che il nome del titolare sia proprio quello della storia orientale. Il punto di forza? Aperto fino a tarda notte, con possibilità di servizio a domicilio. Cena improvvisata? Brindisi non programmato? “Seratona” non prevista? Niente paura: tu chiami, lui arriva, quasi in tempo reale. Tappeto volante o meno. Il secondo è un noto chiosco nei pressi della stazione di Trento. Impossibile non notarlo, o meglio, non sentirlo. Il profumo di kebab avviluppa tutti i cinque sensi, in una sorta di appetitoso rapimento. Nato come una piccola struttura al centro della quale girava la famosa carne, il luogo si è poi trasformato nel tempo con panche, tavolini e divanetti. Punti di forza? Anche in questo caso gli orari non stop, la velocità dei balcanici titolari e la qualità, che ne fanno uno dei più noti in città. Al terzo posto metterei i barbieri per i giovani. Ce ne sono un po’ dappertutto. Li riconosci dalla fila fuori dai saloni: sui marciapiedi quasi solo ragazzi e ragazzini, che escono con personalizzazioni oggi molto alla moda, come righe, ghirigori, sfumature, folti ciuffi. Molto spesso, dopo il taglio, non se ne vanno subito. Si aspettano tra amici o ne incontrano di nuovi, mettono musica e si scambiano pugni chiusi a mo’ di saluto. Quei marciapiedi diventano luoghi di aggregazione e di ritrovo. Una Trento diversa, cambiata molto nel tempo, a seconda dei tempi che cambiano. Una Trento che forse ad alcuni più tradizionalisti non piace troppo. Personalmente la trovo vivace proprio in queste espressioni “internazionalizzanti”, che ci fanno conoscere mondi e modi di vivere al di fuori del nostro. E al di là dell’orario di chiusura. 

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Pubblicato da Tiziana Tomasini

Nata a Trento ma con radici che sanno di Carso e di mare. Una laurea in materie letterarie e la professione di insegnante alla scuola secondaria di primo grado. Oltre ai grandi della letteratura, cerca di trasmettere agli studenti il piacere della lettura. Giornalista pubblicista con la passione della scrittura, adora fare interviste, parlare delle sue esperienze e raccontare tutto quello che c’è intorno. Tre figli più che adolescenti le rendono la vita a volte impossibile, a volte estremamente divertente, senza mezze misure. Dipendente dalla sensazione euforica rilasciata dalle endorfine, ha la mania dello sport, con marcata predilezione per nuoto, corsa e palestra. Vorrebbe fare di più, ma le manca il tempo.