Noi, contenuti dentro contenitori

Da quando alcune star hanno abbandonato l’app X (ex Twitter) non riesco a togliermi dalla mente una fantasia. Immaginate che un giorno, di colpo, tutti smettano di pubblicare contenuti digitali. Il flusso di dati si interrompe per sempre. Il diario di Facebook, prima turbinio di post, è vuoto come una piazza deserta. Instagram è un’infinita sequenza di quadrati bianchi, fredde vetrine di un negozio abbandonato. Youtube è un buco nero che si è inghiottito le voci, Netflix uno schermo fisso e Amazon un enorme scaffale vuoto. Milioni di persone, armate di dispositivi, cercano invano prodotti da acquistare online o meme da condividere. Una strana ansia cresce subdolamente: il silenzio digitale si fa assordante. Poi però lo sbigottimento lascia lo spazio ad una sensazione leggera, da tempo sconosciuta… la libertà?

A parte i voli pindarici, una cosa è certa. Oggi chi guadagna veramente sono i contenitori. Nel 2023 Amazon ha ricavato oltre 500 miliardi di dollari, Facebook e Instagram 120 miliardi, Netflix 30 miliardi. Eppure senza contenuti, questi colossi perdono la loro ragion d’essere. I loro algoritmi, affamati di dati, restano a digiuno. Il valore delle piattaforme non sta nei contenitori stessi, ma nella nostra intensa voglia di riempirli: noi siamo i creatori, il “carburante” che tiene in moto il sistema. E se ci fermassimo?

Non fraintendetemi, le “strutture” sono importanti, per esempio in natura. Pensiamo ai nidi: strutture costruite con cura, pronte ad accogliere nuova vita. O alle conchiglie, che proteggono il fragile corpo di un mollusco. La struttura è importante, ma è il contenuto che le dà senso: senza uccelli, il nido è solo un groviglio di rami; senza mollusco, la conchiglia è un guscio che si distruggerà.

Insomma in natura i contenitori hanno come scopo l’ecosistema, non perpetuare se stessi. Forse possiamo imparare qualcosa da questa armonia. Tornare a creare contenuti che non riempiano solo spazi digitali, ma anche quelli reali, coltivando l’autenticità in un mondo che vive di algoritmi. D’altra parte anche noi siamo parte di un altro tipo di contenitore: la società. Sta a noi riempirlo di contenuti che contano davvero.

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Pubblicato da Lucia Ferrai

Appassionata di filosofia e di natura, ha fondato Filos Eventi Culturali per coniugare riflessione e vita quotidiana. Quando non si pone dilemmi esistenziali, probabilmente è in un bosco a chiedersi cosa ne penserebbe Platone.